La Regione pronta a intervenire in caso di inquinamento del mare

Ultima riunione dell’anno del Centro operativo, chiamato in causa quando si verificano incidenti ambientali. Presentato il resoconto sull’attività svolta nel corso di questo 2023

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La Regione pronta a intervenire in caso di inquinamento del mare
La fuoriuscita di mazut a Kostrena. Foto: Nel Pavletic/PIXSELL

Ha avuto luogo ieri l’ultima riunione di quest’anno del Centro operativo regionale per gli interventi in caso di inquinamento in mare (ŽOC) nel corso della quale è stato fatto un resoconto del lavoro svolto nel corso del 2023. Tra i punti all’ordine del giorno anche le informazioni riguardanti l’inquinamento del mare e della costa a Kostrena, avvenuto il 9 novembre del 2022, la presentazione del progetto per il controllo dei relitti nel territorio regionale e le proposte per il Programma dello ŽOC per il 2024. Facendo un riassunto dell’anno che stiamo per lasciarci alle spalle, il capitano Darko Glažar ha voluto sottolineare le azioni “Mare e coste pulite”, che tradizionalmente si svolge il 5 giugno, Giornata mondiale della tutela dell’ambiente ed “Eco mare 2023”, quest’ultima svoltasi l’8 novembre scorso. “In quest’ultima sono stati inclusi tutti coloro che fanno parte del sistema per la tutela del mare per appurare quanto i vari team siano pronti a intervenire e a funzionare assieme in caso d’emergenza. Per quanto riguarda Kostrena – incidente avvenuto quando dagli stabilimenti della centrale termoelettrica dell’HEP a Urinj si erano riversate in mare quantità considerevoli di mazut, che hanno imbrattato le spiagge del luogo come pure quelle dell’area liburnica e istriana, anche se in misura minore –, possiamo confermare che questo è stato risolto. Sono state sostituite 949 tonnellate di ciottoli su due spiagge di Kostrena, intervento fatto in più fasi e in modo impeccabile. Per quanto riguarda la zona della Liburnia, nell’ultima spiaggia ‘colpita’, Cesara, abbiamo avuto un piccolo aiuto anche da parte di Madre Natura, dove il mare ha svolto gran parte del lavoro e ora abbiamo una zona pulita. In riferimento ai nuovi piani, devo dire che ci sono sempre tante sfide perché viviamo e lavoriamo circondati da fabbriche e zone industriali che possono essere dei potenziali inquinatori e quindi dobbiamo stare sempre all’erta. Con il caso di Kostrena abbiamo dimostrato di sapere reagire in tempo. Per noi è stata sicuramente una grande esperienza che speriamo non si ripeta più”, ha detto Glažar.

La HEP ha pagato il danno
Zdravko Lisac, segretario dello ŽOC, ha voluto sottolineare che il responsabile dell’incidente ecologico, ovvero l’azienda HEP, ha ammesso le proprie colpe e ha collaborato attivamente al risanamento della zona interessata. “L’intervento è durato più di un anno, il che dimostra la gravità dei danni. Ci sono, poi, state anche le avverse condizioni meteo e quindi il tutto è durato più del dovuto. All’azione di pulizia hanno preso parte diverse aziende e istituzioni, tra le quali la municipalizzata ‘Dezinsekcija’ e altri soggetti privati. L’opera di risanamento è costata 4.414.000 euro per quanto riguarda Kostrena e la Liburnia. Ciò dimostra che azioni del genere sono molto costose. Per fortuna la HEP si è presa le proprie colpe ed essendo una ditta solvibile, ha pagato l’intervento di pulizia. Altre volte non conosciamo il colpevole e quindi dobbiamo intervenire noi. Nel Bilancio regionale ci sono a disposizione circa 100mila euro per casi del genere”, ha concluso Lisac.

Relitti sotto osservazione
Come già detto prima, il territorio del Quarnero presenta un cospicuo numero di relitti, ma anche di ordigni bellici, come la mina navale rinvenuta nel bacino portuale di Fiume nel mese di marzo e fatta brillare a 8 km dalla costa. Danijel Frka, sommozzatore nonché collaboratore dello ŽOC per quanto riguarda i relitti, ci ha fatto un breve resoconto della situazione attuale. “Durante la Seconda guerra mondiale, in quest’area del Quarnero sono state gettate migliaia di mine navali, senza considerare le bombe aeree che sono rimaste in loco dopo i vari bombardamenti dei porti. Molte di queste sono esplose, o sono state rinvenute negli anni del dopoguerra. Altre invece si trovano ancora nei fondali marini. Tutti questi ordigni sono ancora sempre pericolosi e se vengono avvistati non dovrebbero venir assolutamente toccati o spostati. Bisogna avvisare immediatamente la Polizia. Può succedere, però, che finiscano nelle reti dei pescherecci, situazioni che possono risultare molto pericolose. Anche i relitti rappresentano un pericolo dal punto di vista dell’inquinamento perché contengono ancora sempre delle quantità di carburante che da un momento all’altro, causa corrosione, potrebbe fuoriuscire, come nel caso dell’Elhawi Star, nelle vicinanze di Porto Baross e della torpediniera italiana Stella Polare vicino a Brestova, dove abbiamo reagito in tempo nel momento in cui ci sono state delle piccole perdite: motivo per cui sono sempre sotto osservazione”, ha concluso Frka.

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