Boris Skeledžić: «Quasi sempre c’è di mezzo il fattore umano»

A colloquio con il capo della Polstrada regionale per un bilancio provvisorio del 2021 con riferimento alla stagione turistica

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Boris Skeledžić: «Quasi sempre c’è di mezzo il fattore umano»

I numeri della stagione turistica in Croazia e nella nostra Regione vanno oltre ogni aspettativa, avvicinandosi a quelli del 2019, annata record. Una decina di giorni fa soggiornavano nel Quarnero circa 100mila turisti. Ieri erano circa 75mila, un numero considerevole per gli ultimi giorni di agosto. Mentre gli operatori turistici cominciano a tirare le somme, a stendere i bilanci di un 2021 sicuramente condizionato dalla pandemia del coronavirus, si fanno i conti anche per quel che riguarda le vittime sulle strade.

 

Il capo della Polstrada regionale Boris Skeledžić ha fornito una serie di dati interessanti sui numeri e sulle cause degli incidenti che continuano a mietere vittime. Al primo posto c’è sempre e comunque il fattore umano. “Per prima cosa, devo ammettere che questa stagione turistica è contrassegnata da un traffico notevole che sta superando tutte le nostre valutazioni. Eravamo pronti – spiega Skeledžić –, al ritorno ai livelli di qualche anno fa, ma dobbiamo registrare un aumento del numero di incidenti del 20 per cento rispetto allo stesso periodo dello scorso anno”. Il riferimento è ai mesi di giugno, luglio e agosto in cui, comunque, vi è un calo di quelli con conseguenze gravi, cioè morti e feriti.

Nel corso della stagione turistica 2020 sulle strade della Regione litoraneo-montana hanno perso la vita 11 persone. Le vittime nei mesi estivi del 2021 sono state 7. Il numero di feriti è sceso da 90 a 76. “In questo senso – commenta Skeledžić –, possiamo considerare la situazione soddisfacente se ci limitiamo ai tre mesi estivi. Dall’inizio dell’anno, purtroppo, sulle nostre strade hanno perso la vita 18 persone, una in più rispetto ai primi mesi dello scorso anno”.

La velocità è la causa principale degli incidenti gravi

Veglia, 5 morti quest’anno

Le statistiche svelano che del numero complessivo di morti vi sono 7 alla guida di moto o scooter, 6 alla guida di auto, 3 pedoni e 2 passeggeri a bordo di auto. A Fiume e nel circondario ci sono state 9 vittime, ma nel computo notiamo i 5 morti sulle strade dell’isola di Veglia. “In questo caso ci sono delle modalità e situazioni specifiche. Con l’abolizione del pedaggio per il ponte, registriamo un aumento notevole di veicoli in circolazione da e verso l’isola e allo stesso tempo, durante l’alta stagione, sale il numero di turisti. In qualche modo, potevamo aspettarci dei cambiamenti a livello di sicurezza”.

Le cause? “Continua a primeggiare il fattore umano. Dominano gli errori dei conducenti tra i quali, direi, c’è l’eccesso di velocità che è all’origine di un terzo di tutti gli incidenti. Possiamo constatare con dolore, riferendoci a fatti recenti, che a perdere la vita sono stati dei giovani, come nei due incidenti mortali sull’isola di Veglia. Nell’arco di 24 ore è morto un ventunenne in sella a una moto guidata senza patente per la categoria A, senza casco e con un tasso alcolemico oltre il consentito. La velocità eccessiva l’ha fatto uscire di strada e lo schianto contro una casa gli è stato fatale. Nel secondo incidente è morto un altro giovane, con a bordo altri tre ragazzi, finito contromano, scontrandosi con una vettura molto più robusta. Il bilancio è stato di un morto, due feriti gravi e 5 lievi. Nel tragico bilancio 2021 ci sono i due diciottenni morti lo scorso aprile a Stara Baška”, aggiunge il capo della stradale.

