Arena, c’è tutto un verde intorno

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Arena, c’è tutto un verde intorno

Una mostra sull’Anfiteatro, nella galleria “Anfiteatro”, che una volta tanto è dedicata principalmente al suo circondario piuttosto che all’anfiteatro stesso. L’esposizione porta il titolo “L’arena e i parchi circostanti – ieri e oggi”, è stata allestita da Monika Petrović e Katarina Zenzerović del Museo archeologico istriano e inaugurata ieri in occasione della Giornata internazionale dei musei e dell’imminente Giornata europea dei parchi, che ricorre il 24 maggio. 

Come definirla? Intanto, l’intento originale era quello di mettere ordine nella vasta collezione di fotografie, cartoline, cartine, progetti architettonici e urbanistici originali relativi alla costruzione e all’allestimento dei parchi intorno l’anfiteatro, quindi di affiancargli opere artistiche di nuovo conio (acquerelli, vasellame, ritratti e fotografie panoramiche), ispirate al materiale documentaristico originale, studiato e descritto con il rigore del metodo scientifico, e infine selezionare il meglio e il “meglio presentabile” per portarlo all’attenzione del pubblico nella galleria per le esposizioni “eleganti” dell’anfiteatro romano.

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Pianificazione (e degrado) ambientale

I parchi che l’esposizione prende in esame sono i Giardini Valeria, che terminano al Ninfeo con Parco Carolina; quindi il parco della “Serpentina”, che affronta il dolce pendio tra l’Arena e la Chiesa di Sant’Antonio, ma anche il minuscolo parco a forma di triangolo al cui vertice s’incontrano le attuali vie dell’Istria e dell’Anfiteatro. 
La mostra e il ricco catalogo che l’accompagna tengono conto del fattore cronologico, della lenta e graduale pianificazione ambientale (talora del degrado ambientale) che ha cambiato radicalmente e in varie occasioni l’aspetto del circondario dell’Arena. 
Un esempio solo: i Giardini Valeria non soltanto hanno cambiato più volte le geometrie, i sentieri e il patrimonio arboreo, ma dall’inaugurazione di fine Ottocento a oggi hanno sperimentato la rimozione e la sostituzione di ben quattro monumenti caratteristici delle epoche storiche e della geografia politica corrispondente, vale a dire: la fontana circolare del 1894, la statua di Amore collocata al centro della medesima fontana tre anni più tardi, il monumento all’imperatrice Elisabetta, consorte dell’imperatore Francesco Giuseppe I, del 1904, il Monumento alla lupa capitolina, tipico del Regno d’Italia, simbolo di Roma antica, inaugurato il 21 aprile 1940, e infine il monumento al marinaio che nel 1951 venne eretto alla memoria della rivolta delle Bocche di Cattaro del 1918 (ci perirono 6mila marinai in lotta per le migliori condizioni di vita e di lavoro).

Restyling in vista

Il parco della “Serpentina” è la salita che tange l’anfiteatro dal suo lato migliore (l’altro è circoscritto da una scalinata in pessimo stato, da ricostruire) ed è ora oggetto di scavi che consentiranno la posa di infrastrutture in funzione del monumento. In un momento successivo, forse già a partire da quest’autunno, il circondario stesso dell’Arena sarà oggetto di un importante restyling che dovrebbe ridarle finalmente un aspetto perlomeno decoroso se non proprio formidabile. Chiaro che il grande parcheggio di Carolina ai piedi dell’anfiteatro è uno svantaggio enorme per l’aspetto, la preminenza e l’importanza storica di un siffatto monumento. Ma queste sono problematiche – come ha accennato nel corso della cerimonia inaugurale il direttore del Museo archelogico, Darko Komšo – che esulano dalla portata delle competenze e mansioni dell’ente, il quale non può fare altro se non occuparsi di gestire il monumento, equilibrando le esigenze (commerciali) del turismo e dello spettacolo e le necessità della sua conservazione secondo i dettami della Soprintendenza ai beni culturali. La mostra si potrà visitare fino al 15 luglio.

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