Capodistria. Atlante dialettale, ricerca approfondita

A Palazzo Pretorio presentata l’opera di Suzana Todorović dedicata alla parlata slovena in Istria

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Capodistria. Atlante dialettale, ricerca approfondita
L’autrice con una parte degli intervistati. Foto: CLAUDIO MOSCARDA

A Palazzo Pretorio è stato presentato in settimana il nuovo Atlante dialettale istrosloveno della ricercatrice e docente Suzana Todorović. Il volume, edito dalla Biblioteca centrale “Srečko Vilhar” congiuntamente alla libreria “Libris” con il sostegno del Comune di Capodistria, a detta dell’autrice nasce come una logica continuazione del trittico di atlanti dedicati all’istroveneto. “Mi sembrava giusto allargare gli orizzonti anche nel contesto sloveno istriano e presentare la varietà dialettale tra borghi e città, estendendo la ricerca in tutta l’area transfrontaliera”, ha spiegato la Todorović. “La lingua letteraria è una piattaforma base per la comunicazione, d’altra parte il dialetto rappresenta la forma primordiale di appartenenza a una cultura e la nostra è molto ricca”, ha rilevato in rappresentanza del Comune la vicesindaco Jasna Softić, aggiungendo che l’atlante offre una panoramica molto dettagliata dal punto di vista linguistico, sviluppatasi nel corso dei secoli e nel susseguirsi delle diverse civiltà, foriere di arricchimento. Nel corso della presentazione è intervenuta anche a direttrice della Biblioteca “Srečko Vilhar” Luana Malec, la quale ha ringraziato la dottoressa Todorović per il suo rigoroso lavoro accademico, che per una zona multilingue e multi-dialettale è molto importante. Ingrid Celestina, responsabile della libreria “Libris” ha voluto ricordare il primo incontro con l’autrice diversi anni fa, quando è stata lanciata l’idea per una pubblicazione sui dialetti locali. Sono passati più di dieci anni e da allora la Casa editrice ha pubblicato oltre una ventina di volumi sull’argomento, studiato e analizzato dall’esperta dialettologa capodistriana. La passione per i dialetti ha portato la studiosa a raccogliere una preziosa esperienza direttamente sul campo. “Questo atlante presenta un lavoro importante anche per la densità dei punti presi in esame, che sono ben al di sopra della media. Si nota molto bene il confine tra il dialetto istroveneto e i sottodialetti del Risano e quelli savrini, dove il lessico è ricco e variegato. Per un lavoro del genere devi avere molta energia ed essere molto disciplinato, andare e tornare dagli informatori ed essere ben organizzato”, ha sottolineato la redattrice dell’opera, Tjaša Jakop, dialettologa e operante in seno all’Istituto di lingua slovena “Fran Ramovš” di Lubiana, la quale ha voluto evidenziare la tendenza alla quale si va incontro, ovvero quella di una fusione dei dialetti locali in parlate regionali, caratteristiche dei luoghi urbani. “È sempre utile segnare e registrare questi fenomeni in un lasso temporale in modo da poter più tardi osservare i cambiamenti”, ha concluso la Jakop. In sala presente anche il traduttore e scrittore, nonché autore del dizionario ciacavo di Cucciani, Đanino Bubola, il quale ha letto al pubblico un suo racconto in vernacolo. “Il dialetto riflette tutto il mondo, tutte le tradizioni che i nostri avi ci vogliono tramandare. La lingua standard questo non lo può dare. Le parole sono solo parole, ma se le mettiamo insieme, allora possiamo dire che siamo in grado di costruire un’immagine più chiara, più ampia”, ci ha spiegato. Dopo 90 anni, ossia dalla pubblicazione dell’Atlante linguistico sloveno del 1934 di Fran Ramovš, la nuova opera racchiude le testimonianze di parlanti del dialetto dell’età media dai 60 ai 90 anni, che hanno risposto a 1.524 domande dei questionari. Suzana Todorović ha voluto ringraziare pubblicamente gli intervistati, senza i quali questo lavoro di 744 pagine contenente 573 carte linguistiche non sarebbe stato realizzato. La massiccia presenza di colleghi, studenti e informatori, accorsi all’evento accompagnato musicalmente dalle note di Marino Kranjac, hanno dimostrato l’interesse per lavori del genere, documenti preziosi dei dialetti nel tempo, che inesorabilmente stanno scomparendo.

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