Grosse multe per chi non indossa il casco
Foto: Goran Stanzl/PIXSELL

Due ruote e adrenalina

Ci sono programmi di prevenzione e di educazione indirizzati a quanti si apprestano ad affrontare la vita sulle due ruote, introducendosi in una categoria a rischio, particolarmente vulnerabile. Oltre al solo fatto che moto e scooter possono produrre, soprattutto, ma non solo tra i giovani, una certa dose di adrenalina, c’è l’aspetto della loro visibilità. Quest’anno a Lussinpiccolo un motociclista 47.enne è morto in seguito a un impatto con un’auto guidata da un 89.enne che gli ha tagliato la strada. “Sono del parere che – ritiene Skeledžić –, sia necessario sottoporre i guidatori anziani a regolari visite mediche”.

Vi sono dei percorsi, nella nostra e nelle regioni confinanti, sulle statali in direzione di Pola e sulla Litoranea adriatica, dove si danno appuntamento gli amanti delle due ruote e della velocità, improvvisando delle vere e proprie corse e mettendo a repentaglio la propria, ma anche la vita degli altri. “Sì, è vero. Questo fenomeno è difficile da arginare. Le moto sfilano ad altissima velocità, con la targa coperta o rimossa in modo tale da non potere venire registrata dagli strumenti di rilevazione. Soltanto la presenza della Polizia sulle strade può condizionare certi comportamenti. Siamo riusciti, in collaborazione con i colleghi istriani, a sanzionare dei motociclisti. Comunque, ci stiamo lavorando, soprattutto nel fine settimana, cioè sabato mattina e domenica pomeriggio. Sono le ore in cui scendono in strada. Sembrano dei giochi senza frontiere, ma al di là di tutto, posso dire che negli ultimi anni vi sono stati dei progressi, a partire dall’uso del casco. Quando la multa era di 50 kune per chi guidava senza casco, erano in pochi a indossarlo. Quando è stata aumentata di venti volte, arrivando a 1.000 kune, lasciando appiedati i conducenti, le cose sono cambiate. Forse sarebbe il caso di pensare a sanzioni drastiche per chi supera i limiti di velocità del doppio rispetto a quelli consentiti, fino alla confisca del mezzo. Evidentemente il modello attuato oggi non sta producendo i risultati che vorremmo”. In Croazia ci sono le multe, il ritiro della patente, ma anche molti recidivi che se ne infischiano. Per qualcuno non è un problema sganciare da 3 a 7mila kune per eccesso di velocità. C’è chi lo fa, come commenta Skeledžić, sorridendo. Ci fermiamo qui su questo argomento, fino al punto in cui la questione dovrebbe venire presa in mano dalla Magistratura.

I motociclisti sono la categoria più vulnerabile

Nuovi veicoli, nuovi problemi

Lo spirito è quello giusto, ma… Ci sono delle direttive, delle raccomandazioni, che indicano e suggeriscono dei mezzi di trasporto alternativi in funzione di quella che chiamiamo mobilità sostenibile. Ve ne sono di vari tipi, ma quello più diffuso è il monopattino elettrico. Ve ne sono 200 della compagnia Bolt in servizio, a noleggio, autorizzati dalla Città di Fiume e un numero non accertato di mezzi privati. Sfrecciano lungo i marciapiedi, in Corso, nelle zone pedonali, ma anche sulle strade. Non ci sono stati, per ora, incidenti gravi, ma potrebbe essere soltanto una questione di giorni, mesi o settimane. Per essere precisi, un caso c’è stato. Una turista tedesca di 57 anni, sotto i fumi dell’alcol, a Crikvenica è andata a sbattere con la testa contro un palo. Per lei trauma cranico e ricovero in ospedale.

”I monopattini e gli altri veicoli elettrici non sono contemplati dalle leggi attuali, ma sono in fase di studio le modifiche che a breve dovrebbero entrare in vigore. Per prima cosa, si sta procedendo nella direzione di un divieto assoluto di circolazione dei monopattini elettrici sulle strade”. Cambierà il codice della strada, ma allo stesso tempo resterà la questione della circolazione dei monopattini nelle aree pedonali, fuori dalla giurisdizione della Polizia stradale. Anche questo tema andrebbe trattato separatamente, sottolineando l’incapacità dei servizi locali, che possiamo chiamare vigili o guardie comunali, con poteri limitati.

L’uso dei monopattini elettrici non è contemplato dalla legge

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