Un anno di Covid in Croazia

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Un anno di Covid in Croazia

Esattamente un anno fa, il 25 febbraio 2020, la pandemia di Covid-19 arriva in  Croazia. Quel giorno viene confermato il primo caso di coronavirus: si tratta di un giovane di Zagabria che al rientro da un viaggio a Milano dove, tra l’altro, si reca al Meazza di Milano per assistere al match di Champions League tra i bergamaschi dell’Atalanta e gli spagnoli del Valencia, partita che poi si rivelò un grande focolaio di Sars-Cov-2, viene trovato positivo al tampone.
Nel corso di un anno sono 241.048 le persone che contraggono il virus, mentre 5477 muoiono per complicazioni dovute al Covid. In questo senso, l’Istituto nazionale di statistica rende noto che nel periodo marzo-dicmebre 2020 la percentuale dei decessi  aumenta del 13,2% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Il ministro della Salute, Vili Beroš, proclama l’epidemia l’11 marzo.

La prima vittima il ristoratore connazionale Nino Kernjus

Nino Kernjus nel suo ristorante Astarea di Verteneglio

La prima vittima del Covid in Croazia è il famoso ristoratore connazionale di Verteneglio, Nino Kernjus, deceduto nella notte tra il 17 e il 18 marzo. Sempre in marzo la task force nazionale proclama il primo lockdown che porta la Croazia a combattere efficacemente la pandemia, tanto da riuscire a registrare risultati inaspettati durante la stagione turistica. Poi in novembre la seconda ondata di coronavirus colpisce duramente il Paese, tanto che la Croazia per diverso tempo è tra le peggiori nella lotta alla pandemia in Europa. Ora la campagna vaccinale è in pieno svolgimento, nella speranza di percorrere l’ultimo chilometro di questa lunga corsa, anche se le nuove varianti del virus fanno temere un colpo di coda del Covid-19.

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