«Fidelity» ancora sotto sequestro

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«Fidelity» ancora sotto sequestro

ARSIA | “D’ora in poi saremo più presenti a Valpidocchio. Anche se i regolamenti per questo scalo merci e per tutti gli altri porti con le stesse attività non lo prescrivono, stamattina ho approvato un atto in accordo con il quale a Valpidocchio (Bršica) durante il bunkeraggio, l’operazione di rifornimento del carburante per le navi, sarà presente uno dei nostri dipendenti”. Sono le parole pronunciate ieri ad Arsia da Denis Vukorepa, direttore dell’Autorità portuale di Fiume, dopo una riunione tenutasi presso la sede del Comune di Arsia alla quale è stato discusso l’incidente ambientale avvenuto venerdì scorso a Traghetto in seguito allo sversamento di 3.800 litri di idrocarburi nella baia Canale d’Arsa dalla nave “Fidelity”, battente bandiera libanese.

Le regole del bunkeraggio

Come precisato da Vukorepa, nessuno dei 40 dipendenti dell’Autorità portuale di Fiume era presente al momento dell’incidente, perché la presenza del personale dello scalo merci d’arrivo non sarebbe nemmeno prevista dai regolamenti sulle attività in simili porti. Conformemente a questi ultimi, il bunkeraggio andava svolto in presenza dei membri dell’equipaggio della nave e del rappresentante della ditta fornitrice del carburante, ossia della società petrolifera INA.

Le indagini della Procura

“I risultati dell’indagine condotta dalla Procura di Stato dimostreranno se ciò corrisponda al vero. È difficile controllare l’equipaggio 24 ore su 24 per verificare se una valvola sia stata chiusa o no. Se i regolamenti attualmente in vigore fossero stati rispettati, una cosa del genere non sarebbe avvenuta”, ha detto Siniša Orlić, viceministro del Mare, dei Trasporti e dell’Infrastruttura addetto alla sicurezza della navigazione, il quale ha visitato ieri Traghetto con i rappresentanti dell’Autorità portuale di Fiume, tra cui Bojan Vukorepa e Bojan Hlača, presidente del CdA della Port Authority fiumana già direttore della stessa.

La valutazione dei danni

Stando al viceministro, i regolamenti attualmente in vigore potrebbero essere modificati con l’obiettivo di rendere più sicuri gli scali portuali di questo tipo. Confermando che lo sversamento è stato causato da un “errore umano”, Orlić ha detto che deve essere ancora definito, in collaborazione con la Procura, se i danni causati dallo sversamento saranno qualificati come reato penale oppure trasgressione. Secondo Orlić, nemmeno ieri, a quattro giorni dall’incidente, era possibile valutare l’ammontare complessivo dei danni causati da questo incidente ecologico, in quanto ai danni materiali effettivi andrebbero aggiunte anche le perdite economiche dovute all’inquinamento, oltre ai costi di bonifica, con incluso il lavoro delle circa 200 persone coinvolte nelle operazioni di pulizia.

Danni a carico dell’armatore

Va detto che l’inquinamento, oltre alla costa del Comune di Arsia, compresa pure quella di fronte al campeggio a Tonnara (Tunarica), ha colpito anche i territori dei Comuni di Marzana e Barbana. Secondo quanto detto ieri, i danni dovranno essere risarciti dall’armatore, la compagnia “Tamara Shipping” di Beirut. La nave “Fidelity” rimarrà intanto sotto sequestro a Valpidocchio finché non verrà presentata una garanzia per la copertura dei danni arrecati.

traghetto
Multa salata

“Insisteremo affinché l’armatore venga punito con il massimo della sanzione pecuniaria applicabile, affinché tutte le altre compagnie sappiano come comportarsi nei porti croati”, ha aggiunto Orlić. Secondo il viceministro, prima o poi un incidente del genere doveva succedere, se si considera il fatto che il 10 per cento di oltre 70 milioni di tonnellate di carico pericoloso a bordo delle navi presenti nell’Adriatico finisce nei porti croati.

Sindaca soddisfatta

“Sono molto soddisfatta dell’esito della riunione e dell’assistenza offerta dal Ministero e dall’Autorità portuale di Fiume, i cui esponenti ci aiuteranno con la richiesta di risarcimento danni e con le attività da avviare per migliorare gli standard ambientali a Valpidocchio”, ha dichiarato Glorija Paliska, sindaca di Arsia, soffermandosi su una questione di cui continuano a lamentarsi gli abitanti di Traghetto. A loro avviso, le attività nello scalo merci a Valpidocchio, compresa la prassi di scaricare in mare l’acqua utilizzata per il lavaggio delle navi che trasportano il bestiame, sono lungi dall’essere conformi agli standard ambientali che dovrebbero essere rispettati in una località come Traghetto, in cui buona parte delle attività economiche rientra nel settore turistico e dipende pertanto dalla qualità del mare e dell’ambiente in genere. Nelle vicinanze si trova pure il fiume Arsa con le sue fonti di acqua potabile. Secondo Vukorepa, gli standard ambientali nella zona dello scalo merci saranno migliorati nell’ambito della ricostruzione dell’area operativa del porto.

Permangono i divieti

Nel frattempo continuano le operazioni di pulizia del Canal d’Arsa e delle imbarcazioni che vi sono ormeggiate, operazioni che dureranno, come confermato ieri, ancora una decina di giorni. Rimane in vigore il divieto di balneazione e, da ieri mattina, quello preventivo della distribuzione delle cozze allevate nel mare di fronte a Traghetto, sottoposte ad analisi da parte dell’Istituto di salute pubblica della Regione istriana. I risultati saranno resi noti entro la fine di questa settimana.

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