Pola. Acquirenti presi all’amo del buonumore

Per allestire le vetrine e renderle interessanti al... portafogli ci vuole arte

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Pola. Acquirenti presi all’amo del buonumore
Pasta la vista, baby. Foto: DARIA DEGHENGHI

Allestire una vetrina è un’arte che dovrebbe rispondere ad alcuni precetti necessari sulla composizione, sull’abbinamento dei colori, sul tema ovvero sulla “narrazione”, sulla giusta quantità di informazioni da esibire, senza contare che di norma le differenze tra le vetrine seguono sempre il genere e la classe del negozio che presentano al pubblico: infatti sono là per questo. La cultura dell’allestimento delle vetrine a Pola è di bassa estrazione e non ha mai sortito molti esempi da imitare. Con le dovute scuse alle eccezioni, gran parte dei negozi non ha mai superato l’estetica (o antiestetica) delle vetrine di stampo socialista. In ogni caso, per eleganti o disarmoniche che siano, poche vantano uno spirito d’umorismo capace di fare breccia tra gli acquirenti più attratti dalla parola che dall’immagine. Una di queste è la rivendita di prodotti alimentari italiani del Mercato coperto, che in vetrina, oltre a esibire pasta, formaggi e salumi, come strategia di richiamo ai marchi ricorre all’umorismo e lo fa in grande stile. Tra i messaggi studiati per attrarre i clienti spiccano un divertente “Pasta la vista, baby!”, con i disegnini dei fusilli, dei rigatori, delle farfalle e delle penne accanto, a mo’ d’illustrazione, quindi abbiamo il “questionario” da compilare col segno della “x” nel quadratino della risposta giusta: “Single”, “Taken” oppure “Hungry” (la risposta esatta è naturalmente l’ultima: né single, né sposati, ma solo affamati) e poi il gioco del tris con la griglia, i cerchietti e le x e un altro messaggio che squalifica le dichiarazioni d’amore con un nuovo invito a tavola: “Love is in the air… or, is it bacon?”. E come dargli torto? L’amore fugge e passa (se manco capita), mentre la fame non finisce mai, se non il giorno del giudizio.

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