Obesità e sovrappeso sono le nuove epidemie

Sul botel Marina, esaustiva conferenza con l’intervento di esperti del settore, su una delle tematiche più attuali del viver sano. Organizzatore, l’associazione «Da štima svima»

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Obesità e sovrappeso sono le nuove epidemie
Mario Mlinarić. Foto: IVOR HRELJANOVIĆ

Obesità e sovrappeso sono malattie vere e proprie e rappresentano una delle più grandi sfide della medicina moderna. La prima è una condizione patologica cronica caratterizzata da un eccesso di peso corporeo derivante da un’eccedenza di massa adiposa, in misura tale da influire negativamente sullo stato di salute. Il sovrappeso, dal canto suo, dev’essere preso in seria considerazione e mai sottovalutato. Trattasi, quindi, non solo di problemi estetici, ma soprattutto di disturbi che si ripercuotono e influiscono sulla salute, implicano un cambiamento nello stile di vita, l’adozione di abitudini sane, che dovrebbero vedere coinvolti un team di specialisti, iniziando dal medico di famiglia. Dato che l’obesità è diventata un problema crescente anche in Croazia (un bambino su tre in è in sovrappeso e soltanto il 14 p.c. dei genitori ne è consapevole) l’associazione “Da štima svima” ha organizzato una tribuna sul tema intitolata “Possiamo essere grassi e sani?”, tenutasi sul botel Marina. Ad approfondire la tematica e rilevarne i pericoli, chiarire dubbi, confrontarsi da diversi punti di vista e rispondere alle curiosità del folto pubblico accorso all’evento sono stati la dott.ssa Alessandra Pokrajac Bulian, docente di Psicologia presso la Facoltà di Filosofia dell’Università di Fiume, il chinesiologo Mario Mlinarić, la nutrizionista Mirela Marić e il gastroenterologo nonché leader della suddetta associazione, prof. Davor Štimac. Moderati dall’addetta alle pubbliche relazioni Leonida Domijan Fišter, gli ospiti hanno trattato in modo esaustivo, oltre all’obesità in sé, svariate problematiche quali i disturbi alimentari, il modo di mangiare e le abitudini alimentari nei bambini, la relazione grassezza-salute, il sovrappeso e come combatterlo e il ruolo della politica nel (ri)modellamento delle abitudini alimentari. “Dato che il sovrappeso è una malattia, non è possibile essere grassi e sani. Per nessuna ragione si deve far passare il messaggio che l’obesità vada considerata come una condizione ‘normale’. Essa è una patologia cronica, che potenzia e si tira dietro una serie di altri fattori di rischio, contribuendo attivamente ad aprire la strada a molte altre malattie. A tal proposito, il nostro Paese deve cercare in tutti i modi di togliersi dal primato della lista quale nazione europea, insieme a Malta, con il maggior numero di persone in sovrappeso (pari al 65 p.c.). Preoccupa soprattutto il fatto che, negli ultimi 15 anni, ogni terzo bambino nell’età di nove anni, è affetto da questo disturbo. È una situazione molto seria e bisogna intervenire in merito alla prevenzione sin dalla più tenera età. Essendo una questione non meramente di natura medica, nell’affrontarla si dovrebbe includere anche una più ampia comunità sociale, dagli asili e dalle scuole elementari alle modalità di regolazione dell’alimentazione da parte della società”, ha dichiarato Štimac, specificando poi che le persone, a differenza di una decina d’anni fa, stanno molto davanti agli schermi e ai PC, fissano i cellulari e, di conseguenza, si muovono poco. “In tal senso la nostra associazione ha promosso l’iniziativa d’introdurre nelle SE un pasto quotidiano costituito da frutta, al fine di disabituarli nel recarsi nella panetteria più vicina o prelevare alimenti o bevande con un elevato apporto di zucchero dai distributori automatici”, ha aggiunto.

Non siamo il nostro peso
Nell’introdurre la tematica, Domijan Fišter ha spiegato che nell’ultima decina d’anni, riviste famose quali “People”, “Cosmopolitan” e altre, utilizzano come riferimento modelle ‘curvy’, dalle forme morbide, che strizzano l’occhio al pubblico sempre più vasto delle donne (molto meno degli uomini) in sovrappeso o obese. Si tratta di astute campagne di marketing, che fanno leva sulla body positivity nonostante, spesso, i corpi messi in mostra siano troppo pesanti e voluminosi e il messaggio che arriva sia sbagliato. D’altra parte, non di rado, nel riferirsi alle persone in sovrappeso, si usano parole quali “quella grassa”. A tal riguardo, Pokrajac Bulian ha rilevato che “innanzitutto bisognerebbe fare attenzione all’uso del termine ‘grassa o grasso’ il quale, se lo attribuiamo a qualcuno, in qualche modo lo etichettiamo. Facendolo, non lo definiamo più in quanto persona, ma in quanto appartenente a una categoria di peso. Quindi, la forma del corpo la definisce come persona, il che non è corretto. Ogni classificazione e categorizzazione della persona quali, ad esempio, “è diabetica”, “è anoressica”, “è grassa”, comporta una connotazione negativa e un annullamento dell’identità, come pure una stigmatizzazione e sottovalutazione della stessa. Si dovrebbero, invece, utilizzare espressioni quali “è una persona affetta da anoressia, da diabete o da sovrappeso”. Nel prosieguo del suo intervento, la psicologa si è soffermata pure sul significato e sul messaggio dell’alimentazione, approfondendo in particolare il concetto di disturbi alimentari e su quanto viene comunicato attraverso gli stessi.

Bisogna vivere con armonia
“Non esistono pillole magiche. Dobbiamo lavorare su noi stessi 365 giorni all’anno, 24 ore su 24, e renderci conto che, come diceva Ippocrate, il cibo è la nostra prima medicina. Riflettendo sulla nostra epoca possiamo osservare che il cibo, soprattutto quello spazzatura, è continuamente a portata di mano, i sacchetti di patatine o altri snack, sono ormai diventati extralarge. Compito dei nutrizionisti è far cambiare le abitudini alimentari, indirizzando le persone verso quelle sane, quali la distribuzione dei pasti in cinque momenti della giornata, il bere la giusta quantità d’acqua o, nel caso del nostro Paese, seguire uno standard di alimentazione mediterranea”, ha affermato Mirela Marić.
Sulla falsariga delle sue parole, Mario Mlinarić ha rilevato che la cosa fondamentale per stare bene è godersi la vita, il che non significa rimpinzarsi di qualsiasi cosa senza controllo o fare allenamenti estenuanti, bensì intervenire sullo stile della stessa, aggiungendo che “l’allenarsi dev’essere qualcosa che ci fa stare bene, un momento dedicato a noi stessi e in nessun modo dovrebbe essere il contrario. Dobbiamo renderci conto che l’attività fisica, un’adeguata alimentazione e un buon sonno sono i tre pilastri di una vita lunga e sana”.

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