Un triste addio a Silvana Vlahov

Aveva compiuto 84 anni poche settimane fa

0
Un triste addio a Silvana Vlahov

Fiume perde un’altra colonna della Comunità Nazionale Italiana. Se n’è andata all’improvviso la cara Silvana Vlahov. Nata Bubnich, a Mattuglie, il 15 gennaio del 1938, da padre di origini boeme, venuto a Fiume da Milano e madre di Volosca, primogenita di tre figlie, dopo la fine della Seconda guerra mondiale vive a lungo in via dell’Acquedotto, al civico 45. Iscritte le elementari a Volosca e trasferitasi a Fiume, da piccola è testimone dell’esodo. Di sedici famiglie imparentate, soltanto la sua non se ne va, nonostante tre tentate opzioni.
Frequenta dapprima la scuola elementare “Niccolò. Tommaseo”, nell’ex via Manin, oggi “Nikola Tesla”, poi l’ex Matteotti (fu compagna di classe di Marisa Madieri) e in seguito il Liceo classico. Sogna di fare il medico o l’infermiera, ma istigata dal preside Corrado Iliasich e da suo padre, completati i cinque anni di medie superiori, nel 1957 si trasferisce a Zagabria per iscrivere Lingue all’Università. Studia inglese e italiano, che affina poi per sei mesi a Londra e quindi, più tardi, a Milano. Ha occasione di trovare lavoro da interprete a Belgrado, ma non ce la fa ad andarsene da Fiume. Ultimati gli studi universitari torna nella sua città, si sposa, mette su famiglia e trova lavoro nell’ufficio commerciale del Porto. È il 1962. Per alcuni anni insegna italiano e inglese alle elementari croate e alle scuole serali. Dopo una parentesi di quasi un anno trascorsa a Milano, dove collabora con la società editoriale “Il libro nel mondo”, affiliata alla Field Enterprises Educational di Chicago, rientra a Fiume e nell’agosto del 1973 s’impiega all’Edit come giornalista di cronaca nella Redazione della Voce del popolo. Erano gli anni in cui il giornale era diretto dal caporedattore Paolo Lettis, mentre direttore dell’Edit era Ferruccio Glavina. Dopo una breve parentesi trascorsa nel settore Cultura passa alle Cronache e segue la Nera e la Giudiziaria per dodici anni. Stanca di fare la cronista nel 1984 coglie la palla al balzo, si candida a direttrice dell’elementare “Belvedere” e ottiene l’incarico in un periodo difficilissimo in cui la scuola, per mancanza di alunni, rischia la chiusura. La sede versa in condizioni fatiscenti. Ma Silvana come al solito si rimbocca le maniche. La vive come una missione. Trova nuovi giovani insegnanti, sfrutta le tantissime conoscenze che ha, medici, giudici, avvocati, commercialisti, bussando di porta in porta per convincere molte famiglie a iscrivere i propri figli alla “Belvedere” e riesce a rimetterla in piedi. Gli iscritti, da una decina, in tempo di qualche anno diventano oltre 150. Qualche tempo dopo riesce ad attuare anche il trasferimento dell’elementare dal rione di Belvedere a Cosala, nell’attuale edificio scolastico, molto più funzionale e più spazioso di quello vecchio. Fa della “Belvedere” una scuola esemplare, aperta, collaborativa e ben presto la fa conoscere anche al di fuori dei confini municipali. La gestisce con successo per anni. Si ritira in pensione nel 1994. Attivissima in Comunità sin dal 1951, nel 1996 fonda la Scuola Modello e la gestisce per vent’anni. In quel periodo per due mandati consecutivi dirige anche la Società artistico culturale “Fratellanza”. Ritiratasi in pensione ha più tempo per dedicarsi alle attività sociali. Lo fa con l’immensa energia che la contraddistingue da sempre. Mantiene gli ottimi rapporti instaurati con la città amica di Este; nel 1995 fonda il gruppo “Circolo” e coordina la sua partecipazione alle sfilate in maschera del Carnevale di Fiume (la prima maschera creata per l’occasione portava il nome di “Tutti al mare”); a Palazzo Modello contribuisce