ANGOLI CITTADINI Stabilimento balneare Angiolina, primo grande bagno aperto al pubblico

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ANGOLI CITTADINI Stabilimento balneare Angiolina, primo grande bagno aperto al pubblico
La struttura come si presenta oggi. Foto: ŽELJKO JERNEIĆ

Siamo ad Abbazia nella seconda metà dell’Ottocento: il turismo d’élite inizia a diventare popolare, le dame dell’alta società avvolte nei loro raffinati vestiti e adornate di gioielli passeggiano chiacchierando per le vie della riviera quarnerina. Sul lungomare è già stato costruito il primo lussuoso albergo e villa Angiolina ospita balli e serate di gala. La richiesta di luoghi d’aggregazione e di svago cresce, le persone che vogliono e possono godersi il proprio tempo libero aumentano ed è un peccato non sfruttare il mare cristallino di Abbazia. È in questo contesto che nasce lo stabilimento balneare Angiolina, il primo grande bagno aperto al pubblico. Mirjana Kos e Julija Lozzi Barković ne “Il patrimonio balneare quarnerino” ne descrivono la nascita e la storia.
È la Società delle ferrovie meridionali a finanziare il primo grande stabilimento balneare della zona. Lo stabilimento Angiolina è la naturale prosecuzione dell’albergo Kvarner e del suo padiglione balneare, sorge su quella che era la casa del marinaio Anton Tomašić. Lo stabilimento viene ufficialmente aperto al pubblico il 20 luglio 1884, comprende anche un sistema di idroterapia e una serie di cabine dalle quali si può accedere al mare.
La struttura in legno è opera dell’architetto Franz Wilhelm, il quale aveva già progettato l’hotel Kvarner e il padiglione a lui annesso: è suddivisa in ventiquattro cabine con doccia divise tra uomini e donne, dalla quale scendono due scalinate centrali fino al mare. Nel punto in cui queste discendono verso l’acqua, sono collegate tra loro da una passerella in ferro costruita lungo il muro di blocchi di mattoni rustici a vista. La ringhiera che affianca la struttura è invece realizzata in legno mentre i corrimano sono in ferro, una curiosità è che il legno di rovere arriva dall’Austria in blocchi già montati e modellati.
È il 1889 quando la Società delle ferrovie meridionali decide di realizzare il primo ampliamento affidandolo all’ingegnere Oswald Messe di Vienna, il quale aggiunge ancora un piano alla costruzione. All’inizio del 1904 viene decisa la realizzazione di un ulteriore piano e con la sua edificazione si cancella definitivamente la visuale sul sistema di idroterapia. Il direttore dei lavori è l’austriaco Alois Breyer che su entrambi i piani sistema 160 cabine, docce e al pian terreno dei magazzini. Invece il tetto piano in un primo momento è adibito a zona per asciugare i costumi e i teli mare. In seguito verrà utilizzato come punto dal quale prendere il sole, raggiungibile da una scala interna. Dal lato del mare su entrambi i piani sono presenti dei corridoi coperti collegati alla struttura di sostegno.
Intanto i tempi cambiano, alcuni tabù cadono, i costumi si evolvono, sia quelli sociali, sia quelli da bagno e a un certo punto della storia la divisione di genere non è più necessaria; allora la recinzione viene eliminata e sulla pietra che la sosteneva viene innalzato un grande albero dal quale fare sventolare la bandiera. Lungo il muro portante sul lato orientale si trova un’area delimitata da dei muri nella quale ci si può cambiare e stare all’ombra raggiungibile anche da una piccola scalinata. Da qui si costruisce un collegamento con il parco di Villa Angiolina e in seguito, nel 1906, si erige un padiglione della musica per allietare gli ospiti con musica dal vivo due volte al giorno, il tutto finanziato dalle tasse di soggiorno dei turisti.
A volte gli ampliamenti non sono possibili: nello stesso anno una commissione medica boccia la proposta dell’architetto Alfred Wildhack di aggiungere una casetta con la funzione di negozio affiancata alla struttura balneare perché non soddisfa gli standard sanitari. È il 1912 quando si risolvono i problemi della canalizzazione e dei sanitari, mentre nel 1932 lo stabilimento si collega alla rete fognaria dell’albergo Kvarner e ne approfitta per rinnovare i servizi igienici. Nello stesso anno gli Stabilimenti Balneari di Abbazia decidono di edificare una passerella in legno con gradini che colleghi il Bagno Angiolina con quello del Lido, per facilitare il transito da una parte all’altra, ma il progetto cadde nel nulla e non viene mai realizzato.
Nel 1989 un devastante incendio distrugge lo stabilimento Angiolina assieme al suo sistema di idroterapia (adibito poi ad uso di negozi e atelier). Da allora, anche a causa degli anni duri che la Croazia si troverà vivere, viene dimenticato e per decenni al suo posto giace una colata di cemento.
La fine della guerra nell’ex Jugoslavia fa rifiorire il turismo lungo il nostro litorale e in poco tempo i turisti affollano di nuovo le nostre spiagge. Abbazia si rianima di persone che passeggiano tra le sue vie e si bevono un aperitivo in riva al mare, ammaliate dalle ville e dagli edifici di una volta e incantante dal panorama che si affaccia sul Golfo del Quarnero. Il turismo di massa, la posizione eccellente, il lungomare romantico di Abbazia fanno sì che nel 2017 il bagno Angiolina riprenda vita e venga ricostruito, per la gioia dei più nostalgici, riprendendo in mano e riproponendo proprio il progetto di inizio Novecento.

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