Evitare il ritorno di malattie debellate

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Evitare il ritorno di malattie debellate

Il terzo caso di morbillo in Croazia, che ha colpito un’hostess della Croatia Airlines, ha provocato nuovamente preoccupazione tra la cittadinanza. Si tratta di una donna sulla quarantina che purtroppo, causa problemi di salute, non era stata vaccinata. Ricorderemo che la malattia si è ripresentata, dopo tanti anni, nel 2017 in vari Stati europei.

Per sentire qual è la situazione riguardante le vaccinazioni e una potenziale epidemia di morbillo nella nostra Regione, abbiamo interpellato la dott.ssa Danijela Lakošeljac, epidemiologa all’Istituto regionale di salute pubblica. “Per il momento nella nostra Regione non sono stati registrati casi di morbillo. Gli ultimi 3 si erano verificati nel 2015. Purtroppo devo dire che la percentuale dei bambini vaccinati scende di anno in anno: nei futuri scolaretti questa ammonta all’80 p.c., mentre nei bambini di un anno è molto inferiore. Questo perché la tendenza di non vaccinare i propri bambini ha preso la mano nell’ultimo periodo rispetto a sei anni fa, quando quasi tutti i piccolini di un anno venivano vaccinati regolarmente. La percentuale ideale sarebbe del 95 p.c., in quanto si reputa che circa il 5 p.c. della popolazione non possa venire vaccinato per motivi di salute. Queste persone, però, non sarebbero in pericolo se tutti gli altri fossero vaccinati”, ha detto Danijela Lakošeljac.
Il vaccino MPR, che viene somministrato ai bambini di un anno e a quelli che si iscrivono in prima classe, è un vaccino di immunizzazione contro morbillo, parotite e rosolia. Il solo vaccino contro il morbillo è stato introdotto nel 1968. “Le persone di più di 62 anni possono comunque stare tranquille perché in quel periodo la malattia circolava frequentemente e quindi sono immuni”, ha spiegato la dottoressa. Il consiglio comunque rimane sempre lo stesso. “L’ideale sarebbe raggiungere la soglia del 95 p.c. dei vaccinati, perché soltanto in questo modo eviteremo che malattie scomparse da anni si ripresentino provocando seri problemi”, ha concluso l’epidemiologa.
Ricorderemo che il morbillo provoca principalmente un’eruzione cutanea simile a quelle della rosolia o della scarlattina, che il più delle volte si risolve spontaneamente ma che può, in casi relativamente rari, portare alla morte, perdita della vista, dell’udito oppure provocare danni cerebrali permanenti. I segni e sintomi iniziali di solito includono febbre, spesso superiore a 40 °C, tosse, naso che cola e occhi rossi. Due o tre giorni dopo l’inizio dei sintomi, piccole macchie bianche possono formarsi all’interno della bocca, note come macchie di Köplik. Un rash cutaneo rosso e che di solito inizia sul viso e poi si diffonde al resto del corpo, esordisce tipicamente da tre a cinque giorni dopo l’inizio dei sintomi. I sintomi si sviluppano solitamente in 10-12 giorni dopo il contatto con una persona infetta e si protraggono per 7-10 giorni. Le complicanze si verificano in circa il 30% dei casi, nei bambini inferiori a 5 anni di età, e possono includere, tra le altre, diarrea (8%), otite (7%), polmonite (6%), encefalite (0,1%). La malattia è responsabile della morte dalle 30 alle 100 persone ogni 100.000 casi d’infezione e, solitamente, per superinfezioni batteriche.

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