Rivivrà l’ex motel Panorama?

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Rivivrà l’ex motel Panorama?

La burocrazia ha spesso dei tempi lunghissimi, soprattutto quando ci sono di mezzo ampi e complessi progetti, che necessitano di particolare precisione e dipendono da più di un permesso o fonte di finanziamento. Quando, poi, la realizzazione è soggetta all’approvazione ministeriale, concretamente alla benevolenza degli esperti di restauro e conservazione, i tempi si allungano a dismisura, creando inspiegabili intoppi. Uno scenario simile potrebbe verificarsi con il complesso dell’ex motel Panorama in zona Pavlovac sotto Mattuglie, la cui ricostruzione era stata annunciata in pompa magna, nel febbraio del 2016, dal proprietario, la Camera d’economia croata (HGK), che intende aprire nei suoi spazi, una volta rimessi a nuovo e ampliati, la nuova sede del Centro educativo per le innovazioni del Mediterraneo (MEKCI), di cui è titolare e la cui attività principale è strettamente legata allo sviluppo e alle ricerche nel turismo, con un accento particolare su quello sanitario. 

Un progetto ambizioso che, se andasse in porto, darebbe indubbiamente nuova linfa e spessore al progresso del settore di queste aree, e sfocerebbe, secondo i piani, nell’avviamento di un Centro di competenza ad alta specializzazione nel campo dei prodotti e dei servizi del turismo sanitario, ma non solo. Avrebbe infatti anche punti di contatto con l’informatica, l’elettrotecnica, la salute e la qualità di vita, l’alimentazione, la bioeconomia, l’energia e lo sviluppo sostenibile dell’ambiente. Desiderio della Camera d’economia croata – titolare del progetto – è che il MEKCI, per la cui realizzazione si attingerà dai finanziamenti a fondo perduto dell’Unione europea, diventi autosufficiente nell’arco di cinque anni e che riesca a mantenersi da solo per il suo futuro funzionamento. Stando al piano progettuale, gli investimenti futuri dell’istituto riguarderebbero innanzitutto l’infrastruttura di ricerca e sviluppo – che svolge un ruolo sempre più importante nel progresso della conoscenza e della tecnologia e del loro sfruttamento – e i loro relativi progetti, da applicare in chiave sinergica. Il tutto per aumentare la concorrenzialità sul mercato nazionale ed estero, potenziare le attività di ricerca, d’innovazione e di sviluppo e consolidare, alla fin fine, l’economia non soltanto locale, bensì anche nazionale. 

Come dicevamo, un programma altamente ambizioso, che non fa una piega e che segue quelle che sono le odierne direttive della Croazia, e più in largo, dell’UE quando si parla dei principali settori del domani. Un Centro all’avanguardia – di cui torneremo a occuparci prossimamente – che potrebbe veramente funzionare e che (speriamo) prenderà vita in uno spazio potenzialmente bellissimo, appunto, il Panorama – dal 2015 rientra nel patrimonio dei beni culturali della Repubblica di Croazia – che da circa due decenni versa in condizioni deprecabili. Come del resto, tanti altri edifici di Fiume e circondario. Ma questa è già un’altra storia.

Tempi migliori

Lo stato attuale dell’ex motel non è certo una novità per i residenti della zona e fa alquanto tristezza ripensare a com’era e a come funzionava in un passato neanche tanto lontano. Sorto nel 1965 su progetto dell’architetto Ive Vitić, in un’area di grande attrattiva, questo complesso turistico in stile moderno era diventato negli anni una delle immancabili tappe dei viaggiatori in spostamento sull’appena costruita Litoranea adriatica. In pochi forse sapranno che inizialmente portava il nome di Motel Sljeme e che era stato costruito, accanto ad altri due impianti dello stesso tipo, lungo la Litoranea adriatica. L’azienda PIK Sljeme ne avrebbe dovuti edificare cinque, ma si fermò a tre. L’intento della principale ditta produttrice di carne e derivati dell’ex Jugoslavia – dopo un lungo periodo di procedura fallimentare, smise formalmente di operare nel 2006 e il suo brand fu acquistato dall’Agrokor, o meglio dalla PIK Vrbovec –, era di ampliare il proprio raggio d’azione investendo nella ristorazione e nel turismo. Funzionò per un bel po’, ma poi ebbe una fine ingloriosa. Come gli edifici che costruì, tra cui il Panorama, che oggi attende, silenzioso, l’arrivo di tempi migliori in cui risplenderà di nuova, e speriamo duratura, luce. Il progetto c’è e, a quanto pare, anche la volontà di applicarlo. L’intoppo, allora, dove sta?

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