Villa Angiolina, simbolo del turismo abbaziano, sta respirando una nuova vita. In questi giorni, infatti, sono stati portati a termine i lavori di restauro e risanamento – eseguiti dal team dell’azienda zagabrese Terracotta, lo stesso a cui è dovuto il rinnovo della Stazione ferroviaria di Fiume –, iniziati circa un anno fa, degli interni di quella che in origine era un’umile casa acquistata nel 1844 da Iginio Scarpa e trasformata in una meravigliosa villa, dal nome della sua defunta consorte e, oggidì, ospitante il Museo croato per il turismo. Lo scopo degli stessi, realizzati nell’ambito del programma Agglomerazione urbana Fiume – Colleghiamoci con il patrimonio, finanziato con i mezzi dei fondi europei, era mirato al miglioramento del sistema di tutela e gestione del patrimonio culturale ai fini dello sviluppo del turismo e di altre attività economiche, come pure dell’apertura di nuove occupazioni per mezzo della sua ottimizzazione.

Al contempo, con l’arredamento dello spazio museale, la modernizzazione dell’impianto di riscaldamento/raffreddamento e il rinnovo della carpenteria, l’obiettivo del progetto era, altresì, rinfrescare in generale il concetto e l’idea di sfarzo, lusso e di quell’insostenibile leggerezza dell’essere del prestigioso spazio. Sono stati, così, magistralmente ritoccati gli stucchi (fregi, ghirlande), le imponenti colonne neocorinzie che lo articolano, il bellissimo lampadario barocco a centro sala, il camino e i mirabili dipinti illusionistici che decorano le mura, dai motivi zoomorfi e vegetali i quali, in effetti, fanno guadagnare al raffinato salone un senso di completezza. Il mondo cromatico rispetta quello dei classici interni barocchi e dona all’ambiente uno splendore espressivo che cattura e stupisce il visitatore.