INTERVISTA Luka Brussich. «Vedo negli insegnanti un potenziale enorme»

Intervista al neodirettore della SEI «Giuseppina Martinuzzi»

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INTERVISTA Luka Brussich. «Vedo negli insegnanti un potenziale enorme»
Luka Brussich. Foto: ARLETTA FONIO GRUBISA

Che cosa significa dover reggere le redini di un’istituzione formativa di primaria importanza per la Comunità Nazionale Italiana, che contribuisce a generare coscienza d’identità e senso d’appartenenza nelle generazioni del futuro, chiamata a promuovere la lingua e la cultura nel territorio d’insediamento storico, attraverso un percorso fatto di attività didattiche e culturali nella lingua madre? Luka Brussich, neodirettore della Scuola elementare italiana “Giuseppina Martinuzzi” di Pola, a cominciare dal 1º aprile, è stato appena investito di ruolo, e per tale motivo, non gli è ancora stato concesso il tempo, come nemmeno l’opportunità, di poter esprimere considerazioni dettate dall’esperienza sul campo. Tuttavia, il suo curricolo professionale è sì ricco di scuola e di lavoro in aula: è stato insegnante del doposcuola alla Martinuzzi per 14 anni, preceduti da cinque anni d’insegnamento di classe alla SEI San Nicolò di Fiume. Chiaro è anche che una carica dirigenziale sia ben altra cosa, ma ci si è subito potuti rendere conto che l’atteggiamento assunto nell’ufficio predestinato è quello di un dirigente già attento e scrupoloso, che si trova di fronte a compiti plurimi e complessi, se non a un vero e proprio enorme progetto che egli intende gestire con senso di grande responsabilità, mente aperta e attenta a quelle che sono le necessità (e le difficoltà) dell’istituzione scolastica.

Qual è stato il motivo della sua candidatura a direttore di un’istituzione di ruolo strategico come la Scuola italiana “Giuseppina Martinuzzi” di Pola?
“Mi sono candidato perché penso che assieme a tutti i miei colleghi possiamo elevare la qualità del nostro lavoro e renderlo più proficuo fino a offrire ai nostri alunni un’offerta educativo-formativa di qualità e quindi rendere i loro genitori ancora più soddisfatti del sapere e delle competenze acquisite dai loro figli”.

Trovarsi improvvisamente alla guida di quest’istituzione rappresenta per lei un momento difficile?
“Sono oltremodo convinto che con una buona sinergia di lavoro tra insegnanti, alunni e genitori affiancata in parte da una valida cooperazione con il fondatore, la Città di Pola, con il Ministero della Scienza e dell’Istruzione e l’Unione Italiana possiamo superare tutte le attuali difficoltà e portare avanti verso il futuro, la scuola della CNI”.

Quali sono i problemi che dovrà affrontare e risolvere? Quali questioni sono rimaste aperte e in attesa di soluzione in seguito all’ispezione scolastica effettuata negli ultimi mesi?
“Innanzitutto, siamo chiamati a seguire i dettami ricevuti mediante decreto da parte dell’ispezione ministeriale. Nella parte del documento che impone alla scuola una penalità da pagare, superiore ai 14mila euro, è stato inoltrato immediatamente ricorso dal momento che l’istituzione non si ritiene responsabile o in dovere di estinguere quanto richiesto. Ma in attesa di responso, per ora, non vorrei esprimere considerazioni e addentrarmi in ulteriori approfondimenti in merito. Quanto al resto, la scuola provvederà come richiesto a mettere in regola la documentazione pedagogica rendendola bilingue dopo la traduzione dalla lingua italiana. In secondo luogo, si prenderà atto delle disposizioni ministeriali fornite al dettaglio per quanto concerne la sottoscrizione dei contratti di lavoro a tempo determinato”.

