«Il nostro obiettivo è essere un correttivo al potere»

Con Milorad Stanić, presidente dell’associazione Građani prije svega, che sostiene il candidato sindaco Davor Štimac

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«Il nostro obiettivo è essere un correttivo al potere»

“Vogliamo che Fiume diventi una città dinamica, inclusiva e moderna, motivata e permeata dall’energia positiva dei suoi cittadini, delle sue imprese e dei suoi leader, una città a cui aspireranno volentieri giovani laureati, volonterosi di lavorarci e viverci”. È questo, in poche parole, il filo conduttore che unisce le linee programmatiche dell’associazione fiumana di nuova data Građani prije svega (letteralmente: I cittadini innanzitutto), istituita quasi in sordina agli inizi di novembre scorso e assurta in queste settimane agli onori della cronaca per aver sostenuto ufficialmente la candidatura alla carica di sindaco di Davor Štimac – medico, professore universitario e già direttore del Centro clinico-ospedaliero di Fiume –, della Lista indipendente Da štima grad. La GPS, questo il suo acronimo, raccoglie persone di vario profilo e interesse, professionisti dei vari campi, come ad esempio affermati medici, architetti, professori, giornalisti, artisti, ingegneri, manager, imprenditori, operatori culturali, avvocati, ma anche studenti e pensionati, fermamente convinti che “Fiume e la Regione litoraneo-montana possano migliorare attingendo al sapere, al lavoro di volontariato e all’attivismo civico, senza limitazioni ideologiche e di classe. L’associazione – come scrive sul sito ufficiale della stessa – è nata innanzitutto con l’idea di dare vita a un’attività sinergica volta al bene comune”. Ne abbiamo parlato con il presidente, l’avvocato Milorad Stanić, il quale ci ha spiegato che l’istituzione della GPS è stata una conseguenza naturale dopo anni e anni d’insoddisfazione in termini di funzionamento della città e di tentativi di comunicare e indicare alle autorità locali al potere quali sono i problemi più rilevanti che affliggono Fiume e i suoi cittadini, in primo luogo gli imprenditori.

 

“Nell’ultimo decennio si è formato, in maniera spontanea e molto naturale, un gruppetto di professionisti dei vari settori della comunità, poi cresciuto negli anni, i quali avevano cercato in varie riprese, dall’alto delle loro rispettive competenze, di segnalare a chi di dovere ciò che in città non funziona, suggerendo anche soluzioni a breve o a lungo termine – ha esordito Stanić –. Siamo sempre rimasti inascoltati. I buoni propositi, sia da parte della Città che dalla Regione, presumibilmente c’erano, ma l’impressione, a fine colloquio, era sempre la stessa: quella di essere ascoltati a metà o per nulla. Spesso, come risposta, ci è stato suggerito di tentare la corsa politica, che ci avrebbe offerto forse maggiori chance di cambiare le cose. Fiume, nel frattempo, si è spenta. Dopo vent’anni di cattiva amministrazione, oggi abbiamo a che fare con una città estremamente chiusa, colma di anomalie e paradossi, contrassegnata da fortissimi problemi quali ad esempio l’emigrazione dei cittadini, il declino demografico, un pessimo quadro economico e insufficiente concorrenzialità, che portano inevitabilmente alla chiusura dei posti di lavoro e all’assenza di prospettive in termini di apertura di nuovi. Quale può essere, in un contesto simile, il futuro dei giovani? È logico che a un certo punto decidono di andarsene”.

Lei ha detto un decennio di tentativi di… svegliare l’amministrazione cittadina. È stato questo lungo lasso di tempo a convicervi a formalizzare le cose e a unirvi in un’associazione a tutti gli effetti?
“Esattamente. Oggi è il momento giusto. Anche in vista delle prossime elezioni amministrative”.

Per le quali la GPS – che al momento conta un centinaio di soci – ha deciso di appoggiare ufficialmente il candidato indipendente Davor Štimac. Perché?
“Davor Štimac è stato, ed è uno di noi. È nostro socio ed è stato uno di quelli con cui per anni abbiamo tentato di segnalare i problemi che tormentano Fiume. A un certo punto ha deciso di candidarsi come indipendente e la GPS ha deciso di sostenerlo in chiave ufficiale. Tutto qua”.

Ci sembra di capire che la GPS sia un’associazione di tipo think tank (letteralmente serbatoio di pensiero). È probabile che un giorno decida di convertirsi in partito politico?
“Assolutamente no. Le nostre aspirazioni sono ben altre. Bisogna fare una distinzione tra i termini policy e politic, di cui il primo si riferisce alla scienza della politica, alle misure, alle strategie, mentre il secondo riguarda la politica operativa delle autorità al potere. Oggi non c’è potere senza il sapere. Nella nostra realtà le due cose sono fuse in una e l’impressione è che il sapere spesso sia inesistente. L’attuale amministrazione cittadina, concretamente il sindaco, non conta sull’aiuto di un think tank che possa lavorare per lui, suggerirgli le cose, ma fa tutto da solo. Il nostro intento, invece, è di creare un’organizzazione in grado di pensare e trattare le varie politiche, in fin dei conti di definirle e metterle al servizio dell’apparato decisionale. Nel caso del candidato a sindaco Davor Štimac, facciamo appunto questo: gli offriamo le nostre competenze e consulenze volte, in questa circostanza concreta, al miglioramento della città nel caso in cui egli riuscisse a spuntarla alle amministrative del prossimo maggio”.

“Vorrei però anche precisare – ha proseguito Stanić – che se oggi questa persona è Davor Štimac, domani potrà essere chiunque vorrà fruire delle nostre competenze, senza distinzione politica o d’altro tipo. La GPS è aperta a tutti, a prescindere dai diversi orientamenti politici, ed è volta ad appoggiare qualsiasi singolo o gruppo che fosse in sintonia con quelli che sono i nostri ideali di città funzionante”.

E se questa stessa persona, o gruppo, che voi oggi sostenete dovesse un giorno cambiare improvvisamente… rotta?
“Rimarremmo in corsia, fermi nel nostro pensiero, critici verso ciò che riteniamo sbagliato, come lo siamo ora verso l’attuale amministrazione cittadina. Le rispondo dicendole che a quel punto inizieremmo a criticare anche questa persona, o gruppo”, ha concluso il nostro interlocutore.

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