all’organizzazione di decine e decine di serate sociali e veglioni, eventi gastronomici, tombole, raduni e incontri tra generazioni di ex liceali. Non manca di partecipare ai tornei di carte. Affabile, instancabile, intraprendente, energica, battagliera e propositiva, dalle eccellenti doti organizzative, a volte esagerava anche, lasciandosi trasportare dall’euforia del momento, ma quando si assumeva un impegno lo portava a termine sempre con successo. Per chi ha avuto l’onore di averla per collaboratrice, era una vera garanzia. Con lei si andava sempre sul sicuro. Schiva e spesso restia a parlare del privato, abituata da una vita a fare spesso tutto da sola − e questo forse è stato il suo più grande difetto − s’impone di mostrare sempre al mondo la sua parte caratteriale sorridente, allegra e vivace, quasi a voler nascondere e a vergognarsi delle fragilità intime che in fondo in fondo abbiamo tutti. Ma emergono, in modo quasi brutale, nel triste momento in cui, nel 2013 perde purtroppo all’improvviso l’adorata secondogenita Daria. Un lutto che la sconvolge e l’addolora nel profondo e dal quale non si riprenderà mai. Superato soltanto apparentemente quel doloroso episodio, negli ultimi anni ce la mette tutta a riprendersi e a non lasciarsi andare alla solitudine e alla depressione: si ritrova con le amiche di sempre, esce di casa finché può, guida finché le autorità non minacciano di ritirarle la patente e quando succede per raggiunti limiti di età, scende in città facendo affidamento sul suo bastone. Non manca a un evento sociale organizzato a Palazzo Modello. Si fa accompagnare dalla figlia Velda, dal genero o da amici a quelli più importanti e distanti, allestiti in Istria dall’Unione Italiana; è presente a tutti gli Incontri dell’amicizia organizzati ad Abbazia e immancabilmente, a tutte le cerimonie organizzate dal Consolato d’Italia in occasione della Festa della Repubblica Italiana.
Quando ormai deve rassegnarsi a restare in casa per gli acciacchi dovuti all’età, si attrezza di cellulare e computer e continua a comunicare con il mondo. Attivissima sui social, soltanto poche settimane aveva fatto sapere attraverso Facebook ad amici e conoscenti che, proprio nel giorno del suo 84.esimo compleanno, vittima di un’accidentale caduta in casa, era finita in ospedale. Dimessa qualche giorno dopo, ancora convalescente, consapevole delle proprie condizioni, si era fatta ricoverare in un ospizio a Delnice. Nell’ultimo post, scritto il 27 gennaio faceva sapere a tutti che stava sorseggiando un caffè e giocando a tombola. “Fuori fa freddo − aveva aggiunto sotto alle tre foto postate −. C’è la neve”. Nessuno presagiva il destino che le sarebbe toccato da lì a un paio di giorni. Oggi purtroppo il cuore di Silvana Vlahov ha cessato di battere.
Cara Silvana, mancherai a molti di noi. Ci mancheranno la tua vulcanica energia, la tua spensierata allegria, la tua immensa forza di andare avanti, i tuoi meravigliosi sorrisi…
Ti ricorderemo per sempre per tutte queste tue splendide doti.
La scomparsa di Silvana Vlahov lascia addolorati la figlia Velda, la nipote Valentina, i generi Davor e Zlatko, la sorella Alma, che vive negli Stati Uniti e i parenti tutti, ai quali esprimiamo anche per questo tramite le nostre più sentite espressioni di cordoglio.

Tutti i diritti riservati. La riproduzione, anche parziale, è possibile soltanto dietro autorizzazione dell’editore.

L’utente, previa registrazione, avrà la possibilità di commentare i contenuti proposti sul sito dell’Editore, ma dovrà farlo usando un linguaggio rispettoso della persona e del diritto alla diversa opinione, evitando espressioni offensive e ingiuriose, affinché la comunicazione sia, in quanto a contenuto e forma, civile.

No posts to display