Cerimonia doppiamente solenne ieri al Cimitero della Marina di Pola nel rione di San Policarpo. Alla presenza degli Ambasciatori di Francia e Austria a Zagabria, Fabien Fieschi e Josef Markus Wuketich, del vicesindaco di Pola in quota CNI Bruno Cergnul e della presidente del Consiglio cittadino Marija Marković Nikolovski sono state commemorate le vittime francesi della Seconda guerra mondiale sepolte a Pola, e quindi è stata scoperta la targa che attesta l’entrata del cimitero polese nella prestigiosa famiglia dei Cimiteri significativi d’Europa o Association of Significant Cemeteries in Europe (ASCE): la rete europea degli enti pubblici o privati che curano i cimiteri europei importanti per ragioni storiche, estetiche e pedagogico-morali.
Il vicesindaco Cergnul ha augurato il benvenuto ai “rappresentanti dei due Paesi, Francia e Austria, che nella Grande guerra hanno combattuto l’uno contro l’altro e che oggi, anche con questa cerimonia, lanciano un messaggio di pace”. Il vicesindaco ha annunciato la disponibilità di Pola di commemorare ogni anno l’anniversario della morte dei militari francesi, rendendo particolarmente solenni le ricorrenze per così dire “tonde”, a cominciare da quella d’anno che verrà, il 2024, perché ricorreranno i 110 anni dall’inizio della Prima Guerra Mondiale.
L’impegno della Città di Pola
L’Ambasciatore francese Fabien Fieschi si è rivolto agli astanti: “È con grande emozione e profondo rispetto che mi trovo a Pola per ricordare il sacrificio di due marinai francesi che persero la vita a Pola nel dicembre del 1914 prestando servizio a bordo del sottomarino Curie, affondato in una retata della flotta militare austro-ungarica. Oggi siamo qui anche per ringraziare la Città di Pola per l’impegno che dedica alla memoria dei militari caduti d’Europa. Il confronto e la bellicosità del passato sono evolute in collaborazione, amicizia, fede nella cooperazione internazionale e nella pace. Diciamo fede nella pace anche alla luce del prossimo allargamento dell’UE verso oriente, che oggi purtroppo è nuovamente teatro di guerra. Il nostro passato comune non dovrà più dividerci ma promuovere i valori della pace e della stabilità”, ha concluso l’Ambasciatore, a cui si è unito il collega austriaco Josef Markus Wuketich per la successiva cerimonia di scoprimento della targa dell’ASCE. In quest’occasione il titolare della sede diplomatica austriaca ha dichiarato: “Ringrazio l’Ambasciatore francese per averci incluso in questa cerimonia commemorativa che è un esempio dello spirito europeo capace di ammettere le proprie colpe, farne tesoro ed edificare sulle loro macerie le fondamenta di una futura fraternità”.
La famiglia dell’ASCE
Sull’entrata del Cimitero della Marina di Pola nella grande famiglia dell’ASCE, va detto che non si tratta di un elenco qualunque dei cimiteri storici, ma di una rete di collaborazioni sulla base di interessi comuni e precisamente: la promozione del riconoscimento dei cimiteri europei come parte fondamentale del patrimonio dell’umanità, la sensibilizzazione dei cittadini e delle istituzioni sull’importanza dei cimiteri, il richiamo dell’attenzione delle università e il miglioramento della gestione dei cimiteri”, da esporre anche a un pubblico turistico. Pola è dunque in buona compagnia con Vienna, Milano, Berlino, Bologna, Belgrado, Bucarest, Copenaghen, Cordoba, Dublino, Firenze, Ferrara, ma anche Ragusa (Dubrovnik), Varaždin e Fiume in Croazia. L’Associazione non ha scopo di lucro, è stata fondata a Bologna nel 2001 e si distingue per il suo carattere eminentemente europeo. L’hanno fondata 12 enti nazionali di Germania, Svezia, Estonia, Lituania, Norvegia, Danimarca, Italia, Belgio e Slovenia, ma in 22 anni da questo primo nucleo di fondatori è cresciuta un’associazione che oggi conta ben 180 soci tra enti e istituzioni impegnate nella valorizzazione del patrimonio architettonico funebre d’Europa.
Sul merito del K.u.k. Marinefriedhof di Pola, va detto che è uno dei cimiteri militari più estesi del vecchio continente. Venne costruito nel 1862 su un lotto di appena 4.000 metri quadrati per le sepolture militari, che inizialmente erano collettive, e solo dal 1870 in avanti individuali. Nel giro di appena una decina d’anni i campi destinati alle sepolture hanno raggiunto l’area attuale delimitata dalle vie Jeretov, Stoia e Veruda di 22.039 metri quadrati. Al cimitero hanno trovato l’estrema dimora ufficiali e militari dell’Impero asburgico e degli eserciti nemici. Vi sono sepolte le vittime degli affondamenti del piroscafo “Baron Gautsch”, della nave ammiraglia “Viribus Unitis” e della “Szent Istvan”, ma anche i deceduti sterminati dalla “spagnola” nell’inverno del 1917/18. Nomi e cognomi intagliati nelle lapidi sono testimoni delle nazionalità che s’incontrarono e si scontrarono sul campo di battaglia: croati, serbi, montenegrini, austriaci, cechi, slovacchi, ungheresi, tedeschi, inglesi, francesi e turchi hanno trovato la pace eterna in questo cimitero poco lontano dal mare che fu teatro di scontri e di sciagura. Dal 1960 il KuK Marinefriedhof è categorizzato come monumentale e da allora vi sono vietati tutti i seppellimenti. Si stima che in poco meno di un secolo, tra il 1862 e il 1960, vi siano state sepolte le spoglie di 100.000 militari e civili vittime di guerra e delle epidemie concomitanti.
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