Consiglio cittadino verso lo scioglimento?

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Consiglio cittadino verso lo scioglimento?

Si prospettano settimane incandescenti nel panorama politico cittadino. Dopo la seduta del Consiglio cittadino di giovedì interrotta per mancato quorum, e la ripresa della stessa sabato sera, terminata con lo stesso epilogo, non sono tardate le reazioni da parte dei partiti politici. A partire dall’HDZ, i cui consiglieri avevano abbandonato la prima seduta, facendo di fatto saltare il quorum. A fare luce sulle motivazioni che avevano spinto i rappresentanti del partito di centrodestra a lasciare l’aula è stato il consigliere Josip Ostrogović.

«Non abbiamo boicottato nulla»

“Innanzitutto voglio mettere in chiaro che giovedì non ce ne siamo andati per boicottare la seduta, ma perché eravamo stati invitati alla conferenza ‘Fight&Win’ sulla lotta contro il cancro tenuta, tra gli altri, dall’europarlamentare Dubravka Šuica – puntualizza Ostrogović –. Dal momento che all’ordine del giorno c’erano diversi punti molto importanti, alcuni colleghi sono rimasti apposta per presenziare al Consiglio. Al termine della conferenza avevo telefonato al presidente Poropat informandolo che stavamo rientrando in aula, ma lui aveva risposto che la seduta era stata interrotta. Torno a ripetere, non abbiamo boicottato nulla come invece sostengono certi altri consiglieri”.
Il riferimento è al presidente dell’SDP cittadino, Marko Filipović, e ai colleghi di partito Vojko Braut e Aleksandar Bulog, i quali avevano dichiarato che gli esponenti dell’HDZ erano andati a seguire un incontro pre-elettorale di Dubravka Šuica.
“Sono rimasto allibito di fronte a tali esternazioni e pretendo le loro scuse. La seduta di sabato? È assurdo che una seduta del Consiglio cittadino, e per di più con 14 punti all’ordine del giorno, venga convocata sabato sera. Boicottaggio? Noi non lo abbiamo mai fatto, ma anche se così fosse, è compito loro assicurare la maggioranza nel Consiglio. Considerati gli sviluppi, l’unica soluzione è ora sciogliere il Consiglio e indire nuove elezioni”.
A fare il punto sulla situazione sono stati anche i rappresentanti dell’Allenza litoraneo-montana (PGS). “Il Consiglio cittadino si è ormai trasformato in una buffonata orchestrata da alcuni suoi consiglieri – ha dichiarato Tea Mičić Badurina –. Tutti coloro che vi siedono hanno l’obbligo di presentarsi in aula e non di seguire la seduta in diretta streaming nel bar accanto. Voglio ricordare loro che gli interessi della città e di tutti i cittadini si difendono in aula e non altrove”.
Sebbene i colleghi dell’HDZ abbiano chiesto lo scioglimento del Consiglio, secondo il presidente onorario Nikola Ivaniš quest’ipotesi sarebbe piuttosto remota. “Non sono contrario alle elezioni, nel caso in cui questa sia l’unica soluzione per uscire da quest’impasse. Tuttavia, il blocco d’opposizione dovrà pensarci due volte prima di compiere questo passo dato che sono in tanti coloro che in caso di nuove elezioni perderebbero il posto di consigliere. Andare al voto non conviene a tutti. A dicembre si voterà il bilancio e quella sarà una ghiotta occasione per sciogliere il Consiglio, lì vedremo chi vuole veramente nuove elezioni e chi invece preferisce preservare il proprio posto in aula”. Il vicesindaco ha poi chiesto di sotterrare l’ascia di guerra, favorendo collaborazione, consenso e responsabilità politica in vista del 2020. “Tra un anno e mezzo saremo la Capitale europea della cultura ed è ora nostro dovere remare nella stessa direzione, consentendo il normale funzionamento del Consiglio. Esattamente come sta facendo il governo, che a livello nazionale si sta impegnando a fondo per arrivare pronti a quest’importante appuntamento. Nel 2020 avremo gli occhi di tutta Europa puntati addosso”, ha concluso Ivaniš.

Lontano da occhi indiscreti

Puntuale è infine arrivata anche la reazione dell’Azione dei giovani (AM), con il consigliere Tihomir Čordašev che ha puntato il dito contro il presidente del Consiglio Andrej Poropat, il quale a termine della seduta annullata sabato aveva affermato di non avere alcuna responsabilità per quanto successo.
“È assurdo che abbia detto una cosa del genere quando è stato lui stesso a convocare la seduta in quell’orario inappropriato – attacca il predecessore di Poropat –. Se giovedì ci sono volute nove ore per concludere i primi sette punti all’ordine del giorno, in quanto tempo pensava di terminare i rimanenti 14?” Tra questi c’era anche il prestito di 9,9 milioni di kune richiesto dalla Energo, programmato come penultimo punto all’ordine del giorno. “Questo spiega perché la seduta era stata convocata a quell’ora. Poropat era perfettamente a conoscenza del fatto che si trattava di una questione molto delicata e sapeva benissimo che il turno della Energo sarebbe arrivato a notte fonda, lontano dagli occhi indiscreti dei media che nel frattempo se ne sarebbero andati”,
ha concluso Čordašev.

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