La flotta doganale cresce e si fa hi-tech

La Sezione operativa della Dogana marittima di Fiume fa ora affidamento sull’Olimp M-46, una nuova motovedetta d’ultima generazione per attività di controllo del confine croato

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La flotta doganale cresce e si fa hi-tech

Da un po’ di tempo a questa parte è ormeggiato in bella mostra in Riva Bodoli, davanti alla sede della Capitaneria di porto. E non passa di certo inosservato con quell’aspetto un po’ futuristico. Stiamo parlando dell’Olimp M-46, la nuova motovedetta dell’Autorità doganale marittima, un gommone d’ultima generazione entrato dallo scorso luglio a far parte della flotta della Sezione operativa della Dogana marittima di Fiume. Un piccolo gioiello della tecnica made in Croatia (è stato costruito nel cantiere Olimp-Nautica di Gallesano-Pola). Lungo 14 e largo 4 metri, può raggiungere una velocità massima di 40 nodi grazie alla propulsione di due motori Caterpillar da 510 cavalli ciascuno, per un’autonomia di circa 250 miglia. La parte sommersa dello scafo è realizzata in kevlar – un materiale estremamente resistente che viene usato nei giubbotti anti proiettile –, con caratteristiche tecnico-strutturali che garantiscono la navigazione in piena sicurezza, anche con condizioni meteo-marine avverse. Praticamente inaffondabile. O quasi.
Termocamera

L’equipaggio formato da Dubravko Rukavina, Nenad Stanišić e Ante Rogić

“Non esattamente visto che non è autoraddrizzante – precisano in coro Nenad Stanišić, Dubravko Rukavina e Ante Rogić, i tre membri dell’equipaggio che ci hanno accolto a bordo –. Il rivestimento in kevlar permette di sbarcare sulla costa senza che lo scafo subisca danni, ma è utilissimo anche in caso di un incagliamento accidentale. La barca è stata costruita quest’anno e ci è stata consegnata a metà luglio dal Ministero dell’Agricoltura, che ne è il proprietario. È costata circa un milione di euro, di cui il 70 p.c. è stato coperto dal Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca, mentre il restante 30 dallo Stato croato. La supervisione della sua costruzione e dell’appalto è stata affidata a Marko Košuljandić, collaboratore esterno dell’Ufficio per la pesca presso il Ministero dell’Agricoltura. Oltre ai servizi di controllo doganale e di vigilanza finalizzati al contrasto delle attività illecite, nonché a interventi di soccorso e di trasporto d’urgenza di persone ferite, il 60 p.c. del nostro lavoro ricade però ad attività legate alla Legge della pesca marittima, ossia di controllo dei pescatori”.
Ovviamente anche l’equipaggiamento e la strumentazione di bordo sono rigorosamente hi-tech.
“Dispone del sistema di videosorveglianza FLIR con tanto di una termocamera utilizzata anche dalle Forze armate che permette di individuare una persona a una distanza di sei chilometri e quindi di vedere che cosa sta facendo in quel preciso momento – proseguono –. Inoltre, abbiamo anche un mini sommergibile, legato con un cavo di 50 metri, che viene immerso per controllare ciò che succede sott’acqua”.
Confine smisurato
Attualmente ci sono soltanto due mezzi di questo tipo in Croazia. Uno, appunto, a Fiume e l’altro a Zara. Tuttavia, a breve anche le Dogane di Spalato e Ragusa (Dubrovnik) si aggiungeranno alla lista.
“Il confine marittimo croato è smisurato e alla luce di ciò le nostre attività di pattugliamento si concentrano su uno spazio immenso in quanto copriamo tutta l’Istria e la Regione litoraneo-montana, quindi il Quarnero, il Quarnerolo e il Canale della Morlacca. In caso di necessità è capitato di spingerci fino a Sebenico. Chiaramente ciò non può venir fatto in un giorno pertanto capita di trascorrere più giorni in mare”.
Mini laboratorio
Durante il loro servizio si imbattono spesso in diportisti furbetti.
“Il reato più frequente è la mancata emissione delle fatture per il noleggio delle imbarcazioni. Un altro abbastanza diffuso è poi l’uso illecito di carburante. Nello specifico, il gasolio da riscaldamento e il blu diesel sono vietati e non possono essere utilizzati come combustibile. A bordo abbiamo un mini laboratorio che ci permette di riconoscere la tipologia di carburante che si trova nei serbatoi dei natanti che fermiamo per effettuare i controlli”.
Battute di cattivo gusto
Chi passa per Riva Bodoli avrà certamente notato che l’Olimp è praticamente sempre ormeggiato lì e dopo un po’ qualcuno sui social ha accusato l’Autorità doganale di battere la fiacca.
“Sono battute di cattivo gusto. Non siamo dei fannulloni. Il fatto di non uscire spesso è legato a questioni di natura tecnica perché, dal momento che si tratta di un mezzo nuovo, siamo tenuti a completare una sorta di periodo di prova per prendere le misure e confidenza con la barca. Ora lo stiamo ultimando e a partire dalle prossime settimane saremo molto più spesso in giro a pattugliare”, concludono all’unisono Nenad, Dubravko e Ante per poi rivelare infine che saranno chiamati a tenere maggiormente sott’occhio i diportisti in quanto nell’ultimo periodo il traffico di migranti si sta spostando sempre di più sul mare, con clandestini spesso nascosti nelle stive delle barche.

La cabina è total confort…

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