Pola. Autosilo, tutto dipende dalla qualità del sottosuolo

«Quando ne sapremo di più, saremo in grado di dire che tipo di costruzione è possibile realizzare: una struttura in muratura o prefabbricata, un numero di piani maggiore o minore...», così il direttore della Pula parking, Branislav Bojanić

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Pola. Autosilo, tutto dipende dalla qualità del sottosuolo
Branislav Bojanić interviene nell’aula consigliare. Foto: DARIA DEGHENGHI

Dal parcheggio galleggiante nel porto all’autosilo con palestra e giardino sul tetto in via Zagabria, passando per l’autorimessa con l’esposizione dei reperti archeologici raso terra in via Kandler: l’immaginazione delle amministrazioni municipali negli ultimi trent’anni non ha fatto altro che volare sulle ali della fantasia senza mai toccare il suolo della realtà dei fatti. Non per niente a oggi il numero dei parcheggi multipiano in città è rimasto saldamente ancorato a quota zero. Ma ora si cambia musica. L’area di Campo Marzio adiacente al palazzo delle Assicurazioni che si affaccia su piazza della Repubblica e su via Mutila, è destinata ad accogliere il primo autosilo polese, da realizzarsi nel giro di un anno, sempre che lo voglia il cielo (in questo caso l’indagine geotecnica in corso). Scartato il progetto della passata amministrazione che avrebbe destinato l’area a un centro culturale polivalente con i soldi del Programma europeo ITU, ora la priorità assoluta è l’autosilo. La decisione si è tradotta immediatamente in un’azione accelerata di preparativi e presupposti che dovranno condurre all’opera propriamente detta: il sindaco ha autorizzato la società Pula parking a verificare la fattibilità dell’iniziativa e la società ha ingaggiato l’Istituto per le indagini geotecniche a sondare i lotti edificabili per avere una stima della possibilità effettive degli interventi edili ipotizzati.

La stabilità del terreno
Ne parliamo col direttore Branislav Bojanić. A suo parere, in condizioni ottimali Pola potrebbe avere il suo primo autosilo fruibile nell’arco di un anno. Ben venga dunque l’ottimismo, ma vediamo quali sono queste condizioni “ottimali” che dovrebbero verificarsi affinché l’augurio e i migliori auspici possano tradursi in realtà (anche perché, diciamocelo, di progetti fantasiosi campati in aria ne abbiamo avuti abbastanza). Che tipo di lavori sono iniziati nel fine settimana in Campo Marzio e che cosa possiamo augurarci di scoprire? “Sabato mattina – esordisce Bojanić – l’Istituto geomeccanico ha iniziato a sondare il terreno per appurarne le proprietà fisiche, nella fattispecie l’esistenza o meno di condizioni statiche necessarie ad accogliere un parcheggio multipiano. In condizioni di bel tempo, l’indagine geotecnica sarebbe già terminata, ma la pioggia ha fermato le prove, pertanto si andrà avanti oggi in attesa del verdetto finale. Le risposte che vogliamo avere sono queste: se, come e in quali condizioni sarà possibile realizzare l’autosilo? Tutto dipende dalla qualità del sottosuolo. Quando ne sapremo di più, saremo in grado di dire che tipo di costruzione è possibile avere: una struttura in muratura o prefabbricata, un numero di piani superiore o inferiore, una capienza massima, minima o intermedia, insomma, le dimensioni, l’aspetto e i parametri della struttura che andremo a progettare in base ai sondaggi in corso. Tutto dipende dalla stabilità del terreno, che sappiamo essere paludoso ma non fino a quale punto”.

L’iter procedurale
Infatti Pragrande è terreno notoriamente umido. Non per niente è rimasto identico fino al giorno d’oggi benché su entrambi i lati (via Mutila e Campo Marzio) corrano due “filari” di abitazioni di epoca remota e recente. La particolarità dei terreni paludosi sono appunto tali che tendono alla deformazione e all’instabilità per gli alti livelli di saturazione dell’umidità: in estate sono sono soggetti a forti tensioni e in inverno al congelamento. In questo caso l’edificabilità è sempre oggetto di dubbi e discussione. Ma Bojanić insiste: “C’è sempre un piano B. Non è detto che si debba necessariamente avere il massimo dei parametri auspicati. In ogni caso saranno gli esperti a stabilire che cosa e come edificare, non saremo certamente il sindaco e io a decidere come procedere. Quello che conta è la massima trasparenza negli atti riguardanti la programmazione di lavori, le opere, i servizi e le forniture: avuto il responso della ricerca geotecnica andremo a bandire un primo concorso per il progetto di massima, un altro per il progetto architettonico (definitivo) e tutti gli altri per la scelta del costruttore, gli acquisti… La progettazione è un iter che richiede il suo tempo e infatti ci porterà via almeno cinque o sei mesi”, ha concluso il direttore.

Il costo dell’opera
Piuttosto: la Pula parking è in grado di sostenere la costruzione con mezzi propri oppure dovrà cercare finanziamenti bancari? Tempo addietro c’erano state delle avances del gruppo austriaco “Best in parking”, che si era fatto avanti con proposte di partenariato pubblico-privata, ma ora questa prima ipotesi è stata scartata. Branislav Bojanić ribadisce che la sua società non possiede il capitale necessario per costruire, ma dispone delle capacità e della liquidità necessarie per sostenere un prestito sul medio periodo facendo leva sui ricavi dei parcheggi esistenti e dell’autosilo stesso: “In questo momento è impossibile stabilire con relativa precisione il costo dell’opera, ma le prime stime parlano di un investimento variabile tra i 4,6 e i 5,3 milioni di euro, sempre in relazione alle caratteristiche del sottosuolo e ai parametri della struttura. Ma le faccio notare che i prezzi nel settore delle costruzioni stanno schizzando alle stelle. Dovessimo trovarci a costruire su un terreno friabile non adeguatamente portante, per eseguire le fondazioni con pali in profondità, i costi andranno a moltiplicarsi vertiginosamente. In presenza di incognite di questa portata, è inutile parlare di costi e di tempi di esecuzione dell’opera”. Bisogna attendere l’esito degli esami in situ e poi concedersi il tempo necessario per riflettere. Come al solito, la notte porta consiglio.

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