La «Martinuzzi» nel mondo comunicativo

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La «Martinuzzi» nel mondo comunicativo

“Il mondo della comunicazione” è entrato a scuola, in occasione delle celebrazioni del Festival della scienza. Come tutti gli anni, si è unita ai festeggiamenti anche l’elementare italiana polese “Giuseppina Martinuzzi”, che mercoledì sera ha allestito in sede un programma tra la recita e la presentazione di una ricerca intitolata appunto “Il mondo della comunicazione”. Il programma – è doveroso notarlo – è stato rigorosamente trilingue, nel senso che al testo integrale italiano sono state integrate parti, traduzioni, frasi e locuzioni sia croate che inglesi, per dire che anche il multilinguismo è comunicazione, anzi, è comunicazione a maggior ragione perché lo è a un livello di ricchezza e complessità superiore alla comunicazione monolingue della gran parte dei parlanti. La ricerca sulla storia, le origini, gli sviluppi e gli ultimi traguardi della comunicazione umana è stata condotta nelle scorse settimane dalla classe seconda dell’elementare italiana, su iniziativa e con la partecipazione delle insegnanti Rosanna Biasiol Babić, Renata Škabić e Manuela Bistre. Ne è emersa un’interessante relazione sull’arte (le arti) di comunicare, i canali della comunicazione, i mezzi, gli strumenti, dai più rudimentali alla tecnologia di ultimo grido. Ora i ragazzi lo sanno. Si può parlare e si può comunicare in mille modi diversi ma il fine del procedimento, la sua causa e il suo scopo, sono sempre gli stessi ovvero il bisogno di capirsi e di trasmettere informazione per interagire con i propri consimili.

Prima il verbo, dopo Gutemberg

​In principio fu dunque il verbo. È con la parola che nasce la comunicazione, un’invenzione della natura di cui si fregia solo l’umanità anche se “ci si capisce bene” anche tra specie diverse, benché senza parlare, come sanno bene i proprietari di cani e gatti che “parlano” ai propri beniamini e li “ascoltano”. Con la comunicazione orale nascono la tradizione e la cultura (orale), con quella scritta inizia la storia. La stampa, in confronto, è un’invenzione piuttosto recente e si deve, come hanno scoperto ultimamente gli alunni della “Martinuzzi” autori della ricerca, a Johannes Gutemberg, inventore della prima macchina tipografica nel Quattrocento. Ed ecco aperte le porte alla grande rivoluzione culturale che permetterà la diffusione su larga scala di libri, giornali e documenti fino ad allora reperibili solo ai pochi eletti dei ceti elevati e del clero. Ma bisognerà attendere ancora cinque secoli per arrivare all’altra grande rivoluzione delle comunicazioni: la rivoluzione elettrica che inizia con l’invenzione del telegrafo, seguita da telefono e computer, mentre a partire dai satelliti in orbita intorno alla Terra e dalla diffusione di Internet, tutto il mondo diventerà necessariamente “paese” nel senso che ogni barriera tecnologica della comunicazione su scala mondiale sarà di fatto abolita. Cosa che non si può dire anche per le barriere mentali, in larga parte psicologiche e inconsce, che malgrado l’immenso sviluppo tecnologico, continuano a mettere i bastoni tra le ruote alla (buona) comunicazione tra gli individui e i gruppi sociali. Questo è quanto i ragazzi della “Martinuzzi” hanno appreso circa il mondo delle comunicazioni e hanno pensato bene di trasmetterlo (comunicarlo) a genitori e insegnanti che hanno affollato l’atrio scolastico per seguire la recita. Una recita premiata con calorosi applausi.

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