Una grande festa in famiglia

La CI «Fulvio Tomizza» ha festeggiato il 75.esimo della fondazione. Alla cerimonia numerose autorità e un folto pubblico

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Una grande festa in famiglia
Un po’ di movimento con le “Blue Dream”. Foto: ŽELJKO JERNEIĆ

Ripercorrere gli anni da quel difficile 1947 ad oggi. Questo il fine degli attivisti umaghesi, che non hanno lesinato fatiche onde festeggiare il 75 esimo anniversario di fondazione della CI. A darsi appuntamento presso il Teatro cittadino “Antonio Coslovich”, amici di allora e di oggi, mentre il pensiero è andato anche a coloro che sono stati i padri fondatori del sodalizio, o meglio coloro che più di altri hanno dedicato tempo e impegno ai fini della sopravvivenza di quello che agli albori si chiamava Circolo italiano di Cultura e poi in favore del suo sviluppo e affermazione negli anni.

Un’eredità importante
Non a caso, in più occasioni in sede di cerimonia, è stata ribadita la grande eredità che la “Fulvio Tomizza” ha dato alla sua città, un’eredità i cui fautori non sono solo quelli che dal 1947 hanno curato lingua e cultura di un popolo diventato di colpo minoranza etnica, bensì coloro che erano qui da sempre. Queste solo alcune delle riflessioni che abbiamo sentito all’atteso spettacolo, definito quasi una festa in famiglia, poiché, come avviene in molte località istriane, quando a fare festa è la CI, a fare festa è tutto il paese. Immancabile il rimando a chi non è più tra noi. Onde omaggiare soci e attivisti scomparsi, lo spettacolo si è avvalso di sentite recite di scritti poetici usciti dalla penna di attivisti come Luigi (Gigi) Grassi, primo attore della filodrammatica scomparso nel 2001. Come non ricordare poi presidenti e attivisti di prim’ordine, fautori del successo del sodalizio, come i professori Celestino Gasparini e Giuseppe (Pippo) Rota, distintisi in favore della comunità in epoche molto più difficili rispetto a quella odierna. A fare gli auguri di buon compleanno alla “F. Tomizza” i rappresentanti delle Città, dei Comuni e delle Comunità limitrofe, l’Ambasciatore italiano a Zagabria, Pierfrancesco Sacco, le autorità consolari italiane a Fiume, capeggiate dal Console generale, Davide Bradanini, i vertici dell’UI, nelle persone di Maurizio Tremul, Marin Corva e Paolo Demarin, rispettivamente a capo dell’Unione Italiana, della Giunta esecutiva e dell’Assemblea dell’UI, i rappresentanti della Regione istriana, con la vicepresidente in quota CNI, Jessica Acquavita e l’assessore alla cultura, Vladimir Torbica, oltre ai rappresentanti dell’UPT, Emilio Fatovic in qualità di presidente e Fabrizio Somma, direttore dell’Ente morale. Presenti in sala anche il vicepresidente ed esponente della CNI al Sabor, l’onorevole Furio Radin, il deputato al Parlamento sloveno, Felice Žiža, la viceconsole onorario a Buie, Giuseppina Rajko, il vicesindaco di Umago in quota CNI, Mauro Jurman, il presidente del Consiglio cittadino umaghese, Ivan Belušić. Sentiti gli interventi del sindaco di Umago, Vili Bassanese (in italiano), del presidente dell’UI, Maurizio Tremul, del presidente dell’UPT, Emilio Fatovic, dell’on. Furio Radin e dell’Ambasciatore, Pierfrancesco Sacco.

Palco e platea affollati
Inutile dire che i quasi 500 posti del Teatro umaghese erano praticamente tutti occupati. Lo spettacolo è stato un sunto di 75 anni di storia avvalsosi di scenette, interventi canori e proiezione di un sentito filmato che ha ricordato la figura degli attivisti di ieri e di oggi. Un ritorno al passato che ha reso un’idea sulle difficoltà affrontate durante sistemi politici diversi, sul tempo occorso alla sua rinascita dopo l’esodo e sui traguardi raggiunti in tempi moderni. Particolarmente toccante l’attimo canoro dei bambini delle sezioni giovanili della “F. Tomizza”. Le sezioni coinvolte nello spettacolo erano diverse, ma non tutte, dato il loro grande numero. In questa Comunità passano ogni giorno almeno 200 attivisti dai 3 agli 86 anni, è stato ribadito. Ad allietare il pubblico umaghese sono così state le sottosezioni del gruppo di ballo moderno denominato “Blue Dream”, diretto dalla maestra Jelena Mrak, un ventaglio di giovanissime ballerine che si sono esibite subito dopo i minicantanti, preparati invece dai maestri Maura Miloš e Teo Biloslavo, provenienti da scuole e asili. Immancabile il coro misto della Comunità, diretto dal 1996 dal maestro Maurizio Lo Pinto, coro che ha da poco festeggiato i suoi 45 anni di attività. Lo spettacolo ha in parte seguito la falsariga degli scorsi anniversari, quando per tutto il tempo dello stesso, sul palco erano presenti gli attivisti della sezione filodrammatica che introducevano i punti in programma con informazioni e commenti.

Porte aperte a tutti
Tutti gli attivisti e i tanti dirigenti hanno messo molto impegno in questa serata. A dirlo, la presidente del sodalizio, nonché vicesindaco in quota CNI, Floriana Bassanese Radin, la quale ha sottolineato l’inossidabilità dei sentimenti nei confronti dei valori fondamentali della Comunità. “Quest’oggi si festeggia il 75.esimo, ma lo sguardo è rivolto al futuro onde fornire una spalla alle generazioni che un domani prenderanno le redini del sodalizio”, ha concluso la presidente. Non è mancata la carrellata di presentazione dei dirigenti delle sezioni e dei capogruppo. Seppure per motivi di tempo non tutte le sezioni hanno potuto esibirsi, il pubblico ha potuto almeno sentire i nomi e apprendere il numero dei dirigenti in seno a questa che è, per numero di soci, una delle CI più grandi della CNI. Per l’occasione è anche uscito il secondo volume contenente fatti e storia della Comunità dal 70.esimo in poi, collana di cui ogni copertina recherà uno dei colori della bandiera italiana. Infine, in chiusura di spettacolo, è stata sottolineata anche un’importante peculiarità di questa Comunità, ovvero quella di non essere mai stata un’organizzazione chiusa, ma di aver sempre aperto le proprie porte a tutti coloro che hanno voluto vederla, conoscerla o partecipare alle sue attività. Un tanto vale sia per gli appartenenti al popolo di maggioranza come pure per gli altri gruppi etnici presenti sul territorio ai quali, sempre in sede di spettacolo, è andato un sentito saluto indirizzato tramite i loro rappresentanti. Ancora una volta la Comunità umaghese, oltre a fare presente il fatto di essere la casa degli italiani, ha dimostrato di essere anche la casa di tutti.

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