«Farci conoscere per sopravvivere»

Proficuo incontro a Palazzo Modello «Qui le nostre radici», è stato detto

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«Farci conoscere per sopravvivere»
L’incontro alla Comunità degli Italiani di Fiume. Foto: IVOR HRELJANOVIĆ

Un appuntamento di lavoro, ma anche un’occasione per fare il punto, per comprendere dove si è arrivati e cosa si dovrebbe fare per “sopravvivere”, citando un’espressione usata da Franco Papetti, presidente dell’AFIM-LCFE, affiancato ieri dal vicepresidente Andor Brakus nell’ambito dell’incontro che ha visto riuniti i rappresentanti della suddetta Associazione e quelli della Società di Studi fiumani di Roma (SSF) e del Comitato esecutivo della Comunità degli Italiani di Fiume. A Palazzo Modello ci si è ritrovati nelle giornate di San Vito, con la presidente del sodalizio Melita Sciucca, come padrona di casa, Giovanni Stelli, presidente della SSF, Marino Micich, direttore dell’Archivio Museo storico di Fiume a Roma e Rosanna Turcinovich Giuricin, direttore de “La Voce di Fiume”. In rappresentanza del Comitato esecutivo della CI, Irene Mestrovich, Gloria Tijan, Norma Zani, Rina Brumini, Enea Dessardo e Ornella Sciucca.
Cosa si intende per sopravvivenza? “Ci dobbiamo unire e rafforzare – ha detto Papetti –, perché le nostre radici sono qui. Siamo sparsi in tutto il mondo e vogliamo sopravvivere. C’è il nostro giornale che tira duemila copie e che viene distribuito a sua volta in tutto il mondo. Stiamo lavorando insieme sul ritorno culturale e intellettuale, valorizzando sia in Croazia che in Italia i fiumani nella storia. Vogliamo che diventino una parte della Fiume attuale”. Il 3 luglio è in programma a Roma, nell’ambito di questo percorso di collaborazione, nella sala stampa della Camera, un incontro in cui si parlerà del centenario della SSF e della situazione per quanto riguarda le attività promosse attraverso le quali fare conoscere la realtà fiumana agli italiani in Italia. In questo senso queste sono le parole che cogliamo dall’intervento di Stelli: “A Fiume e non solo, vi è stato l’esodo della stragrande maggioranza dei suoi abitanti e nella devastazione totalitaria che si è abbattuta successivamente, è avvenuta nell’odonomastica la cancellazione di oltre l’85 per cento delle denominazioni delle vie. Se uno non tiene conto di questo dato, capisce poco della nostra storia. C’è stato un azzeramento a cui seguì un’operazione di restaurazione di una storia taciuta e soppressa. Questa è la radice della nostra attività e lo è stata da subito. Ciò deve essere fatto, ed è giusto che sia così, non solo con gli italiani rimasti, i connazionali che sono la testimonianza vivente della persistenza di un’identità, ma impostando l’operazione in stretta collaborazione con le autorità della maggioranza croata. Senza la loro collaborazione le nostre restano delle velleità”.
All’incontro è seguita la presentazione del libro di Diana Stolac “Il paesaggio linguistico fiumano”, con Gianna Mazzieri Sanković e Isabella Matticchio.

Isabella Matticchio, Diana Stolac e Gianna Mazzieri Sanković.
Foto: IVOR HRELJANOVIĆ

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