Celebrati i trent’anni del patronato INCA

L’Ufficio CGIL di Capodistria valido punto di riferimento per i pensionati e per i lavoratori transfrontalieri

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Celebrati i trent’anni del patronato INCA
Jadran Čalija e Diana Peloza. Foto: KRIS DASSENA Foto Kris Dassena

È da tre decenni che il patronato INCA della Confederazione Generale Italiana del Lavoro (CGIL) tende la mano in Slovenia ai pensionati e ai lavoratori transfrontalieri, salvaguardando i loro diritti previdenziali, sociali e sanitari. Istituito a Capodistria nel novembre del 1992, da allora ha offerto assistenza a diverse migliaia di cittadini di tutta la regione costiero-carsica che hanno rapporti con l’Italia. I suoi rappresentanti si sono prodigati soprattutto sul fronte delle pratiche pensionistiche, aiutando gli aventi diritto alla pensione italiana sulla base di Accordi bilaterali e Convenzioni internazionali ad ottenerla, oltre a questioni che interessano in maniera generale chi lavora in Italia. Grazie al sostegno dei Sindacati di entrambe le parti del confine e dei patronati INCA in Italia, l’Ufficio di Capodistria è stato istituito come sede ausiliaria dell’INCA CGIL di Trieste. Questi 30 anni di impegno e dedizione nei confronti del prossimo, sono stati celebrati con un’Assemblea solenne a Capodistria, che ha visto la partecipazione dei rappresentanti della CGIL nazionale e del Friuli Venezia Giulia, nonché di diversi enti, istituzioni e sindacati attivi sul territorio, con i quali l’Associazione ha lavorato gomito a gomito in tutti questi anni, creando una forte rete di collaborazione. “Sin dalla fondazione abbiamo creduto e tutt’oggi crediamo nella solidarietà e nella giustizia sociale, spinti dall’ambizione di fare qualcosa di buono per il singolo, per la gente comune, ma che, infine, si riflette su tutta la comunità. Abbiamo sempre garantito professionalità e siamo diventati un punto di riferimento importante per molte persone”, ha affermato Jadran Čalija, presidente dell’INCA CGIL in Slovenia. Per il benemerito operato trentennale, svolto anche grazie all’apporto della dirigente Diana Peloza, il patronato si è guadagnato un riconoscimento comunale. All’evento era presente anche il Console Generale d’Italia a Capodistria, Giovanni Coviello, che ha rilevato che i servizi offerti dall’INCA sovente s’intrecciano con quelli dell’Ufficio consolare e ha garantito il pieno impegno e sostegno del Consolato nell’assistenza quanto più celere dei richiedenti. Ad intervenire è stato anche il presidente dell’Unione Italiana, Maurizio Tremul, che ha ringraziato i dirigenti per il loro contributo soprattutto durante il periodo della pandemia, che a causa della rigida gestione dei confini è stato particolarmente difficile per i lavoratori transfrontalieri. Ha auspicato, inoltre, l’apertura di un patronato anche ad Albona, dove a suo dire c’è ampia richiesta di tali servizi. Andrea Bartole, segretario della CAN costiera, nel suo intervento, invece, ha sottolineato come l’INCA rappresenti perfettamente la dimensione dei lavoratori nel senso quanto più ampio possibile anche grazie alla cooperazione tra varie istituzioni. Oltre al ruolo fondamentale del patronato nel territorio transfrontaliero, durante gli interventi sono emersi anche dei punti critici, “piccoli e grandi problemi che bloccano l’attività”. Ci sono ad esempio assistiti che attendono di percepire la pensione da oltre un anno, nonché menzionato tra l’altro il fatto che vigono normative che limitano i diritti dei lavoratori transfrontalieri. Lorella Brusa, del Collegio di presidenza dell’INCA nazionale, è convinta che quando si colpiscono diritti concreti, ci vogliono sempre risposte concrete. Necessario, inoltre, rinnovare la sensibilità politica per la cooperazione internazionale.

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