Spalato. Scambio surreale di cartelle cliniche: il direttore si dimette

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Spalato. Scambio surreale di cartelle cliniche: il direttore si dimette

Un incredibile scambio di cartelle cliniche al Centro clinico ospedaliero di Spalato ha portato alle dimissioni del direttore Julije Meštrović. Lo scambio che ha del surreale, è avvenuto in aprile, con protagoniste due donne anziane, provenienti da altrettante Case di riposo dalmate. Una di esse è risultata positiva al coronavirus e dopo esser guarita è stata riportata nella Casa dell’anziano, dove però le infermiere hanno constatato che non si trattava di una loro ospite. L’altra paziente è nel frattempo morta e il suo funerale si è svolto con un’altra identità, ossia della donna che nel frattempo è tornata nella Casa di riposo sbagliata. Lo scambio delle cartelle è andato avanti per settimane anche perché le due donne, entrambe ultraottantenni, non erano in grado di comunicare con il personale medico.
Non appena saputo dell’incredibile errore il direttore del CCO si è recato dalla famiglia che aspettava il rientro della loro mamma e nonna nella Casa di riposo per scusarsi e per esprimere le condoglianze, mentre il suo vice ha dovuto informare dell’incredibile scambio delle cartelle mediche l’altra famiglia. Poi Meštrović ha informato dell’accaduto il ministro della Salute, Vili Beroš, e si è dimesso.
Dal canto suo il ministro ha commentato: “Capisco che gli ospedali siano sotto pressione in questo periodo di emergenza sanitaria, però certo errori sono imperdonabili”. Beroš ha anche telefonata al nipote della donna per cui è stato poi constatato che è viva e vegeta. “Il ministro era furibondo, mentre io in stato di shock”, ha raccontato Tomislav Zorić a index.hr. “Mia zia si trovava nella Casa di riposo di Dicmo (Spalato), quando mi hanno telefonato dicendomi che è stata ricoverata per una polmonite. Non aveva il Covid-19. Qualche giorno dopo, però, mi hanno telefonato per dirmi che era morta. Ho organizzato il funerale a Grude nella vicina Bosnia ed Erzegovina qui da Zagabria dove lavoro. Non è stato facile in questo periodo di lockdown. E ora vengono sapere che è viva e che è stata bene”.

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