Riscattare Teatro Fenice. Città e Regione insieme, forse

Le sorti dello stabile, bene culturale, potrebbero presto cambiare

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Riscattare Teatro Fenice. Città e Regione insieme, forse
Foto: IVOR HRELJANOVIĆ

Teatro Fenice? Nel lungo elenco dei progetti realizzati, di quelli in corso e quelli futuri, ieri il sindaco Marko Filipović non ha parlato della struttura da anni inutilizzata, abbandonata al suo destino e alle intemperie. C’è voluta una domanda diretta da parte di uno dei giornalisti presenti all’incontro con i media, convocato dal primo cittadino per illustrare quanto fatto nell’anno che sta per finire.

Il presidente della Regione Zlatko Komadina aveva ipotizzato lunedì scorso un impegno finanziario notevole per salvare il Fenice, che appare, tra l’altro, nella lista dei beni culturali della Repubblica di Croazia, e che da decenni è ormai in mano a privati e dal 2020 in procedura fallimentare. “Ne abbiamo parlato, Komadina ed io. È facile parlare dal punto di vista di chi, con la riforma fiscale, si ritroverà con 2 milioni in più di entrate già nel 2024. È facile ostentare la propria volontà di volere restituire in questo modo qualcosa ai cittadini di Fiume. In effetti, si tratta per la maggior parte di soldi versati dai fiumani. Si tratta di entrate su cui la Regione potrà contare anche negli anni a venire. Come ho detto, ne abbiamo parlato, sì, ma senza entrare nel dettaglio. La struttura fa parte di una procedura fallimentare, per cui occorre preparare tutte le carte per potere procedere. Apprezzo l’iniziativa di Komadina e sarò ben disposto a proporre di affrontare insieme questo progetto. Posso prevedere di assicurare i mezzi per riscattare metà dello stabile, con l’accensione di un credito, ma invito il presidente della Regione, con le nuove risorse a disposizione, di coprire l’importo delle rate che dovremo pagare per restituire il debito. Occorre sapere che oltre all’acquisto dell’immobile c’è la questione della sua ristrutturazione, della successiva manutenzione e della gestione. Questa sarà la posizione che assumerò quando tratterò la questione. Ci vorranno dei presupposti per arrivare a questo punto, beninteso”. In altre parole, nulla o quasi, per ora? Il sindaco non ha risposto, ma appare chiaro che con Komadina, SDP come Filipović, le vie di comunicazione sembrano, per usare un eufemismo, intasate, nonostante la stessa appartenenza politica. All’interno del partito, come aveva ammesso lo stesso leader a livello nazionale Peđa Grbin, è in atto un tentativo di far convergere i rispettivi punti di vista. Teatro Fenice può rappresentare un banco di prova della solidità del rapporto.

In riferimento all’ipotesi ventilata lunedì scorso dal presidente della Regione e relativa a un ipotetico acquisto del Fenice, abbiamo interpellato Dragan Rukavina, direttore dell’azienda Rijekakino, che detiene il 90 p.c. della proprietà dell’immobile (il 10 p.c. è in mano alla Città), oggi però sotto procedura fallimentare, gestita da Ivor Pliskavac. Rukavina, in questo caso, è al contempo anche presidente dell’Assemblea dei creditori. Alla nostra domanda se fosse a conoscenza di un eventuale accordo tra Città e Regione, ha risposto di averlo saputo dai media, lodando però l’approccio del sindaco Filipović riguardo alle future sorti di Teatro Fenice. “Per il momento non ne so nulla – ci ha detto in un colloquio telefonico – e tantomeno ne sa qualcosa il curatore fallimentare. Devo, però, ammettere che il primo cittadino sta dimostrando grande sensibilità verso quello che sarà il destino dell’edificio. Dal mio punto di vista, credo sia nell’interesse della Città e della Regione acquistarlo, anche in virtù dell’attuale orientamento di Fiume verso il turismo. Va tenuto di conto anche il prezzo, sceso dai 7 milioni di euro di una decina d’anni fa ai circa 2 di oggi, questione non trascurabile”.

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