Il rilancio della ricerca parte da un cambiamento culturale

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Il rilancio della ricerca parte da un cambiamento culturale

Fiume è sempre più votata alla ricerca scientifica. Ieri nell’Aula consiliare è infatti tornato a riunirsi il Consiglio scientifico internazionale (MZS) dell’Ateneo fiumano. Si tratta del primo convegno di questo genere in Croazia, che ha portato nel capoluogo quarnerino alcuni dei più autorevoli ricercatori croati che si sono affermati all’estero, i quali nell’arco di tutta la giornata hanno tenuto numerose lezioni e tavole rotonde, spaziando dalla medicina alla robotica, passando per l’architettura e l’astrofisica.

Un confronto aperto

“L’obiettivo del convegno è quello di sollecitare un confronto aperto tra i ricercatori, nonché evidenziare l’importanza e l’impatto positivo della ricerca sulla nostra società – ha sottolineato la rettrice, Snježana Prijić Samaržija, che ha fortemente voluto organizzare proprio a Fiume l’evento –. Si tratta di una preziosa opportunità per creare un legame ancora più stretto tra scienza e società, per un dialogo continuo su temi cruciali della ricerca scientifica nel Paese”.
Nel corso dell’incontro è stato più volte rimarcato come in Croazia l’investimento nella ricerca sia ancora insufficiente. Infatti, la Croazia investe soltanto lo 0,85 per cento del PIL nella ricerca, contro il 3% della media europea, il che la colloca in fondo alla classifica.

Investimenti e programmazione

“Serve prima di tutto un cambiamento culturale che riconosca alla ricerca scientifica il suo ruolo di motore delle politiche di sviluppo, rilancio e innovazione – ha spiegato il luminare della biologia molecolare Ivan Đikić –. La ricerca scientifica croata ha bisogno di investimenti strategici, di programmazione, di trasparenza. Ma soprattutto la Croazia ha bisogno di una ricerca produttiva e competitiva: l’unico modo per raggiungere tale obiettivo è investire in ricerca, innovazione, tecnologia, istruzione ed educazione”.
Uno dei temi più ricorrenti è certamente la fuga dei giovani all’estero, tra cui ci sono anche tanti ricercatori. “Non possiamo pretendere di arrestare tale processo – ha spiegato Đikić – se poi le nostre istituzioni scientifiche e centri di ricerca sono sempre meno competitivi e fanno sempre più fatica a tenere il passo con quelle europee. Questa conferenza è concepita come un punto di partenza per avviare un dialogo con importanti ricercatori che lavorano all’estero per tracciare assieme le linee guida relative al futuro della ricerca in Croazia. Si tratta di un processo che richiede tempo, ma tra dieci anni vedremo già i primi effetti”.

Cogliere la palla al balzo

Tra le varie tematiche, ampio spazio è stato concesso all’architettura, in particolare in relazione al progetto Fiume, Capitale europea della cultura, come ha infine illustrato Vedran Mimica dell’Illinois Institute of Technology di Chicago.
“Lo sviluppo urbanistico rappresenta una delle maggiori sfide del domani. Le città del futuro saranno sempre più incentrate sulla sostenibilità e sulla valorizzazione del proprio patrimonio, sia esso culturale, industriale o di altro genere. Sotto questo aspetto Fiume ha un grande vantaggio in quanto può contare su numerosi complessi industriali abbandonati che non vanno assolutamente smantellati, ma riqualificati e destinati a nuove funzioni. CEC è quindi una grande opportunità per la città, a patto però di avere l’oculatezza nel saper cogliere la palla al balzo”, ha concluso l’architetto zagabrese.

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