Fiume. Architettura da ripensare e valorizzare (foto)

Nell’atrio della Casa di cultura croata di Sušak (HKD) si è svolta un’interessante conferenza sul patrimonio architettonico dismesso di Fiume. Esperti a confronto per individuare possibili soluzioni

0
Fiume. Architettura da ripensare e valorizzare (foto)
Foto: ŽELJKO JERNEIĆ

Nell’atrio della Casa di cultura croata di Sušak (HKD) ha avuto luogo la tavola rotonda intitolata “La vecchia Fiume per la nuova Fiume”, organizzata dal quotidiano Novi List, avente quale tematica la tutela e la rivitalizzazione del patrimonio architettonico e urbano cittadino. Al dibattito, preceduto da un filmato inviato dall’artista austriaca Barbara Essl, la cui mostra “Lost places/Luoghi abbandonati” è in allestimento a Palazzo Modello fino al 15 febbraio, hanno preso parte il sindaco Marko Filipović, la storica dell’arte Daina Glavočić, la presidente della Commissione per la cultura della Città di Fiume, Maša Magzan, l’esperta di urbanistica prof.ssa Nana Palinić, la direttrice del Dipartimento per la tutela e la conservazione dei beni culturali di Fiume, Lilian Stošić e lo storico dell’arte Berislav Valušek, coordinati dal giornalista della succitata testata, Ervin Pavleković. All’incontro è accorso un numeroso pubblico di esperti del settore e non, i quali, nelle oltre due ore di scambio di idee, hanno seguito il tutto con grande interesse e viva partecipazione, tradotta in una miriade di commenti, riflessioni, proposte e critiche.

L’ex Cartiera, un pugno nello stomaco
A salutare i convenuti e a introdurre il forum è stata Nana Palinić, la quale ha subito toccato l’argomento dell’ex Cartiera, un vero e proprio pugno nello stomaco, rilevando che “credo che la maggior parte di voi ricordi i tempi in cui operava ancora in qualità di fabbrica, saranno stati gli anni 2000 o poco prima, quando furono intrapresi i primi passi relativi a una valutazione di carattere urbanistico-architettonico di tutta quell’area. In tale modo la Città di Fiume potè preparare la documentazione urbanistica, ovvero il progetto e vennero elaborati dettagliati piani di riqualificazione e realizzazione. Negli anni 1995, 1996 e 1997 si effettuò uno studio storico completo, nonché io stessa fui partecipe di alcuni progetti inerenti al ​​corso medio della Fiumara e all’idea di un lungofiume, che sarebbe dovuto iniziare dalla Cartiera, a capo dei quali vi era la prof.ssa Olga Magaš. Dato che si trattava per lo più di zone per le quali non si prevedevano altre pianificazioni, si fece ciò che fu possibile. Dopo il fallimento della fabbrica, al fine di salvaguardare il complesso, si cercò di acquistarlo, ma la cosa non andò in porto. Successivamente si iniziò con la vendita di parti dello stesso, perdendo così l’occasione di risolvere la problematica dell’urbanizzazione dell’area”.
Sulla scia delle sue parole il moderatore Pavleković si è riallacciato alla riunione “Il patrimonio industriale fiumano in fin di vita”, tenutasi giorni fa nell’ambito della 24ª sessione tematica della Commissione per la cultura della Città di Fiume, in cui si è trattata la questione dell’ex Cartiera. Nello specifico, riportando la messa a fuoco della problematizzazione della questione relativa al progetto realizzato negli anni 2000 dall’architetto Idis Turato, il quale non tiene conto di entrambe le sponde della Fiumara, ha chiesto delucidazioni a Filipović riguardo alle sorti dell’area. Il sindaco non ha negato che la zona, a partire dall’edificio della cosidetta Energana, la cui rivitalilizzazione è in dirittura d’arrivo, necessiti di valorizzazione, specificando, in merito all’ ex Cartiera, che nonostante la stessa sia inclusa nel Piano urbanistico generale di Fiume, la maggior parte degli spazi sono di proprietà privata. A sua detta “in base alla Costituzione della Repubblica di Croazia e alle vigenti leggi, i privati hanno l’obbligo di prendersi cura dei beni che possiedono e dei quali dispongono. La Città ha il compito di fornire il progetto d’area e il Piano di sviluppo urbanistico generale e dettagliato, tesi alla regolazione dell’utilizzo degli spazi in questione. Ovviamente, trattandosi di stabilimenti fatiscenti ubicati nell’area di ex complessi industriali, ci vogliono risorse finanziarie importanti. Le stesse potrebbero venire assicurate dal Bilancio cittadino o ci si potrebbe rivolgere al settore privato, il quale, però, prima di investire deve intuire la sua appetibilità. Il primo passo sono i 2.700 metri quadrati dell’Energana, il cui spazio è contemplato nei nostri progetti”.
A seguire, Daina Glavočić si è soffermata sul mancato sentore di chi di dovere per la riqualificazione del patrimonio cittadino spiegando che “sembra che Fiume non abbia orecchio né volontà per la salvaguardia dei valori tradizionali. Tutto parte con un forte slancio, prende vita e poi muore. Dopo poco tempo compare qualcos’altro, allo stesso modo in cui avvenne con la ‘Hartera’, con i magazzini e vi è interesse per tutto, il che è la prova che i nostri cittadini sono davvero cambiati. Sta arrivando nuova gente, vi sono gli studenti stranieri che sono affascinati dalla città e tutti parlano della sua bellezza e del suo splendore, ma noi cittadini non ce ne prendiamo cura a dovere. Se attendiamo l’intervento del Ministero competente, qualcuno si farà male”, ha puntualizzato.

