Una finale col freno a mano tirato?

Nei quattro precedenti stagionali tra Hajduk e Rijeka sono stati segnati 15 gol, ma vista la posta in palio Dambrauskas e Tomić potrebbero scegliere un approccio più prudente

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Una finale col freno a mano tirato?
Al Poljud sarà una battaglia. Foto: IVO ČAGALJ/PIXSELL (archivio)

Mancano poco più di 24 ore all’attesissima finale di Coppa Croazia, in programma domani sera con calcio d’inizio alle 19 al Poljud di Spalato. Per entrambe le formazioni una partita da non sbagliare: vincere significherebbe chiudere la stagione con un trofeo (e prenotare il biglietto per la Supercoppa con la Dinamo fissato per il prossimo 9 luglio), perdere restare a bocca asciutta. E in palio c’è anche la qualificazione al terzo turno preliminare di Conference League (la perdente inizierà il suo percorso dal secondo turno). In Coppa Croazia c’è un unico precedente nell’ultimo atto tra spalatini e fiumani e risale alla stagione 2004/05. L’andata si disputò a Cantrida e vide imporsi i padroni di casa in rimonta, con Erceg e Mitu che nella ripresa ribaltarono in vantaggio iniziale firmato da Đolonga, mentre il ritorno al Poljud fu deciso dal guizzo di Mitu nel finale che valse alla squadra allora allenata da Elvis Scoria il primo titolo croato della propria storia (poi bissato l’anno successivo nel doppio confronto con il Varteks). Hajduk e Rijeka sono inoltre appaiate a quota 6 titoli, il che significa che la vincente metterà la freccia issandosi in solitaria alle spalle della Dinamo, lontanissima con 16 centri.

Bilancio in parità
Sarà il quinto confronto stagionale tra le squadre di Valdas Dambrauskas e Goran Tomić. Il bilancio è in perfetta parità (2-2), ma l’aspetto curioso è che nei quattro precedenti è sempre saltato il fattore campo. Il 29 agosto i biancocrociati espugnarono Spalato per 2-1 con le reti di Tomečak e Drmić mentre per i padroni di casa, sulla cui panchina sedeva Jens Gustafsson, andò a segno l’ex di turno Elez. Il primo confronto a Rujevica risale al 21 novembre e fu una partita rocambolesca terminata 3-2: Livaja portò in vantaggio gli ospiti, Drmić e Murić ribaltarono il risultato, Livaja pareggiò i conti e al 97’ Mlakar regalò i tre punti alla squadra di Dambrauskas. Il 26 febbraio il Rijeka gelò nuovamente il Poljud, stavolta per 3-1, grazie ai centri di Drmić, Vučkić e Krešić, mentre il gol della bandiera fu siglato da Livaja. E proprio il capocannoniere del campionato fu grande protagonista nell’ultimo confronto giocato lo scorso 8 maggio a Rujevica, che vide i dalmati rifilare tre sberle ai fiumani, con la doppietta di Livaja e il sigillo di Mikanović.
L’aspetto che più di tutti salta all’occhio in questi quattro confronti è il numero di gol segnati, 15 in totale, segno di come entrambe le squadre abbiano sempre premuto sull’acceleratore. Sarà così anche stavolta? Difficile dirlo, ma data la posta in palio la sensazione è che Dambrauskas e Tomić potrebbero tirare un po’ il freno a mano.
Su chi arrivi meglio a questo scontro, gli addetti ai lavori sono piuttosto concordi nella risposta – nessuno. Dopo il recente tris a Rujevica si diceva che dal punto di vista psicologico l’Hajduk sarebbe arrivato avvantaggiato alla finale, ma la cocente sconfitta maturata in pieno recupero cinque giorni fa al Maksimir nel derby dell’ultima giornata con la Dinamo rischia tuttavia di lasciare qualche scoria. Insomma, la sfida per il Sole di Rabuzin si preannuncia più che mai infuocata, imprevedibile e aperta a qualsiasi risultato.

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