Omaggio a mons. Anton Tamarut

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Omaggio a mons. Anton Tamarut
Foto: IVOR HRELJANOVIĆ

Nella Cattedrale di San Vito è stata celebrata ieri sera una Messa in suffragio di monsignor Anton Tamarut, ultimo arcivescovo dell’Arcidiocesi di Fiume e Segna, nella ricorrenza del 90º della sua nascita e del 65º del suo sacerdozio. Le spoglie dell’alto prelato riposano, appunto, nella Cattedrale. A celebrare la funzione sono stati l’arcivescovo metropolita, mons. Mate Uzinić e l’arcivescovo emerito, mons. Ivan Devčić, coadiuvati dai sacerdoti che hanno conosciuto il cammino spirituale e religioso di Tamarut. Nato nel 1932 a Novaglia sull’isola di Pago, Anton Tamarut prese i voti nel 1957 e nel 1986 fu nominato vescovo di Sebenico. L’anno seguente diventò arcivescovo coadiutore dell’Arcidiocesi di Fiume e Segna e nel 1990 arcivescovo metropolita. Nel 2000, papa Giovanni Paolo II con una bolla formò due unità distinte, l’Arcidiocesi di Fiume e la diocesi di Segna e Gospić e Anton Tamarut rimase alla guida della prima fino alla sua morte, avvenuta quello stesso anno. Lo succedette mons. Ivan Devčić.
Alla funzione religiosa in Cattedrale è seguito un programma in cui è stato presentato il volume “Mi chiamavano Pescatore”, contenente la documentazione originale dell’arcivescovo Tamarut, in gran parte i suoi diari e i quaderni spirituali, finora inediti e sconosciuti al pubblico, risalenti al suo periodo liceale. Il volume è stato redatto da suo nipote, il reverendo Anton Tamarut, ordinato sacerdote proprio da suo zio nel 1986 nella chiesa della loro località natale, Novaglia.
A illustrare il volume in sé e il cammino ecclesiastico dell’alto prelato è stato lo storico Marco Medved, al cui intervento è seguita la testimonianza dell’ex segretario di Tamarut, mons. Emil Svažić. La serata è stata allietata dal duo formato da Natalija Brusić Botić (voce) e Josip Strčić (pianoforte).

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