Ex Silurificio e albergo «Emigranti»
Nel corso della tavola rotonda non sono mancati interessanti interventi sull’ex Silurificio e l’albergo “Emigranti”, in riferimento ai quali Berislav Valušek ha ribadito che “purtroppo il nostro patrimonio culturale fiumano ha recentemente subito la chiusura della mostra ‘Silurificio – i primi al mondo’. Era difficile raccogliere tutto ciò che è rimasto dello stesso. Con che cosa possiamo identificarci a Fiume? Con quello di cui, a differenza di chiunque al mondo, ci siamo potuti vantare per primi: solo e unicamente del Silurificio, il quale rappresenta il nostro codice identificativo, la mappa più significativa e personale della città. Esso è collegato alla sua rampa di lancio o al Mercato di Brajda, quali nuove proposte per ospitare la collezione, il che porterebbe alla riqualificazione di almeno due elementi del patrimonio architettonico fiumano. Un altro stabilimento fondamentale è l’albergo ‘Emigranti’, progettato dall’architetto Zielinski, nel quale un tempo i futuri immigrati in America aspettavano il trasporto. In seguito all’esposizione ‘America – l’emigrazione oltremare dell’Europa centrale e Fiume quale porto degli emigrati 1903-1914’, nacque l’idea di istituire a Fiume il Museo dell’emigrazione di quell’epoca e di quegli spazi, non riferito solo alla nostra città, bensì a livello centroeuropeo, in qualità di galleria internazionale relativa all’emigrazione in America, la quale avrebbe compreso tutti i Paesi i cui abitanti gravitavano a Fiume nel succitato periodo. In tale contesto, parlammo anche con colleghi stranieri disposti a sostenere il progetto, ma ovviamente nessuno di Fiume dimostrò alcun interesse”.
A riguardo, il sindaco Filipović ha affermato che, per ciò che concerne le dimensioni dell’ex Silurificio o dell’emigrazione che interessò Fiume, anche se non è sufficiente, entrambe sono adeguatamente presentate nell’allestimento del Museo cittadino. Allo stesso, ha ancora aggiunto, hanno lavorato esperti del settore, ai quali è stato assegnato il riconoscimento dell’Associazione museale croata, come pure alcuni premi europei.

