Antifascismo, un valore irrinunciabile

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Antifascismo, un valore irrinunciabile

Sono state numerose le autorità, tra cui i rappresentanti della Città, della Regione, del Senato accademico, il Console generale d’Italia a Fiume, Paolo Palminteri, e diversi esponenti delle comunità scientifica, imprenditoriale e religiosa, nonché i veterani di guerra, presenti all’Accademia solenne tenutasi nella Sala dei marmi del Palazzo del governo in occasione del 22 giugno, Festa nazionale della lotta antifascista, ma anche del 25 giugno, Giornata della Statualità.

Diritti negati alle minoranze
Nel corso della cerimonia è stata ripercorsa la travagliata storia della Croazia durante il XX secolo. Il sindaco Vojko Obersnel si è rivolto ai presenti ricordando la resistenza antifascista, le lotte e le perdite umane, e poi la Guerra patriottica che ha portato all’indipendenza del Paese e alla formazione delle sue basi democratiche.
“Il 22 giugno 1941 si formò il primo distaccamento partigiano a Sisak – ha ricordato –, evento simbolo dell’inizio della rivolta dei partigiani croati antifascisti contro le forze d’occupazione tedesche, italiane e ustascia. Lì è iniziata la lotta per difendere quei valori che sono parte integrante della nostra identità come apertura, tolleranza, solidarietà e multiculturalismo. Valori che custodiamo gelosamente e che poi abbiamo dovuto nuovamente difendere nei primi anni ‘90, quando 230 combattenti della nostra Regione persero la vita in nome della libertà del Paese. Eppure, c’è chi oggi sta cercando di rievocare i fantasmi del passato e della più grande tragedia vissuta dal genere umano, la Seconda guerra mondiale. E poi c’è anche chi continua a puntare il dito contro le minoranze, negando i loro diritti con l’obiettivo di creare una distinzione tra cittadini di serie A e di serie B. Fermiamoci un attimo a riflettere: ognuno di noi, in fondo, appartiene a una minoranza, sia essa etnica, religiosa o di altro genere. Negare loro i diritti significa negarli a noi stessi”.
Riformare il sistema scolastico
Onde evitare che la storia si ripeta, il primo cittadino ha sottolineato come sia importante rivolgersi alle nuove generazioni e trasmettere loro le esperienze di genitori e nonni, i quali hanno vissuto in prima persona gli orrori della guerra e, cosa forse ancora più importante, riformare il sistema scolastico.
“Se ogni anno i maturandi al termine dell’anno scolastico imbrattano i muri con simboli ustascia e insulti nei confronti delle minoranze, è chiaro che la nostra istruzione ha fallito e che la storia viene insegnata in maniera sbagliata perché troppo spesso nei libri i fatti vengono distorti a favore dell’ideologia. Anche da questi aspetti è nata l’esigenza di introdurre l’educazione civica, che grazie a noi si sta diffondendo un po’ in tutta la Croazia. L’istruzione è la chiave per permette al Paese di andare nella giusta direzione, pertanto è fondamentale ogni centesimo che investiamo nella qualità dell’educazione e nei nuovi programmi da offrire agli alunni”.
«L’antifascismo è nato in Croazia»
Il presidente dell’Assemblea regionale, il connazionale Erik Fabijanić ha invece voluto ricordare che il movimento antifascista nacque in Croazia. “È un dato di fatto di cui andiamo fieri – ha sottolineato – perché abbiamo unito il mondo civilizzato nella lotta contro l’occupazione e l’oppressione nazifascista, spalancando così le porte della democrazia in Europa. L’antifascismo è un grande patrimonio che abbiamo l’obbligo di salvaguardare, in particolare dai recenti tentativi di revisionismo storico che cercano di negare il suo contributo. E sono stati proprio i suoi valori a garantire la libertà al popolo croato e la sovranità della Croazia nella Guerra patriottica”, ha concluso Fabijanić.
Dinko Tamarut: «Lo Stato è indifferente»
Alla cerimonia non poteva mancare il presidente dell’Associazione regionale dei combattenti antifascisti e degli antifascisti (SABA), Dinko Tamarut, il quale ha voluto lanciare una frecciatina nei confronti del governo croato.
“Il 22 giugno è il giorno in cui è nostro dovere rendere omaggio a tutte quelle donne e uomini che hanno versato il proprio sangue contro l’oppressione nazifascista e che non ci stancheremo mai di ringraziare. Il grande patrimonio antifascista deve oggi potersi esprimere più che mai, anche se sempre più spesso viene messo in dubbio dai tentativi di revisionismo storico verso i quali chi governa il Paese continua a rimanere indifferente”.
La cerimonia è stata intercalata dalle esibizioni del coro misto “Val”, della studentessa del primo anno della scuola di musica Ivan Matetić Ronjgov, nonché vincitrice dell’ultima edizione dello show televisivo “Zvjezdice”, Lucija Stipanović, e infine dell’alunna della sesta classe della SEI Dolac, Saša Lena Grozdanov, che ha letto un estratto di una celebre opera dello scrittore e filosofo di origine ebraica Elie Wiesel.
Ieri una delegazione della Città, della Regione e della SABA, ha deposto corone di fiori ai piedi del Monumento della libertà in Delta. Il sindaco, Vojko Obersnel, si è quindi recato nella Casa della cultura di Hreljin per partecipare alla celebrazione della Giornata dell’antifascismo che, a causa delle condizioni meteo, non si è svolta sul Tuhobić. Il vicepresidente della Regione, Petar Mamula, ha invece partecipato alle celebrazioni che si sono svolte a Lukovo. La ricorrenza è stata ricordata anche a Buccari, Crikvenica, Novi Vinodolski e
nel Comune di Vinodol.

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