Un mare (blu) di opportunità ancora tutte da cogliere

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Un mare (blu) di opportunità ancora tutte da cogliere

Qual è il colore dell’economia? Per il filosofo inglese Thomas Carlyle, vissuto nel periodo vittoriano, era il grigio. In seguito alla rivoluzione industriale divenne il nero. La crescente attenzione per l’ambiente lo sta tingendo di verde. Oggi però c’è un colore che più d’ogni altro la rappresenta. Quale? Il blu. Sì, perché si sta sviluppando sempre di più una cultura della salvaguardia, della prevenzione e della sostenibilità di oceani, mari, laghi e fiumi. E proprio il blu, o meglio la cosiddetta Blue Economy, è stato il leitmotiv del Forum economico internazionale Adria4Blue, che s’inserisce nelle celebrazioni della 20ª edizione della Fiumanka, inaugurato ieri sul Molo longo. Numeroso il pubblico presente alla cerimonia d’apertura, tra cui autorità cittadine e regionali, deputati al Sabor, rappresentanti dell’Ente per il turismo nazionale (HTZ), personalità del tessuto imprenditoriale, economico, industriale e accademico, nonché l’Ambasciatrice norvegese in Croazia, Astrid Versto e il suo omologo croato in Norvegia, il fiumano Hrvoje Marušić. La presenza dei due diplomatici è dovuta al fatto che il Regno di Norvegia è main partner dell’evento, anche perché il Paese scandinavo è leader mondiale nel settore.
Biomimesi
Ma che cos’è, dunque, l’economia blu? È quella che identifica i mari e gli oceani come importanti riserve di cibo e risorse d’energia. L’economia blu si occupa infatti di tutte le attività economiche legate direttamente e indirettamente al mare, le coste e i fondali, puntando a rivoluzionarle prendendo spunto dalla biomimesi, una disciplina che studia i processi biologici e biomeccanici degli ecosistemi, nei quali nulla è sprecato e tutto viene riutilizzato all’interno di un processo che trasforma i rifiuti in materie prime. Il tutto con l’obiettivo di trasferirli nelle tecnologie e attività umane.
“La sfida odierna è di preservare la tradizionale economia marittima, ovvero quella che comprende il turismo, la pesca, l’acquacoltura e lo sfruttamento energetico – ha sottolineato il presidente della Camera regionale d’economia, Vidoje Vujić –. Allo stesso tempo, tale processo deve seguire la direzione della riduzione dell’impatto da parte di fattori ambientali, come nel caso dei cambiamenti climatici, della diminuzione della biodiversità e dell’inquinamento”.

L’oro blu di oggi

Uno dei passaggi più importanti della cerimonia d’apertura è stata la firma del memorandum d’intesa tra la Camera regionale d’economia e la società Italian Blue Growth srl, con sede a La Spezia.
“L’obiettivo è quello di creare sinergie tra i nostri due cluster – ha spiegato la presidente Cristiana Pagni –. L’accordo impegna entrambe le parti a preparare congiuntamente dei progetti europei per far crescere insieme, attraverso accordi commerciali e industriali, i rispettivi cluster. Questo è il primo mattone per costruire insieme qualcosa d’importante. Il mare è l’oro blu d’oggi. Ora spetta a noi avere la lungimiranza di sfruttare le nostre competenze per sviluppare progetti innovativi che vadano nella direzione della blue economy”.
L’intesa permetterà alla Camera di essere presente l’anno prossimo all’ottava edizione di SeaFuture Maritime Technologies, la più importante rassegna italiana del settore, in programma a La Spezia, come ha spiegato Leonardo Manzari, membro del CdA della società spezzina.
“L’evento è incentrato sulle tecnologie del mare, con un focus particolare sulla parte industriale, sia civile che militare. Uno dei punti centrali riguarda il processo di refitting, ovvero la trasformazione delle navi militari in unità destinate al settore dell’industria petrolchimica e della ricerca oceanografica. Quest’aspetto ha suscitato un notevole interesse da parte degli organizzatori di Adria4Blue che hanno così voluto stabilire una collaborazione nell’ottica dei modelli di sviluppo dei rispettivi cluster”.

L’impatto delle crociere

Il programma è proseguito con numerose conferenze legate a tematiche ambientali, mobilità e sviluppo sostenibile, nonché fonti rinnovabili. Tra queste, la più interessante ha riguardato l’impatto ambientale provocato dalle navi da crociera. Un argomento molto attuale a Fiume, che quest’anno accoglierà 26 navi bianche, ma anche alla luce di quanto successo pochi giorni fa a Venezia.
“Le amministrazioni devono studiare soluzioni e piani d’intervento per rispondere alle criticità evidenziate dalle città che sono destinazioni crocieristiche, in modo da contribuire a decongestionare il traffico cittadino e a ridurre le emissioni – ha rimarcato il direttore dell’Agenzia energetica regionale REA Kvarner, Darko Jardas –. Per muovere simili colossi servono motori molto potenti e, purtroppo, anche molto inquinanti. Sebbene gli armatori si stiano dotando di ammiraglie capaci di raggiungere elevati standard per ciò che concerne il limite delle emissioni, è altrettanto vero che oggi, soprattutto nel Mediterraneo, circolano ancora navi molto inquinanti”.

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