Con le gelate notturne frutteti a grave rischio

Forte preoccupazione anche nell’area costiera

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Con le gelate notturne frutteti a grave rischio

Le gelate delle scorse nottate saranno ricordate come un incubo anche dagli agricoltori dell’area costiera. Le temperature notturne si sono avvicinate allo zero o sono scese di qualche linea sotto sui termometri. Un tanto è bastato, stando ai primi rilievi, per causare gravi danni soprattutto nei frutteti. Sono stati colpiti gli alberi in piena fase di fioritura come pesche, albicocche o ciliegie. I fiori completamente aperti sono rimasti senza protezione dal gelo e dove non sono già caduti al suolo, non completeranno la fase dello sviluppo. I raccolti potrebbero essere inferiori anche del 60 o 70 per cento, mentre in alcune zone più esposte saranno completamente nulli. Preoccupante è anche la situazione nelle piantagioni di cachi. Nella vallata di Strugnano, dove le condizioni sono più favorevoli rispetto che in altri luoghi perché protetta dai colli sovrastanti, i coltivatori sono ugualmente molto preoccupati. “Stimiamo che sia andato perduto almeno il 50 per cento dei cachi che avrebbero dovuto maturare sino al prossimo autunno. Possiamo consolarci perché in ogni caso resterà qualcosa sui nostri alberi. Una fortuna che forse non avranno i titolari delle altre colture”, ha rilevato il connazionale Gianfranco Giassi, noto produttore di cachi e promotore della grande rassegna annuale che vede protagonista il frutto arancione. “Il danno maggiore per noi saranno le conseguenze durature alle piante e al fogliame, che ci metteranno in difficoltà quando arriverà il momento della potatura. Le spese che dovremo sostenere saranno gravose. Tenete conto che dovremo lavorare nei frutteti come se la stagione fosse normale, ma sappiamo già che sarà molto modesta come raccolto e introiti”, precisa ancora Giassi. Intanto gli esperti della Camera dell’agricoltura sono all’opera per monitorare i danni e cercare di snellire gli indennizzi. Il governo sloveno ha promesso il massimo sostegno possibile.

Colture nella Valle del Pivol

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