L’osmosi è la ricchezza dei fiumani del mondo

Il primo appuntamento ufficiale dell’Ufficio dell’AFIM-LCFE si è svolto in Villa Antonio, sede della CI di Abbazia, con i suoi rappresentanti

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L’osmosi è la ricchezza dei fiumani del mondo
Andor Brakus, Rosanna Turcinovich Giuricin, Sonja Kalafatović, Franco Papetti, Norma Tuliak Srbulj e Giulio Bonačić. Foto: GORAN ŽIKOVIĆ

È stato un incontro molto proficuo, teso all’ideazione di nuovi progetti e belle collaborazioni, quello dei rappresentanti dell’Associazione Fiumani Italiani nel Mondo – Libero Comune di Fiume in Esilio (AFIM-LCFE), il presidente Franco Papetti, il vicepresidente Andor Brakus e il direttore de “La Voce di Fiume”, Rosanna Turcinovich Giuricin, con quelli della Comunità degli Italiani di Abbazia, la presidente Sonja Kalafatović, il vicepresidente Giulio Bonačić e Norma Tuliak Srbulj, coordinatrice del lavoro del Comitato esecutivo del sodalizio.

Un omaggio a Frank Horvat
Nel suo intervento introduttivo Papetti ha raccontato la ragione d’essere e il lavoro dell’AFIM-LCFE, rilevando che “noi cerchiamo di guardare avanti, non di camminare ‘con la testa rivolta all’indietro’. Il dramma che abbiamo vissuto è stato terribile e siamo uniti con i residenti dalla stessa disperazione, in quanto abbiamo sofferto sia noi che ce ne siamo andati, che voi rimasti, che avete visto questo mondo cambiare e trasformarsi. Abbiamo modificato completamente strategia, ora impostata sul ritorno culturale e intellettuale: anche se viviamo altrove le nostre radici sono qua e il nostro futuro siete voi. Infatti, stiamo facendo questo percorso insieme alla Comunità degli Italiani di Fiume, il che ha portato a un’unione ancora più bella. A nostro parere i fiumani sono e si sentono diversi: multietnici, multiculturali, aperti e ne sono orgogliosi. Siamo un popolo di frontiera, dove c’è un’integrazione di culture, uno scambio, un’osmosi ed è proprio questa la nostra ricchezza. Dato che la CI di Abbazia fa tante attività, è molto dinamica e porta avanti la nostra cultura e tradizione, abbiamo voluto conoscervi. In tale senso, visto che una delle strategie che stiamo avanzando è quella di fare conoscere i grandi personaggi del nostro passato non noti ai più, l’ultimo numero de ‘La Voce di Fiume’ ha dedicato molte pagine a Frank Horvat, uno dei più grandi fotografi al mondo, nato ad Abbazia e di origini ungheresi”.
Sulla scia delle sue parole, Sonja Kalafatović ha ribadito di concordare che le radici, la tradizione e la cultura italiana che si trasmettono da una generazione all’altra sono molto preziose, specificando: “Siamo orgogliosi di ospitarvi nelle nostra sede, le nostre porte sono sempre aperte a tutti i tipi di collaborazione e ad accogliere le vostre attività e idee. Abbiamo avuto modo di sfogliare il vostro giornale e ci è piaciuto molto, soprattutto per la presenza di tante testimonianze relative alla nostra storia, grazie alle quali si viene a conoscenza di quante persone abbiano vissuto a Fiume, dai destini e modi di vita diversi”.
A seguire, Rosanna Turcinovich Giuricin ha spiegato: “Abbiamo chiesto quest’incontro sulla scia delle cose che facciamo inerenti ai nostri personaggi eccellenti e al recupero degli stessi, in modo da costruire questa dimensione di Fiume che molti non conoscono e che, oltre a essere costituita da case e palazzi, è fatta della gente che vi ci ha abitato e che ha lasciato un segno nel capoluogo quarnerino e nel mondo. Tra questi vi è Frank Horvat e abbiamo pensato che, per ricordarlo e fargli il giusto omaggio, dato che fu figlio di Abbazia, il prossimo anno si potrebbe fare qualcosa insieme, magari un convegno, prendendo spunto dal suo libro ‘1999 un journal photographique’, che raccoglie 365 foto”. Infine, dopo avere raccontato in breve la biografia del succitato artista, Andor Brakus ha segnalato, trovando il consenso degli altri, che il periodo giusto per realizzarlo sarebbe durante la festa patronale di San Vito dell’anno prossimo o a fine ottobre, quando si organizza il Raduno dei Fiumani. A seguire un breve rinfresco e lo scambio di omaggi.

Un momento dell’incontro nella Comunità degli Italiani di Abbazia.
Foto: GORAN ŽIKOVIĆ

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