Il coworking ha messo su casa

Inaugurata la moderna struttura in via Marulić sorta sulle ceneri del vecchio edificio della Mehanika. L’investimento ammonta a 3,5 milioni di euro, di cui 2,4 milioni assegnati senza obbligo di restituzione da parte del Fondo europeo per lo sviluppo regionale

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Il coworking ha messo su casa
Gli interni del Centro di coworking. Foto: ARLETTA FONIO GRUBIŠA

Un centro delle idee imprenditoriali-commerciali dentro a un palazzo di vetro. Non è il Glass Palace della Nazioni Unite, ma per Pola conta alla pari della sua inclusione in un contesto di lavoro che si adegua alle nuove tendenze di un’affermazione professionale vista nell’ottica della sharing economy, vale a dire nel sistema economico che si fonda su reti sociali in cui le persone condividono lavoro, tempo e risorse. Il progetto Coworking a Pola è stato inaugurato ieri alla grande, in via Marulić 5, sorto sulle ceneri del vecchio edificio della Mehanika, e applaudito da autorità che contano – primo fra tutti il ministro per lo Sviluppo regionale e i Fondi europei, Šime Erlić – per gratificare gli impegni andati a buon fine con un investimento da ben 3,5 milioni di euro, di cui 2,4 milioni assegnati senza obbligo di restituzione da parte del Fondo europeo per lo sviluppo regionale, 893mila (il 25 per cento dell’investimento complessivo) finanziati dalla Città di Pola e 305mila dal Ministero per lo sviluppo regionale tramite fondi UE destinati alle progettazioni a livello locale (meccanismi ITU). A opera finalmente compiuta, dopo un anno e mezzo di sforzi messi in campo dalle imprese edili Lavčević dd e Lavčević – inženjering doo di Spalato, hanno espresso il proprio compiacimento Boris Sabatti, direttore dell’Agenzia di sviluppo regionale che ha attivato e coordinato la realizzazione dell’ambizioso progetto, Filip Zoričić sindaco della Città partner che da questo investimento potrà ricavare i maggiori benefici e il presidente della Regione istriana, Boris Miletić. Nel momento più atteso i succitati hanno acceso ciascuno le luci di uno dei piani della moderna struttura in stile… statunitense. Alla passeggiata inaugurale attraverso il Coworing di Pola e alla proiezione video che ha illustrato le tappe di realizzazione progettuale hanno preso parte pure Dragan Jelić, direttore dell’Agenzia nazionale per i finanziamenti e le sottoscrizioni contrattuali (SAFU), numerosi ospiti e convenuti tra i quali gli appartenenti al settore dell’imprenditoria locale.

Quattro piani, 1.514 metri quadrati
Uno spazio da vendere, in tutto 1.514 metri quadrati con una cinquantina di unità di lavoro con scrivanie e postazioni Internet dalle quali è possibile il collegamento alle reti wireless organizzate in ambienti “open space”, più otto ambienti d’ufficio al chiuso, sala riunioni dotata di monitor e videoproiettore (ideale quindi anche per videochiamate in HD) con parete divisoria mobile, vano guardaroba e terrazzo: tutto questo distribuito su quattro piani è ora a disposizione per generare il luogo dove le idee, le iniziative e i progetti potranno prendere vita. Oltre un centinaio di utenti dovrebbero qui individuare una buona atmosfera di lavoro, partecipare alla costruzione di un mercato basato sull’idea di condividere e scambiare beni e servizi, godendosi nel contempo un’area relax con distributori d’acqua e bevande calde, trascorrere i momenti di sosta nelle lounge gallerie dedicate alla socializzazione e ai passatempi, trasferirsi dal networking alle zone riservate alla pausa pranzo, fino ad entrare negli spazi designati alla comunicazione privata. Come nel caso di ogni centro Coworking che si rispetti, la comunity di utenti cui vengono offerte occasioni di lavoro condiviso tra scrivanie luce, colore e spazi aperti attraverso una rete di relazioni è quella costituita da liberi professionisti e imprenditori in cerca di postazioni, dai cosiddetti smart worker desiderosi di scambiare contatti e iniziative imprenditoriali, da cosiddetti freelancer o nomadi digitali.

Interesse elevato
Pola, a tutti gli effetti, ha il proprio Centro di coworking, ma non fa da apripista né si vota alla sperimentazione. Semplicemente si adegua a quanto è già ben diffuso sul territorio europeo e in minor parte su quello nazionale. Merito o meglio, colpa del Covid, se la tendenza verso una nuova modalità lavorativa a distanza è finita per accelerare, se un fenomeno spontaneo di conversione del lavoro in modalità smart o da remoto ha portato le persone a lavorare ai tavoli dei bar. Se il resto dell’Europa ha già dimostrato che la costruzione di luoghi adeguati ad ospitare questo tipo di lavoratori non è stato un investimento fallito, anche Pola può ben sperare di avere compiuto l’impresa giusta. Gli interventi dei protagonisti dell’inaugurazione di ieri sono stati tutti concordi nell’asserire che l’interesse nei confronti di questo servizio offerto è elevato al punto da promettere davvero buoni affari, aiutare il rafforzamento del clima imprenditoriale nel territorio urbano di Pola, stimolare le start up, vale a dire le iniziative d’affari locali ancora in embrione e arginare il problema della disoccupazione.

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