Istria. Influenza, siamo solo agli inizi

È la stagione dell’influenza. Ne parliamo con Jasna Valić, immunologa a capo del Dipartimento di epidemiologia dell’Istituto regionale di salute pubblica, secondo la quale era da mettere in conto che, cadute le ultime barriere anti-Covid 19, sarebbero tornati a circolare liberamente tutti i virus

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Istria. Influenza, siamo solo agli inizi
Secondo l’epidemiologa non è ancora troppo tardi per vaccinarsi contro la grippe. Foto: ROBERT ANIC/PIXSELL

È arrivata in anticipo e sembra proprio decisa a restare. Tra l’altro quest’anno è anche più agguerrita. Gli ambulatori di medicina generica sono subissati di telefonate dei pazienti con disturbi respiratori e febbre alta. Finora si temeva il Covid, ma questa volta è “solo” un’altra vecchia conoscente del genere umano: la classica influenza. Ne parliamo con Jasna Valić, immunologa a capo del Dipartimento di epidemiologia dell’Istituto regionale di salute pubblica, e con soddisfazione, visto che per due anni e mezzo non abbiamo fatto altro che ragionare sul Covid. Il suo giudizio è in linea con quanto si afferma a livello nazionale e nel resto d’Europa: l’influenza è tornata, si è presentata con notevole anticipo e si manifesta con vigore. “Il contagio ha sempre un andamento periodico: abbiamo avuto epidemie brevi e lunghe, tarde e precoci, lievi e gravi. Quest’anno è iniziata presto, già sul finire di novembre, e come tutte le volte che l’epidemia si presenta anticipatamente rispetto alla media, è lecito aspettarsi che duri e che produca le sue conseguenze. Da novembre in qua abbiamo accertato 190 casi e siamo solo agli inizi, mentre l’anno scorso in tutto l’arco dell’inverno non ve ne sono stati che 248. Le faccio presente che questi sono solo i numeri dei tamponi positivi e fungono da orientamento, mentre l’influenza colpisce in realtà ampie fasce della popolazione che non entrano nella statistica”, ci spiega la dottoressa.

Nessuna sorpresa
Quindi è vero che con la caduta di tutti i provvedimenti epidemiologici contro il Covid, l’agente patogeno dell’influenza ha trovato finalmente aperte le porte a una propagazione più vigorosa tra le masse? Dietro l’attuale impennata potrebbero esserci ragioni riconducibili al fatto che la popolazione mondiale in questo momento storico si presenta “più immunologicamente ingenua” di quanto ci aspetteremmo? Generalmente i bambini incontrano il virus dell’influenza a partire dal secondo anno di vita, praticamente appena mettono il piede in asilo o in qualunque altro ambiente esterno allo stretto nucleo familiare. Oggi, invece, quest’esperienza è stata ritardata di qualche anno. Risposta affermativa anche in questo caso. La dottoressa Valić ci spiega il fenomeno in estrema sintesi e con parole chiare: “Per due anni il mondo è rimasto inchiodato al divano, i ragazzi hanno seguito le lezioni dal computer di casa e fuori casa abbiamo indossato le mascherine, che sono state il nostro unico strumento di difesa contro il Covid fino alla campagna di vaccinazione. Ora, anche l’influenza è un malattia del sistema respiratorio che si trasmette per via aerea ossia tramite goccioline di saliva presenti negli ambienti chiusi condivisi da un gran numero di persone. Era da mettere in conto che, cadute anche le ultime barriere precauzionali, sarebbero tornati a circolare liberamente tutti i virus respiratori caratteristici della stagione, influenza compresa”.

L’impennata tra due settimane
A quando l’atteso picco dell’epidemia, e poi il suo declino? Stando a Jasna Valić, di anno in anno si ripete sempre lo stesso scenario: dopo il ritorno delle famiglie dalla settimana bianca all’estero (Italia, Austria), e il ritorno dei ragazzi a scuola, il tempo di interagire in tanti in ambienti chiusi, ed è fatta: siamo all’apice dell’epidemia. “A partire dal 15 gennaio ci aspettiamo l’impennata che porterà al picco e quindi, in previsione, anche al declino. Ma questa è soltanto un’ipotesi che deriva dalle esperienze più frequenti in passato perché la stagione dell’influenza dura, come si usa dire nel popolo, da Natale a Pasqua. Per questo non è tardi per prendere il vaccino se si preferisce evitarla”.

Jasna Valić.
Foto: DARIA DEGHENGHI

L’invito a vaccinarsi
In previsione di un ritorno in grande stile dell’influenza, l’Istituto regionale di salute pubblica ha rifornito gli ambulatori di medicina generica di un numero sufficiente di dosi per affrontare l’epidemia e le scorte sono ancora disponibili. “No, non è tardi per vaccinarsi”, ci dice Jasna Valić, e prosegue: “Dalla somministrazione del vaccino al conseguimento dell’immunità ci vogliono due settimane, ma l’epidemia non ha ancora raggiunto il picco e continuerà per un altro paio di mesi, per cui, chi preferisce evitarla, è ancora in tempo per vaccinarsi”. L’istituto di profilassi ha avuto in dotazione dall’ente nazionale 20.000 dosi di cui 18.380 sono state ripartite tra i medici di famiglia. Il resto viene somministrato su richiesta nella sede di via Nazor, che riceve i pazienti ogni giovedì dalle ore 11 alle 13, anche per consulti epidemiologici e non solo per le vaccinazioni. Stando ancora alla dottoressa, l’immunità è sempre a rischio dopo i sessant’anni, mentre nei malati cronici (chi soffre, per esempio di diabete, asma, malattie polmonari ecc) è comunque a rischio a prescindere dall’età. Per questo si consiglia la vaccinazione agli anziani e ai malati cronici.

Il Covid non è scomparso
E col Covid come stiamo andando? È possibile che nessuno più ci pensi? Risposta negativa: “Il Covid ha avuto un calo decisivo nei mesi caldi ma è rimasto presente e anzi è nuovamente in aumento dalla fine di novembre, per ragioni note”. Per tutti questi motivi, non è raro vedere sempre più gente che torna a indossare la mascherina nelle occasioni dei raduni di massa in ambienti chiusi.

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