Ha suscitato un grande interesse la conferenza intitolata “La colonizzazione dalla Grecia in Istria durante l’età moderna”, con la quale nella Comunità degli Italiani “Fulvio Tomizza” di Umago è proseguito il ciclo di conferenze storiche “Corte de le ore”. A salutare i presenti e gli ospiti è stata la presidente del sodalizio Floriana Bassanese Radin, promotrice del progetto delle conferenze storiche. A prendere la parola è stato quindi il prof. Dean Brhan, che ha già avuto occasione di presentare i diversi flussi migratori in varie periodi storici nella nostra Regione ed è un esperto ricercatore dei cognomi istriani e della loro provenienza.
Come ha spiegato il relatore, i flussi migratori provenienti dalla Grecia iniziano soprattutto dopo la guerra di Cipro o quarta guerra turco-veneziana del 1570-1573, conflitto combattuto tra l’Impero ottomano e la Repubblica di Venezia per il predominio del Mediterraneo orientale, conclusosi con la conquista ottomana del Regno di Cipro.
Proprio in seguito alla perdita dell’isola di Cipro si verificò una delle immigrazioni più consistenti di greci in Istria. Troviamo immigrati greci soprattutto a Pola, Parenzo, Umago, ma anche a Rovigno, Capodistria, Cittanova, Peroi, Marzana, Fasana, San Lorenzo del Pasenatico e Pinguente. Per non ripetere gli errori del passato, questa volta il Senato veneto affidò l’intero processo migratorio a una carica eletta ad hoc con ampissimi poteri: il provveditore in Istria. La nomina di un provveditore non era una novità nella prassi politica veneziana: la Repubblica ricorreva a questa carica ogni volta che qualche settore richiedeva particolari attenzioni, per cui si ricordano provveditori al sale, alla sanità, ai boschi, ai confini, ecc. I nuovi immigrati in Istria non vennero accolti molto bene e molte volte delle difficoltà nello svolgimento dei compiti quotidiani, come l’impedimento dell’uso di un mulino o di una fonte d’acqua sfociavano nella violenza.
Fu ben chiaro soprattutto nei centri più ambiti, come per esempio a Parenzo, che il tentativo veneziano di creare una colonia cretese era sostanzialmente fallito: solo una piccola parte di nobili cretesi si era radicata profondamente nella comunità, mentre la maggior parte si trovava in altre località dell’Istria nei ranghi della piccola burocrazia veneta. Le terre loro assegnate, nella maggior parte dei casi, non venivano sfruttate a causa delle loro occupazioni legate per lo più a incarichi che li portavano lontano da Parenzo.
Al termine della conferenza Gianfranco Abrami ha voluto intervenire raccontando un aneddoto di una gita in Grecia, quando aveva scoperto il luogo di provenienza del nonno Sodomaco, leggendo su una lapide in cimitero il cognome Sodomacos.
Davvero utile scoprire quanto i vari flussi migratori abbiano forgiato il nostro tessuto sociale e soprattutto constatare come la storia continui a ripetersi inviandoci lezioni di vita che noi continuiamo a sorvolare, invece di farci riflettere e guardare con occhi diversi tutte quelle persone che fuggono dalle aree di guerra e si rifugiano in Europa chiedendo soltanto accettazione e rispetto.
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