Senzatetto, una categoria dimenticata dalla società

La Giornata mondiale dei clochard è stata celebrata dai volontari e attivisti dell’Associazione «Oaza» e del rifugio «Le rose di San Francesco»

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Senzatetto, una categoria dimenticata dalla società
Dejan Travica e Pjer Orlić. In secondo piano, lo striscione appeso sul grattacielo fiumano. Foto: GORAN ŽIKOVIĆ

La Giornata mondiale dei senzatetto, celebrata ieri in tutto il mondo, è stata ricordata pure a Fiume dai volontari e attivisti delle due strutture che offrono un riparo sicuro a questa categoria di persone, l’Associazione “Oaza” e il rifugio “Le rose di San Francesco”. Con uno striscione appeso sul grattacielo fiumano con la scritta “La strada non è la casa” (Ulica nije dom), a portare la voce di tante persone che vivono in condizioni di estrema povertà sono stati Dejan Travica dell’Oaza e Pjer Orlić delle “Rose di San Francesco”.

“La giornata dedicata ai senzatetto – ha fatto sapere Travica – è un’occasione per porre l’attenzione su un problema enorme che riguarda più di 150 milioni di persone sparse in tutto il mondo; 700mila in Europa, circa il 2 per cento della popolazione mondiale. Donne, uomini, anziani e bambini che non hanno un tetto e un letto e che quotidianamente si trovano a lottare per sopravvivere. Devono farlo fronteggiando problemi di salute, alle volte gravi, mancanza di reddito che rende impossibile permettersi cibo e affitto, l’impossibilità di accedere a bisogni essenziali come dei vestiti puliti o l’acqua potabile. In Croazia sono circa duemila le persone registrate che vivono senza una dimora fissa, ma dalle nostre indagini questo numero è il triplo. Fiume ne registra una cinquantina, ma sono circa un centinaio che non hanno fissa dimora oppure abitano in condizioni disagiate. Purtroppo, tra loro ci sono pure bambini e minorenni”.
La questione sta diventando critica in quanto la crisi economica porta le persone a “svendere” tutte le cose di valore, tra cui pure l’unico posto dove vivono, le proprie mura domestiche, trovandosi in poco tempo in strada senza mezzi finanziari. Così ci fa sapere Silvano, un cinquantenne che per sette mesi è stato ospitato nella struttura dell’associazione “Oaza”. “Sono rimasto disoccupato e per poter vivere ho dovuto vendere l’appartamento. Tutto il denaro in poco più di un anno è andato per l’affitto di un piccolo locale, per pagare le spese e per acquistare cibo. Poi sono rimasto in strada, ma grazie agli attivisti della struttura ho avuto modo di risalire la china. Sono stati al mio fianco e mi hanno aiutato a trovare un modesto impiego e ora ho un posto negli alloggi provvisori di proprietà della città. Non mi lamento, ma sono cosciente che ci sono tantissime persone che hanno bisogno di essere aiutate dal sistema sociale”.
Dovrebbero essere le strutture sociali, cittadine, comunali e statali a occuparsi della politica dell’abitazione per le categorie meno abbienti. “La situazione si fa sempre più critica, e sarà sempre peggio per chi è sull’orlo della povertà – ha dichiarato Pjer Orlić –. Noi siamo sempre a disposizione, ma dovrebbe essere lo Stato a occuparsi di ogni singolo cittadino. In caso contrario avremo l’impoverimento pure dei valori morali”.
L’iniziativa a livello nazionale è stata organizzata in sei città dalla Rete nazionale delle associazioni per il supporto dei senzatetto.

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