I viaggi culturali organizzati dalla Comunità degli Italiani “Fulvio Tomizza”, ossia le “famose” gite, offrono ai soci l’opportunità di spostarsi fisicamente sul territorio, di toccare con mano la storia, l’arte e la cultura italiana, respirare un’atmosfera pregna di contenuti, facendo tappa nelle sedi degli straordinari musei e castelli e assaggiando i piatti tipici della zona. Questa volta l’itinerario era incentrato sulla scoperta delle bellezze e ricchezze piemontesi, in quanto di recente una comitiva del sodalizio ha trascorso quattro giorni meravigliosi a Torino e dintorni.
La città di Torino ha una storia lunga più di duemila anni, anche se, la bellezza e l’architettura che ammiriamo al giorno d’oggi, sono prevalentemente il risultato del suo sviluppo avvenuto negli ultimi mille. L’espansione della città, infatti, avvenne principalmente a partire dal Cinquecento, quando Torino divenne capitale del Ducato di Savoia.
Il vero boom, però, si ebbe sia alla fine dell’Ottocento con la fondazione della FIAT nel 1898, sia nel Novecento, quando Torino, nel 1902, fu la sede dell’Esposizione internazionale d’arte decorativa moderna. Successivamente, la città fu anche la casa dell’industria cinematografica in quanto prima sede delle trasmissioni radiofoniche e televisive d’Italia.
Il gruppo è partito da Umago all’alba con l’agenzia di viaggi “Gabi travel” per raggiungere Torino verso mezzogiorno.
Nella prima giornata di viaggio, ad accogliere la comitiva nella centralissima piazza Castello da cui si dipartono le principali arterie del centro storico è stato il dott. Alessandro Cappelletto, che ha accompagnato i connazionali durante tutta la permanenza a Torino.
Il tuffo nella storia piemontese è iniziato con la visita al Palazzo Reale. Si tratta della prima e più importante tra le residenze sabaude in Piemonte. Con il trasferimento della capitale da Torino a Firenze (1864) e poi a Roma, il palazzo perde progressivamente le sue funzioni di residenza e con la nascita della Repubblica italiana (1946) diviene proprietà dello Stato. Dal 1997, congiuntamente alle altre dimore reali della cintura torinese è parte integrante dei beni dichiarati dall’Unesco quali patrimonio dell’umanità.
Il Museo egizio
Il secondo giorno è stata la volta del Museo egizio e della Mole Antonelliana. Il Museo egizio è secondo solamente a quello situato al Cairo in Egitto. Visitarlo è stato un’esperienza imperdibile, una full immersion in un’atmosfera d’altri tempi e altre terre, tra faraoni, mummie, papiri, sarcofagi, arredi funerari e quant’altro. Colma di meravigliose impressioni personali, la comitiva ha ripreso la visita di Torino passando per Palazzo Carignano, anche questo patrimonio dell’Unesco e sede del Museo nazionale del Risorgimento italiano, per arrivare alla Mole Antonelliana, simbolo architettonico di Torino. Inizialmente concepita come Sinagoga, fu progettata e iniziata dall’architetto Alessandro Antonelli nel 1863. Prima di essere stata acquistata dal Comune per farne un monumento all’Unità nazionale, con i suoi 167,5 metri d’altezza, all’epoca era l’edificio in muratura più alto d’Europa. Nel 1961, in occasione delle celebrazioni per il centenario dell’Unità d’Italia, venne inaugurato l’ascensore panoramico che oggi porta i visitatori fino al tempietto situato a 85 metri d’altezza, dove si può ammirare una straordinaria vista della città. Oggi la Mole ospita il Museo nazionale del cinema, una delle mostre più visitate d’Italia, un vero e proprio viaggio nella storia del cinema.
La Basilica di Superga
Il terzo giorno i connazionali hanno visitato la Basilica di Superga. Opera del famoso architetto messinese Filippo Juvarra è dedicata alla Madonna delle Grazie. La maestosa Basilica è situata in una posizione strategica dalla quale si gode di un panorama mozzafiato; la vista, infatti, abbraccia l’intera città dominata dalla Mole, circondata dalle Alpi e tagliata dai tre fiumi: Dora Baltea, Dora Riparia e Po. Si è poi proseguiti alla volta della Palazzina di caccia di Stupinigi, un’altra opera architettonica di Filippo Juvarra. Il progetto prevedeva la creazione di una residenza per la caccia e le feste e risale al 1731, quando avvenne la prima battuta di caccia nei dintorni di Stupinigi. La Palazzina conserva gli arredi originali eseguiti dai più importanti artisti e artigiani piemontesi.
L’ultimo giorno, ormai sulla via del ritorno, il gruppo ha trascorso la mattinata nella Reggia di Venaria Reale.
La cucina
Per conoscere appieno Torino, però, non è bastato ammirare le sue bellezze e passeggiare per le piazze e sotto i portici, ma bisognava anche “assaggiarla”. La varietà di pietanze che la cucina tradizionale piemontese offre al mondo è dovuta al fatto che la semplice tradizione contadina è stata arricchita di sapori e ingredienti nobili, nel tempo in cui la famiglia reale dei Savoia si stabilì in città. Alcuni degli ingredienti raffinati più utilizzati sono il cioccolato e le nocciole, materie prime del Gianduiotto di Torino, il “re” incontrastato dei cioccolatini dell’area. Torino, è anche la patria del Bicerin, bevanda calda che rappresenta la simbiosi tra il caffè espresso appena fatto, la cioccolata e la crema di latte. E poi, cosa dire del simpatico e bravissimo chef dell’albergo “Blu Hotel” che ha preparato per la comitiva le migliori prelibatezze piemontesi, come il celebre piatto di pasta lunga piemontese, il “tajarin” (sottili tagliatelle), gli agnolotti con sugo di arrosto, il “bonèt”, il “brasà”, ovvero il brasato al Barolo, l’antichissimo budino della tradizione piemontese unito a un buon bicchiere di Barbera.
Una gita che è stata una meravigliosa occasione di crescita personale, una condivisione di bei momenti e allegria. Un grazie a tutti i soci partecipanti e soprattutto ad Antonella Degrassi, segretaria del sodalizio, e all’affidabile Gabriela Boglić, titolare dell’agenzia di viaggi “Gabi travel” di Umago.
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