Schengen sospeso. Plenković: «Non è una novità, ma deve essere temporanea»

Il premier croato commenta le decisioni di Roma e Lubiana: «Gli Stati membri devono valutare e spiegare come queste misure ridurranno le migrazioni e la minaccia terroristica. Il Paese membro deve consultarsi con gli Stati confinanti interessati da tale mossa...»

0
Schengen sospeso. Plenković: «Non è una novità, ma deve essere temporanea»
Il confine croato-sloveno di Pasjak, alle spalle di Fiume. Foto Željko Jerneić

“Non è una novità e questa misura deve essere temporanea”. Il premier Andrej Plenković lo dice a chiari lettere: “La situazione in Medio Oriente è esplosiva, l’attentato di Bruxelles di lunedì scorso ha aumentato ulteriormente il livello di preoccupazione e di allerta nell’Ue, i flussi migratori sono diventati insostenibili e misure del genere, come quelle attuate da Italia e Slovenia sono previste dal Trattato di Schengen”.

Perciò, prendendo in considerazione la situazione generale, “una delle conseguenze è stata la decisione di alcuni Stati membri di adottare ulteriori misure”, ha ribadito il premier croato. Ieri, mercoledì 19 ottobre, “ho parlato con il mio omologo sloveno Golob, mentre stamattina il ministro degli Esteri Radman ha sentito il suo omologo sloveno. L’Italia ha informato la Slovenia mercoledì riguardo al regime temporaneo di controllo al confine”. La decisione di Roma dovrebbe entrare in vigore il 21 ottobre e durare per 10 giorni.

Poi Plenković ha voluto ricordare che “l’attuazione temporanea dei controlli è possibile in caso di gravi minacce nell’area. I controlli di frontiera possono essere stabiliti unilateralmente. Il controllo alle frontiere interne è attualmente applicato da 9 Stati membri. Le misure intraprese da Italia e Slovenia sono già visibili in altri 9 Paesi membri dello spazio Schengen”.

«Facciamo bene il nostro lavoro»

“Vorrei ribadire che stiamo monitorando attentamente l’intera situazione inerente alla sicurezza nel Paese – ha proseguito il primo ministro croato nel corso della sessione del governo -. Croazia e Slovenia condividono l’obiettivo comune di garantire la sicurezza dei cittadini”. Quindi, la difesa dell’operato del ministero degli Interni: “Grazie al nostro impegno, abbiamo evitato un numero ancora maggiore di ingressi nell’Area Schengen”. Ricorderemo che Lubiana, ma anche Roma, avevano puntato il dito contro Zagabria per lo scarso impegno nella difesa dei confini esterni di Schengen, offrendo anche il loro aiuto, che è stato però sempre rifiutato dalla Croazia.

L’introduzione di controlli di frontiera “non è una novità”, ha precisato Plenković, e avviene a seguito di cambiamenti e valutazioni delle minacce alla sicurezza. Questa è una “misura temporanea, un’eccezione e l’ultima risorsa che può essere attuata in circostanze rigorose. Gli Stati membri devono valutare e spiegare come queste misure ridurranno le migrazioni e la minaccia terroristica. Lo Stato membro deve consultarsi con gli Stati membri confinanti interessati da tale decisione. Il nostro ministro degli Interni parlerà oggi con il suo omologo italiano”. Quindi, l’annuncio che i ministri degli Interni di Italia, Slovenia e Croazia “presto si incontreranno per discutere della situazione”. Appuntamento, molto probabilmente la prossima settimana a Trieste.

In risposta all’intera crisi migratoria, “ci sono tre principi fondamentali chiave”, ha proseguito il premier. La chiave è “proteggere le frontiere esterne dell’Ue”, e la Croazia “sta svolgendo questo compito in modo soddisfacente: il nostro obiettivo è che al più presto anche la Bosnia ed Erzegovina raggiunga un accordo con Frontex per contribuire al controllo dell’intera situazione”, ha concluso Plenković, annunciando che questo pomeriggio volerà proprio nel vicino Paese.

Tutti i diritti riservati. La riproduzione, anche parziale, è possibile soltanto dietro autorizzazione dell’editore.

L’utente, previa registrazione, avrà la possibilità di commentare i contenuti proposti sul sito dell’Editore, ma dovrà farlo usando un linguaggio rispettoso della persona e del diritto alla diversa opinione, evitando espressioni offensive e ingiuriose, affinché la comunicazione sia, in quanto a contenuto e forma, civile.

No posts to display