Sicciole. «Cucina delle saline», un mondo da scoprire

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Sicciole. «Cucina delle saline», un mondo da scoprire
La suggestiva cornice delle saline. Foto: Kris Dassena

Una brezza piacevole e i tenui raggi del sole serale di inizio estate hanno accompagnato il secondo appuntamento di quest’anno dell’iniziativa “La cucina delle saline”. A fare da sfondo all’incontro è stato il suggestivo paesaggio dei campi saliferi di Sicciole, più precisamente della zona meridionale di Fontanigge, dove il rumorio dei salinai è stato da tempo sostituito dai richiami di varie specie di uccelli. Gli organizzatori hanno come di consueto preparato un ricco programma gastronomico-culturale, che ha preso il via dopo i saluti istituzionali del presidente della CAN di Pirano, Andrea Bartole, nonché della curatrice del Museo del mare “Sergej Mašera”, Veronika Bjelica. “Si tratta di un’occasione per cogliere l’importanza di questo ambiente e del fatto che sia necessario tutelarlo assieme al patrimonio culturale delle saline”, ha sottolineato la Bjelica. “Siamo lieti di vedere che avete accolto il nostro invito così numerosi. Sin dall’inizio, il progetto mira a far vivere le saline e a far conoscere le sue bellezze”, ha rilevato Bartole, rimarcando che uno degli obiettivi è anche quello di rivitalizzarle e mantenere viva l’identità del territorio.

Dopo le formalità di rito gli intervenuti hanno potuto prendere parte a una visita guidata del Museo delle saline e scoprire nuovi aspetti della tradizionale produzione del sale e del modo di vivere nelle saline. Al contempo per i più piccoli la “Famea dei salineri”, il gruppo in costume della Comunità degli Italiani “Giuseppe Tartini” ha preparato un laboratorio dedicato ai giochi di una volta. Sono numerose le famiglie che tuttora nutrono un forte legame con le saline e una di queste è la famiglia Vuk, che per diverse generazioni si è dedicata all’attività. Lo chef Sergio Vuk già da giovane oltre a sviluppare la sua passione per la cucina si dedicava alla fotografia, che gli ha permesso di immortalare dei frammenti della produzione dell’oro bianco nella seconda metà del secolo scorso. Si tratta di scatti che non vanno soltanto a comporre un archivio personale di ricordi, ma rappresentano una valida fonte documentaria del lavoro e della vita sui cavedini. La sua raccolta di fotografie, create anche dal padre Claudio, ha dato vita all’esposizione “Sapori di sale” che è stata allestita negli spazi museali e inaugurata nell’ambito dell’incontro da parte di Franco Juri, direttore del “Sergej Mašera”, Matjaž Kljun dell’Istituto per la tutela dei beni culturali e da Fulvia Zudič alla presenza dell’autore Sergio Vuk.

L’epilogo della manifestazione è stato dedicato, invece, agli odori e ai gusti della tradizione gastronomica dei salinai. Sarah Vuk Brajko, chef del ristorante “La bottega dei sapori”, ha preparato dinanzi a tutti le seppie stufate con bietola da coste e finocchio, accompagnate dalla polenta, che gli intervenuti hanno potuto infine degustare.

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