Le zucche di Halloween e i crisantemi dei Defunti

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Le zucche di Halloween e i crisantemi dei Defunti

Chi compra la zucca e chi il vaso di crisantemi. La prima da esibire in giardino, debitamente svuotata e intagliata di occhi e bocca terrificanti, farcita di candele per creare quell’atmosfera di misticismo profano che piace ai ragazzi. Il secondo da portare al cimitero, per ornare di fiori freschi le tombe dei nostri cari. La prima cosa da farsi la sera del 31 d’ottobre in compagnia, la seconda il primo o anche il 2 di novembre, a seconda delle preferenze e consuetudini, preferibilmente in solitudine. Anche la spesa è grossomodo la stessa: in piazza del Popolo le zucche si vendono a 40 kune il pezzo, le piante di crisantemo a 20, 30 e ancora a 40 kune il vaso. Si tranquillizzino coloro che additano la macabra e ludica celebrazione delle zucche fiammeggianti alla consumistica adozione di una presunta festività Usa, estranea alle tradizioni cattoliche del Vecchio continente. La parata delle zucche nella notte a cavallo tra ottobre e novembre, All Hallows Eve (Vigilia di Ognissanti), poi popolarizzata nella contrazione lessicale di Halloween, è un rito importato in America dall’Europa nell’Ottocento, ma le sue radici affondano sino alla cultura celtica e protocristiana. Insomma, non c’è rito che non sia germogliato sulle ceneri di un altro rito suo predecessore: è proprio inutile ostinarsi a respingere come indegno quello che le nuove usanze hanno screditato.

Un tappeto di crisantemi in piazza del Popolo

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