Il governo fermi l’ondata di revisionismo storico

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Il governo fermi l’ondata di revisionismo storico

JASENOVAC | Per il quarto anno consecutivo gli antifascisti e le minoranze che più hanno sofferto a causa del regime ustascia hanno deciso di boicottare la cerimonia ufficiale di commemorazione delle vittime del campo di concentramento di Jasenovac. I rappresentanti degli antifascisti e delle comunità nazionali, che diserteranno domani la cerimonia organizzata dalle autorità statali, hanno reso omaggio ieri a Jasenovac alle vittime, nella ricorrenza della Giornata con cui si ricorda la fuga degli internati dal lager nell’aprile del 1945. A organizzare la commemorazione odierna sono state le associazioni degli antifascisti e delle minoranze ebraica, serba e rom. A spingere le comunità nazionali a questo passo, come rilevato nei diversi discorsi pronunciati durante a cerimonia, è stata l’inerzia del governo di Zagabria, che non ha saputo opporsi all’ondata di revisionismo storico e di negazionismo della tragedia di Jasenovac. Gli antifascisti e le minoranze, come sottolineato, vorrebbero commemorare le vittime assieme alle massime cariche dello Stato e alle altre autorità, ma non ci sono ancora i presupposti perché ciò possa avvenire. Una commemorazione comune, è stato ribadito sarebbe utile per il Paese. Ma la situazione è tale per cui è meglio per il momento evidenziare con una cerimonia separata, la distanza che intercorre tra l’atteggiamento dello Stato da un lato e quello degli antifascisti e delle etnie dall’altro, rispetto alle tragedie della Seconda guerra mondiale. “Nulla è successo nell’ultimo anno, il revisionismo è sempre presente”, ha rilevato il presidente del Coordinamento delle Comunità ebraiche, Ognjen Kraus, che si è lamentato in particolare per l’atteggiamento del governo nei confronti del controverso saluto ustascia Za dom spremni. Kraus ha rilevato inoltre che gli eredi delle vittime di Jasenovac non accetteranno mai che queste vengano messe sullo stesso piano di quelle di Bleiburg, Tezno e Macelj. In quei luoghi a perdere la vita, ha dichiarato Kraus, furono gli appartenenti agli eserciti collaborazionisti. Guarda caso, ha aggiunto, “si parla soltanto delle vittime croate e non si ricordano quelle di altre forze collaborazioniste, quali cetnici e belogardisti”. Il leader del Coordinamento delle Comunità ebraiche ha esortato, in questo contesto, a prendere esempio dalla Germania che riesce a trovare la forza per applicare le leggi che vietano il negazionismo dell’Olocausto

«Attacco ai valori democratici»

Il leader del Consiglio nazionale serbo, Milorad Pupovac, ha dichiarato da parte sua, che gli attacchi delle forze estremistiche di destra nei confronti dei valori democratici e costituzionali si sono rafforzati nell’ultimo anno. Tali forze hanno guadagnato uno spazio eccessivo sulla scena politica”. Pupovac ha anche criticato il Sabor, quale patrocinatore di entrambe le manifestazioni, per l’atteggiamento non equilibrato nei confronti delle commemorazioni di Bleiburg e Jasenovac. Da rilevare che Ognjen Kraus ha accusato alcuni non meglio identificati alti funzionari del Ministero degli Esteri di aver cercato di convincere gli Ambasciatori stranieri in Croazia a non recarsi alla cerimonia di ieri. Nonostante ciò a Jasenovac si sono presentati i rappresentanti diplomatici di Israele, Olanda, Spagna, Gran Bretagna, Serbia, Slovenia, Germania, Francia e Austrialia, come pure Dunja Mijatović, commissario per i diritti umani del Consiglio d’Europa. Dunja Mijatović ha sottolineato che il lager di Jasenovac dev’essere una lezione per tutti, rilevando che nell’Europa odierna non dovrebbe esserci spazio per il revisionismo storico. Ricordiamo infine che alla commemorazione ha partecipato, tra gli altri, il vicepresidente del Sabor, Furio Radin.

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