Galeb, Sala di lettura…
Chiamato a esprimersi in merito alla situazione inerente alla nave Galeb, piuttosto che a quella della Sala di lettura in Corso (trasferita nella nuova Biblioteca civica dell’ex quartiere Benčić) o al canyon della Fiumara, Filipović ha dichiarato che il progetto dell’ex panfilo di Tito, al quale lavorano altrettanto importanti esperti, apprezzati nel Paese per le installazioni delle più frequentate sedi museali, è in fase di conclusione. “Per quanto riguarda invece lo spazio in Corso che fino a pochi giorni fa ospitava la Sala di lettura – ha proseguito –, purtroppo è di proprietà dell’HRT (Radiotelevisione croata), per cui non si può intervenire in alcun modo. La Sala di lettura è stata trasferita negli spazi della nuova Biblioteca e lì sta funzionando bene, con utenti soddisfatti della qualità del servizio fornito. Il canyion della Fiumara, a sua volta, è una risorsa idrica di responsabilità dell’ente pubblico ‘Hrvatske vode’, e in merito la situazione non è così semplice come sembra di primo acchito. Pertanto, oltre alla questione finanziaria, è necessario includere tutte le parti interessate, gli esperti, in primo luogo il Ministero della Cultura e dei Media e il Dipartimento per la tutela e la conservazione dei beni culturali di Fiume, che inserisce parte dei beni sotto tutela preventiva, mentre altre vengono trattate quali parti di un’unità protetta o quali beni culturali tutelati singolarmente. Quando si tratta di edifici del genere, la rivitalizzazione è estremamente costosa e impegnativa. Nel Bilancio abbiamo previsto il restauro di 5 facciate, ma una problematica importante consiste nella difficoltà di trovare degli appaltatori autorizzati, atti a eseguire i lavori nelle tempistiche stabilite”. ­Nel contesto ha riportato, insieme a Lilian Stošić, anche il caso del restauro dell’Arco romano.

La triste sorte di Teatro Fenice
Quest’ultima ha riferito la triste situazione inerente a Teatro Fenice, spiegando l’iter volto alla sua rivitalizzazione e rilevando che “è un bene culturale catalogato singolarmente, iscritto nel Registro dei beni culturali della Repubblica di Croazia dal 2009, il cui procedimento di tutela è stato avviato negli anni ‘90 dello scorso secolo, in seguito alla valutazione della prof.ssa Nana Palinić e del suo team, che hanno anche fornito un elaborato. Quindi, in merito vi sono a disposizione una documentazione e un elaborato di tutela del palazzo, nel quale è riportato tutto il patrimonio mobile e immobile, come pure l’elenco dell’inventario. Esaminando lo stabile nel dettaglio ci siamo resi conto che è… in fin di vita: dal tetto, dal quale spuntano addirittura alcuni rami d’albero, ci sono perdite e le finestre sono distrutte, la struttura si presenta nelle condizioni in cui si trovava la Casa dell’infanzia prima del restauro. Il nostro Dipartimento ha svariate volte proposto misure urgenti di tutela, al che si è trovato di fronte un muro di disinteresse da parte del curatore fallimentare e del proprietario”.
Tanti gli interventi da parte del pubblico presente all’HKD, tra cui quelli dell’ex sindaco Vojko Obersnel, a detta del quale negli ultimi 15 anni la Città ha fatto abbastanza in merito al patrimonio culturale della città, quello del prof. Marjan Bradanović, che ha toccato la problematica del Lazzaretto fiumano, le considerazioni del direttore della Port Authority, Denis Vukorepa sugli interventi di risistemazione del bacino portuale, le riflessioni di Rina Brumini su Palazzo Modello e alle difficoltà di recupero e di tanti altri.

I relatori della serata.
Foto: RONI BRMALJ
Il numeroso pubblico accorso nell’atrio della Casa di cultura croata di Sušak (HKD).
Foto: RONI BRMALJ
l triste destino di Teatro Fenice.
Foto: Goran Žiković
Gli interni degradati dell’ex Cartiera.
Foto: Foto: ŽELJKO JERNEIĆ
Il complesso di magazzini portuali “Metropolis”.
Foto: ŽELJKO JERNEIĆ
La rampa di lancio dell’ex Silurificio.
Foto: Goran Kovacic/PIXSELL

Tutti i diritti riservati. La riproduzione, anche parziale, è possibile soltanto dietro autorizzazione dell’editore.

L’utente, previa registrazione, avrà la possibilità di commentare i contenuti proposti sul sito dell’Editore, ma dovrà farlo usando un linguaggio rispettoso della persona e del diritto alla diversa opinione, evitando espressioni offensive e ingiuriose, affinché la comunicazione sia, in quanto a contenuto e forma, civile.

No posts to display