A rischio il progetto dei «27 vicinati»?

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A rischio il progetto dei «27 vicinati»?

Si è conclusa ieri la due giorni di incontri del presidente Zlatko Komadina e dei suoi collaboratori con i sindaci delle Città e dei Comuni della Regione litoraneo-montana, riunitisi nell’albergo Lišanj di Novi Vinodolski. Due soli i temi previsti dall’agenda, ovvero il progetto CEC 2020 e quello relativo alla realizzazione dell’eliporto a Rujevica.

Il convegno si è aperto con l’esposizione della direttrice della società Rijeka EPK 2020, Emina Višnić, la quale ha illustrato con dovizia di particolari il progetto, e in particolare le attività inerenti ai programmi “27 vicinati” e “Lungomare”. La direttrice ha sottolineato che il 2020 sarà un anno storico dato che, oltre a CEC, la Croazia assumerà anche la presidenza del Consiglio dell’Unione europea.
“Avremo gli occhi di tutta l’Europa puntati addosso e per tutto il Paese sarà una grandissima opportunità di promozione della propria offerta culturale e turistica. Il 2020 sarà un anno spettacolare con oltre mille eventi dislocati in ogni angolo della nostra Regione. Il tempo però stringe e stiamo lavorando alacremente per farci trovare pronti e quindi presentarci al meglio agli occhi non solo dell’Europa, ma di tutto il mondo”, ha detto la direttrice, annunciando poi che la data dell’apertura ufficiale del progetto CEC è stata fissata per il 2 febbraio 2020.

Scintille tra Obersnel e Komadina
Successivamente è passata a snocciolare tutti i dettagli dei vari progetti previsti tra cui quello dei 27 vicinati che, un po’ a sorpresa, è stato oggetto di una lunga e a tratti anche accesa discussione. A intervenire sull’argomento è stato il presidente Komadina chiedendo ai sindaci delle Città e dei Comuni coinvolti di inserire nei rispettivi bilanci le spese relative al programma aggiungendo che “in caso di sforamento del budget previsto, non potrete contare sull’aiuto della Regione dal momento che sul nostro bilancio gravano molte altre incombenze”.
Puntuale è arrivata la replica del sindaco di Fiume Vojko Obersnel. “In qualità di partner – ha risposto visibilmente stizzito – la Regione è tenuta a rispettare gli obblighi presi tre anni fa quando è stato sottoscritto l’accordo sui finanziamenti. Ora non potete tirarvi indietro”. A dare peso alle parole di Obersnel ci ha pensato il sindaco di Buccari, Tomislav Klarić, il quale ha rimarcato che i Comuni più piccoli non possono permettersi di accollarsi i costi del progetto.

Buon senso e razionalità
“Conosciamo bene i nostri obblighi e non ci stiamo tirando indietro – ha provato a smorzare i toni il capodipartimento per le politiche sociali, Dragica Marač –. Chiediamo soltanto un po’ più di buon senso e razionalità. È chiaro che per i Comuni con bilanci limitati interverremo in maniera più sostanziale, d’altro canto però dev’essere chiaro che quelli più ricchi dovranno contare in larga misura sulle proprie risorse e non attendersi regali da parte nostra”.
Viste le problematiche emerse, Komadina ha fatto sapere che a breve convocherà una riunione straordinaria tra tutte le Città e i Comuni coinvolti nel progetto e programmare di comune accordo la ripartizione delle risorse.

Base regionale del Soccorso alpino
Il secondo punto è stato invece illustrato dal capodipartimento alla sanità Đulija Malatestinić, che ha parlato della realizzazione dell’eliporto di Rujevica, concepito come base regionale del Soccorso alpino (HGSS). “Ogni anno, in particolare durante i mesi estivi, stiamo assistendo a un costante aumento degli interventi di elisoccorso, complice la crescita del numero di turisti. Attualmente in Croazia ci sono due sole basi di questo genere, una a Zagabria e l’altra a Spalato. Quindi si pone l’esigenza di averne una terza, che in questo caso coprirebbe sia la nostra, che la Regione istriana e quella di Segna e della Lika”.
Lontani dagli standard europei
Assieme alla Romania e alla Bulgaria, la Croazia è l’unico Paese dell’Unione europea a non disporre di un Servizio di elisoccorso. “Siamo ancora lontani dagli standard europei. Un altro punto fondamentale riguarda la tipologia di velivoli.
Quelli dell’esercito non sono adatti all’atterraggio su terreni impervi e soprattutto non decollano durante la notte e in caso di maltempo. Senza contare che sono soltanto in parte dotati di attrezzature medico-sanitarie. Ecco perché abbiamo bisogno di mezzi specifici in grado di intervenire in ogni momento e in qualsiasi condizione”, ha concluso Đulija Malatestinić sottolineando infine che l’eliporto fungerebbe esclusivamente da base per gli elicotteri e non da punto di recupero dei feriti prima del loro trasporto in ospedale. A questo proposito ha ribadito la necessità di realizzare una piazzola di atterraggio sul tetto del Centro clinico-ospedaliero di Fiume e di avere già avviato a proposito i colloqui con il direttore Davor Štimac.

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