Bambini scomparsi: c’è l’allerta AMBER

La Questura istriana promuove un’iniziativa che riguarda i casi di sospetto rapimento

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Bambini scomparsi: c’è l’allerta AMBER
Lo stand davanti al mercato coperto. Foto: DARIA DEGHENGHI

Il 25 maggio ricorre la Giornata internazionale dei bambini scomparsi, istituita dalle Nazioni Unite in ricordo del piccolo Etan Patz, rapito a New York nel maggio 1979. Quest’anno la campagna di sensibilizzazione è promossa in 16 Paesi d’Europa in 14 lingue diverse, Croazia compresa. La Questura istriana si è unita alle iniziativa “Check Think Report” dell’Allerta AMBER Europe (AMBER è acronimo di America’s Missing: Broadcast Emergency Response), il sistema di allarme in caso di sospetto rapimento. Il Centro europeo per i minori scomparsi, in collaborazione con le organizzazioni governative e non governative dei Paesi UE, promuove una serie di iniziative mirate a informare i cittadini sugli aspetti comuni ma anche quelli più insoliti del fenomeno: dai giovani che si allontanano da casa per disagio ma poi rientrano spontaneamente o vengono rintracciati in tempo di poche ore, ai casi di forte malessere psicologico che possono finire in tragedia, fino al più recente fenomeno dei minori di nazionalità non europee che rientrano nel più complesso fenomeno dei flussi migratori delle rotte internazionali. Come spiega Alica Rosić Jakupović, la campagna insegna ai cittadini la giusta reazione in caso di scomparsa del bambino, perché le reazioni di panico non aiutano i soccorritori ma, anzi, producono il caos che finisce per mettere i bastoni tra le ruote alle indagini.

Il protocollo dei tre pilastri
Come procedere, allora, per non perdere la testa e non compromettere le operazioni di ricerca? Il sistema di allerta AMBER e la Questura istriana consigliano di seguire il protocollo dei tre pilastri “Verifica. Rifletti. Denuncia”. La verifica consiste in una ricerca preliminare in casa e nel circondario, anche nei luoghi meno sospetti. A questo punto la polizia fornisce una lista di nascondigli che potrebbero essere il luogo in cui il bambino piccolo è andato a cacciarsi involontariamente, alla lettera: dal frigorifero alla lavatrice, mentre per gli adolescenti si consiglia di scrutare attentamente anche la cronologia delle ricerche in rete sul PC, chiamare gli amici del ragazzo o i genitori degli amici. Il secondo passo è riflettere e cercare di ricordare i dettagli che hanno preceduto la scomparsa, ogni comportamento diverso dal solito, tutti i cambiamenti di routine, gli sbalzi di umore, i sintomi di tensione, le liti con i coetanei, eccetera. La denuncia dovrà essere solo l’ultimo dei tre passi da farsi, ma non dovrà essere tardiva. A questo proposito è importante sfatare un mito che abbiamo acquisito a furia di seguire i telefilm statunitensi: no, non è necessario aspettare 24 ore per denunciare la scomparsa, né è necessario attendere 24 perché la polizia si metta all’opera. È solo che per denunciare bisogna aver verificato attentamente tutte le opzioni più probabili rispetto alla spiegazione estrema: la fuga da casa, il rapimento, un infortunio, un incidente ecc.

In Istria due fascicoli aperti
Ogni anno in Europa spariscono di casa 300.000 bambini e la campagna “Verifica. Rifletti. Denuncia” serve appunto a preparare le famiglie a gestire l’ansia in modo più produttivo per avere risultati più promettenti. Quando i genitori sanno come muoversi, i tempi che intercorrono tra la denuncia e il ritrovamento si accorciano notevolmente. È importante non perdere tempo, perché una segnalazione immediata di scomparsa porta un enorme vantaggio alle attività di ricerca. “Attualmente in Istria abbiamo due fascicoli di scomparsa di minore aperti”, ci dice Alica Rosić Jakupović, ma se mi chiede quanti sono i casi l’anno è difficile fare una stima coerente perché durante l’anno segnaliamo diversi ragazzi che si allontanano dalla comunità residenziale per minori non necessariamente per fuggire, ma piuttosto per motivi di resistenza all’autorità, e in questo caso ritornano spontaneamente o vengono rintracciati nei luoghi attesi”. La statistica potrebbe trarre in inganno, dunque. Ad ogni modo alla campagna partecipano le forze di polizia di Albania, Austria, Belgio, Bosnia ed Erzegovina, Croazia, Repubblica Ceca, Italia, Lituania, Malta, Olanda, Macedonia del Nord, Polonia, Portogallo, Slovenia, Spagna e Regno Unito. Ulteriori informazioni sono accessibili sul sito di Allerta AMBER EU (www.amberalert.eu). La rete coinvolge gli esperti di 45 organizzazioni governative, in prevalenza i ministeri degli interni, e non governative di 28 Paesi d’Europa.

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