Orti verticali col fai-da-te: «Re-Geppetto» insegna

L’officina-laboratorio, oltre alla lezione di bricolage ne ha proposto una in materia di coltivazione

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Orti verticali col fai-da-te: «Re-Geppetto» insegna

La moda è esplosa negli Stati Uniti parecchi anni fa, per poi arrivare in Gran Bretagna e in tutta Europa. Si stima che almeno 30 milioni di americani coltivino un piccolo orto in casa o in giardino e lo stesso si può dire per il vecchio continente. Diverse sono le soluzioni possibili per appagare la voglia di verde in città. La realtà degli orti urbani sono ormai consolidate, ma non tutti possono accedere a una piccola fetta di terra. Forse per questo è nata l’idea dell’orto verticale. Questi rappresenta la soluzione più pratica di coltivare spezie e verdure con le proprie mani in modo naturale. Gli orti sono costituiti da vasi o fioriere disposti verticalmente su un muro, un balcone o una finestra. In questo modo viene risparmiato spazio prezioso. E questo è soltanto uno dei tanti vantaggi dei giardini-orti verticali, che da qualche tempo affascinano anche sempre più polesi. Non a caso, quindi, l’Unione delle associazioni del Centro sociale “Rojc” ha pensato bene di organizzare un workshop dedicato proprio alla realizzazione di giardini/orti verticali fai da te. L’appuntamento si è tenuto martedì pomeriggio nella nuova officina-laboratorio di manutenzione e riparazione “Re-Geppetto”. Oltre a mostrare le tecniche di costruzione di un orto verticale, l’esperta in agricoltura biologica e permacultura designer, Ivana Keller, ha spiegato ai tanti presenti anche come mettere correttamente a dimora diverse piantine. Al pubblico è stato spiegato poi come piantare l’insalata, le bietole e le erbe aromatiche, ma anche come progettare un giardino fiorito. Per costruire l’orto verticale, l’esperta ha utilizzato alcuni bancali di legno, dei vecchi tessuti, diverse fioriere (tasche) da giardino, dei semplici sassolini e, naturalmente, la terra. Ai tanti presenti è stato poi raccontato che gli orti/giardini verticali non sono nulla di innovativo rispetto all’antichità. Infatti, le prime forme di giardini verticali risalgono addirittura a 2.000 anni fa nell’area mediterranea. L’interessante laboratorio è stato organizzato nell’ambito del progetto “ROJC: Sviluppiamo-Permettiamo-Rafforziamo-Stimiamo”, che l’Unione delle associazioni del Rojc porta avanti in collaborazione con la Città di Pola, gli ambientalisti di “Istria Verde” e le associazioni “Čarobnjakov šešir” e “Merlin”. L’iniziativa è finanziata con il contributo dell’Unione europea tramite il Fondo sociale. Il valore del progetto è di poco inferiore ai due milioni di kune.

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