Cos’è successo, nel frattempo, con il Comitato scolastico?
“Qui va fatta una premessa: il Comitato scolastico è effettivamente l’organo che secondo statuto, presiede la scuola, mentre il direttore scolastico è la persona responsabile del rispetto delle normative. In detto caso, l’Ispezione ministeriale ha sciolto il nostro Comitato scolastico a causa delle irregolarità riscontrate nel lavoro del precedente dirigente scolastico. Al momento, la scuola è in mano a una commissione provvisoria composta dalle nostre insegnanti Ana Kmet e Paola Marinčić, nominate dal Consiglio insegnanti, nonché da Carmen Toffetti Štifanić quale rappresentante ingaggiata dalla Città di Pola. La medesima resterà in carica fino alla nomina del nuovo Comitato scolastico, da effettuarsi entro il prossimo 8 maggio”.

Come valuta l’operato dell’uscente dirigenza? Susanna Cerlon, dopo le dimissioni, resta alle dipendenze della scuola come insegnante?
“Dopo tre giorni di mandato penso che non sia né corretto né professionale commentare il lavoro della collega Cerlon, che ha guidato la nostra scuola per 14 anni. Tutto quanto di positivo è stato fatto finora, dovrà certamente avere continuità, mentre i problemi segnalati dall’ispezione ministeriale andranno corretti il prima possibile. Susanna Cerlon, che resta a lavorare in questa sede, ha 27 anni di servizio presso le istituzioni scolastiche della CNI e detiene i titoli di studio adeguati, cosicché al bando di concorso per l’assunzione di un insegnante di geografia è stata scelta come il candidato più idoneo, che in quanto tale ha iniziato a insegnare a partire da questa settimana”.

Ci illustri il suo programma di lavoro per il mandato di cinque anni. Quali sono gli aspetti di vita scolastica che intende cambiare o migliorare?
“Al centro dell’attenzione del mio programma di lavoro ci sono i miei colleghi insegnanti. Vedo in loro un potenziale enorme nel processo educativo-istruttivo dei nostri alunni. Io intendo ascoltarli e porli in condizione di potere realizzare il curricolo scolastico e i vari progetti dell’istituzione formativa. È inserito quale parte integrante del programma il proseguimento della proficua collaborazione con l’ente prescolare italiano “Rin Tin Tin” e la Scuola Media Superiore Italiana “Dante Alighieri” di Pola, mossi dal fatto di coltivare l’interesse comune di divulgare la lingua e la cultura italiana nella nostra Città. Al fine di realizzare il nostro programma, per il quale ho ricevuto il consenso quasi unanime di tutto il collettivo, sarà vitale la collaborazione con la Città di Pola e l’UI. Da questa cooperazione mi aspetto aiuto e sostegno con l’obiettivo di migliorare le condizioni di lavoro nella nostra istituzione scolastica. La Martinuzzi, che è da considerarsi una culla del bilinguismo a Pola, rappresenta un vero esempio di convivenza, tolleranza ed è nostro desiderio quello di ridiventare in tempi rapidi un fiore all’occhiello per la comunità italiana e la nostra Città.
Non mi ritengo un direttore quanto un coordinatore responsabile al servizio della scuola, che si è assegnato il compito di aiutare la concretizzazione delle idee e delle iniziative dei colleghi insegnanti. È mia intenzione adottare un atteggiamento di apertura nei confronti del collettivo di lavoro e diventare il fautore delle loro proposte o iniziative e innovazioni. Di idee ce ne sono in base alle attitudini e affinità di coloro che promuovono il processo formativo. Si pensa, ad esempio, a spettacolini da offrire al Rin Tin Tin, a collaborazioni da perpetuare anche con le istituzioni cittadine, il Cinema Valli, il Teatro, il Museo archeologico”.

Che cosa pensa dell’usufrutto della palestra scolastica e delle richieste inoltrate da parte della Città o di club sportivi?
“Con la Città s’individuerebbe un accordo, qualora la palestra fosse di proprietà dell’elementare. Siccome l’impianto sportivo è stato assegnato in usufrutto alla Dante e all’elementare ed è stata finanziata con i soldi dei contribuenti di Italia e Croazia, è essenziale che ci sia un accordo tra Città e UI. Penso che la collaborazione tra le medesime sia fondamentale per l’affermazione e la crescita della nostra scuola. Mi ritengo una persona che unisce e che cerca di trovare soluzioni ai problemi. Per quanto concerne la palestra, ben venga un futuro accordo tra Città e Unione Italiana”.

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