LA CITTÀ NASCOSTA I bunker di Križišće. Muti compagni di viaggio

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LA CITTÀ NASCOSTA I bunker di Križišće. Muti compagni di viaggio
Il bunker nel centro di Križišće. Foto: ŽELJKO JERNEIĆ

Viaggiare lungo le vecchie strade panoramiche costiere è un’esperienza unica, dal gusto squisitamente retrò. Quando poi, di buon mattino, si ha la fortuna di farlo sulla nota strada Karolina, che sovrasta il golfo quarnerino, non trafficata e con un tempo da sogno, la stessa diventa scenografica: vi si scorgono facilmente gli orfani resti della storia, i cumuli di antiche pietre, colonnine leggermente inclinate a mo’ di piccole torri di Pisa, malinconici caseggiati abbandonati, gli improbabili insediamenti accennati vicino al mare e una miriade di casematte, o ciò che ne rimane di quelle che furono. A fiancheggiarla sono i villaggi di Križišće, Hreljin, Plase e altri, ognuno dei quali, l’abbiamo intuito sin da subito, nasconde qualche segreto o qualche struttura dimenticata. La nostra prima tappa, ormai irrinunciabilmente guidati dal collega Igor Kramarsich, è quella che una volta fu la graziosa stazione dei treni della località di Melnice (vi ci passa la linea ferroviaria M202 Fiume – Zagabria – Karlovac, che tocca anche Plase), oggi dismessa. Sotto, ci assicura, sono site le solide e solenni reliquie di una roccaforte, quella che sulle mappe è segnata con il numero 4. La raggiungiamo e appuriamo che è proprio così: la struttura si presenta maestosa e massiccia, avvinta da una vegetazione travolgente e desiderosa di rivalsa, la cui entrata è ormai completamente inaccessibile. Delusi, ce ne andiamo, alla ricerca della casamatta numero 5, consolati dall’idea che, se non altro, siamo riusciti a trovarla e immortalarla. Il percorso intrapreso, costruito a metà del XIX secolo come collegamento tra Porto Re (Kraljevica) e la suddetta strada è veramente piacevole. Dopo poco la troviamo e, come fanciulli scapestrati, vi ci arrampichiamo, la assaliamo di foto e curiosità.

La strada Karolina
La costruzione della strada Karolina iniziò nel 1725 e si protrasse per i successivi dieci anni, ma a causa delle crescenti esigenze commerciali della città di Porto Re, fu necessario edificarne una che collegasse Buccari (Bakar) e Fiume con Karlovac e così, per iniziativa del commerciante di Segna, Marko Suzan (secondo alcune fonti anche Sussani, Suzanić o Suzančić), venne fatto il percorso Križišće-Plase, lungo 7 chilometri. Essendo proprietario di svariati magazzini di grano, ubicati a Porto Re e allo scopo di una consegna e spedizione egli aveva diretto interesse a realizzarla per cui, in accordo con le autorità imperiali, lo fece a sue spese, rimborsategli in seguito dall’imperatore Giuseppe II. La strada, costruita dall’imprenditore Ivan Evangelist Turković tra il 1785 e il 1786, servì al suo scopo fino alla metà del XIX secolo, quando venne eretta un’altra salita, più lunga ma più dolce e serpeggiante. Percorrerla ci regala viste impagabili, che si estendono verso le isole, il ponte di Veglia, Fiume, Buccari, Porto Re e ci riporta indietro nel tempo, quando da bambini si andava al mare viaggiando su strade simili, con le macchine piene di cibo, attrezzature da spiaggia, persone, speranze ed emozioni. Come allora, la stessa si presenta molto rovinata dalle ingiurie del tempo ed è palese che viene mantenuta soltanto saltuariamente. Peccato.

Le casematte
Come accennato, i bunker non mancano a rivelarsi, qualcuno spudoratamente, altri facendo appena capolino. Trattasi delle casematte della linea Rupnik, che il generale sloveno Leon Rupnik, noto anche come Lav Rupnik o Lev Rupnik (Lokve, 10 agosto 1880 – Lubiana, 4 settembre 1946), progettò quale protezione della strada dell’epoca, pensandole a tam-tam, di modo che tutti, in breve tempo, potessero venire avvisati di ciò che avveniva. La stessa, però, si rivelò inutile, in quanto non fu mai utilizzata militarmente, a eccezione di piccoli tratti che coincidevano con le linee di difesa tedesche, verso la fine della Seconda guerra mondiale. In generale, tutte le roccaforti visitate, sono conservate abbastanza bene. Tra queste ci colpiscono soprattutto i bunker numero 11, situato nel villaggio di Mali Dol, caratterizzato da una visibile crepa dovuta al passare del tempo e il 6, irraggiungibile in quanto ricoperto dalla boscaglia, con l’entrata collocata dall’altra parte della strada. Qualche chilometro più in là, appena usciti da Križišće, sul lato destro, ci fermiamo per ammirarne uno innalzato dagli italiani nel 1942, costruito a tre livelli e con una stanza per i soldati. La struttura, scarabocchiata con dei graffiti nella parte della torre, ci stupisce per la sua imponenza, come pure la muraglia che regge una grande curva serpentina e la vista che esplode sul lago di Tribalj. Sazi di vento, paesaggi e una miriade di sensazioni, raggiungiamo la nostra ultima tappa: la casamatta curiosamente posta nel centro della cittadina di Križišće. Non ci piace molto e Igor ci spiega che la stessa serviva probabilmente per il controllo della strada verso Porto Re e la valle di Buccari. Dopo aver scattato le ultime foto, ce ne andiamo, ripromettendoci di ritornare in quei luoghi solitari, pronti a raccontarsi.

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