Fiume. Il triste destino dell’ex Cartiera

Interessanti relazione e laboratorio nell’ambito della manifestazione «Un fiume di tecnologia»

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Fiume. Il triste destino dell’ex Cartiera
Foto: ŽELJKO JERNEIĆ

Nell’ambito della manifestazione educativo-istruttiva “Un fiume di tecnologia”, che si è svolta in questi giorni nelle istituzioni accademiche e scientifiche che operano nell’ambito dell’Università di Fiume, ci sono stati vari eventi dedicati a tutte le fasce d’età. Tra i laboratori che hanno suscitato parecchio interesse, c’è stato anche quello intitolato Science&Art@Hartera durante il quale i presenti hanno avuto occasione di scoprire alcune peculiarità sull’ex Cartiera, fare un salto nel passato e immaginare le potenziali prospettive dell’allora fabbrica della carta. A guidare gli interessati in questo viaggio nel XIX secolo è stata la prof.ssa Kristina Pandža che assieme alla sua collega Iva Mrak, ha preparato una presentazione riguardante non solo la Cartiera, ma anche il suo circondario che all’epoca aveva uno status molto significativo per Fiume. “Via Ružić veniva chiamata via dell’Industria, il che la dice lunga. Infatti, attorno alla Rječina o Fiumara, c’erano tantissime fabbriche, da quella del pellame (Fabbrica Pellame e Pellame Bakarčić-Simonić, oggi Plodine), alla fabbrica della birra, il mattatoio, la fabbrica di sapone Heindlhofer e del ghiaccio, nonché la prima officina del gas inaugurata nel 1852. Da non dimenticare la fabbrica di pellame Gjuro Ružić (in seguito Rade Končar), la Fonderia al Dolac di Diracca, Cussar e Skull, la fabbrica di saponi Levi&Bianchi, in seguito Fabbrica fiumana di saponi, glicerina, soda cristallizzata e prodotti grassi, la centrale termica e l’inceneritore di rifiuti che veniva usato per produrre calore. La fabbrica della carta prese vita nel 1821 quando Andrea Lodovico de Adamich, imprenditore fiumano, acquistò un mulino nel canyon della Rječina, con l’intento di avviare, due anni dopo, la produzione della carta. Perché proprio questo prodotto? Perché la materia prima, quali stracci vecchi, lino e canapa, erano facilmente reperibili nel porto di Fiume. In seguito, però, Adamich decise di vendere lo stabilimento iniziale a Walter Crafton Smith e Charles Meyner, una coppia esperta nella produzione della carta, grazie ai quali il numero dei lavoratori presenti in fabbrica salì da 21 a qualche centinaio e divenne uno stabilimento moderno con tanto di macchina a vapore, la prima in Croazia (1833)”, ha spiegato Kristina Pandža.

Foto: RONI BRMALJ

Alta qualità
La fabbrica produsse vari tipi di carta di alta qualità (carta regalo, la carta per le poste, la carta crespa, le cartine per le sigarette, la carta per la stampa e tante altre varietà) che fu premiata nelle fiere a livello mondiale, come quella di Londra, Parigi e Melbourne e venduta in 50 Stati di tutti i continenti. Spesso di diceva che l’ottima qualità della carta era legata all’altrettanto ottima qualità dell’acqua che Fiume vanta. “Purtroppo, però, le condizioni di vita dei lavoratori, per lo più donne, erano precarie. Gli stipendi erano bassi e spesso si ammalavano a causa dei batteri presenti nei vecchi stracci che a volte arrivavano anche dal mattatoio. Inoltre, c’erano anche problemi nei periodi quando il fiume straripava e i lavoratori dovevano venir messi in salvo. Nel 1852 ci furono altre novità, come le turbine, una diga di cemento al posto di quella in legno, una macchina a vapore più forte e ben 600 dipendenti. Inoltre, nel processo produttivo i vecchi stracci vennero rigettati come materia prima principale nella produzione della carta e si decise di ricorrere alla cellulosa. Verso la fine del XIX secolo la Cartiera si concentrò sulla produzione della carta di consistenza leggera per le sigarette. Nel XX secolo la fabbrica subì numerosi cambiamenti a livello di gestione e di proprietà, ma il lavoro proseguì sempre senza intoppi. Nel 1980 la Cartiera produceva il 7 p.c. di tutta la carta per sigarette a livello mondiale. Poi, con l’inizio degli anni ‘90, ci furono i primi problemi. Venne avviata la prima procedura fallimentare dettata dal fatto che la tecnologia era ormai obsoleta e la fabbrica non era più concorrenziale sul mercato. In seguito, con la Guerra patriottica ci fu la perdita di tantissimi mercati che tradizionalmente acquistavano la carta e lo stabilimento industriale chiuse i battenti. La procedura fallimentare si è conclusa nel 2005. Oggi rimane, quindi, soltanto un ricordo di quella che fu una delle fabbriche più longeve a Fiume, che ora fa parte del patrimonio industriale in attesa di un nuovo capitolo. La costruzione è semplice e facilmente riqualificabile ed è un peccato vederla in questo stato. In un prossimo futuro, si spera quanto più vicino, dovrebbe venire avviato l’Incubatore per le tecnologie creative e l’industria IT che avrà sede nell’edificio della centrale termoelettrica dell’ex Cartiera, ora in fase di ristrutturazione”, ha concluso la relatrice.

L’evento si è svolto nell’ambito della manifestazione “Un fiume di tecnologia”.
Foto: RONI BRMALJ
Qui e a destra, gli interni degradati della struttura.
Foto: ŽELJKO JERNEIĆ
Foto: ŽELJKO JERNEIĆ

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