Scarso l’interesse dei giovani per le elezioni minoritarie

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Scarso l’interesse dei giovani per le elezioni minoritarie
L'interesse dei giovani per le elezioni minoritarie è scarso / Fotografia di Dusko Jaramaz/PIXSELL

Le elezioni per il rinnovo dei Consigli e dei Rappresentanti delle minoranze nazionali nelle unità d’autogoverno territoriale e locale in programma in Croazia il 7 maggio prossimo costeranno alle Regioni, Città e Comuni, o più correttamente ai contribuenti circa 1,5 milioni di euro. Si tratta di una stima espressa dalla giornalista Marija Udiljak in un articolo dedicato oggi (30 aprile 2023) all’argomento dall’agenzia stampa Hina. L’importo esatto dovrebbe essere noto nel giugno prossimo, quando le Regioni, le Città e i Comuni nei quali saranno organizzate le cosiddette elezioni minoritarie pubblicheranno i rapporti integrali attinenti ai costi sostenuti per l’organizzazione delle medesime.
In questo momento è certo che il costo connesso ai materiali elettorali (schede elettorali, registri, urne elettorali…) sono aumentati in media del 40 p.c. rispetto ai prezzi in vigore nel 2019, quando si svolsero le precedenti votazioni. Alla Commissione elettorale di Stato (DIP), preposta a vigilare sulla regolarità del processo elettorale, non sono ancora in grado di dire quante schede elettorali dovranno essere preparate in quanto la stampa delle medesime non rientra nelle sue competenze. A dover adempiere a questo onere sono le unità di autogoverno, che devono accollarsi pure i costi connessi alla retribuzione dei membri delle commissioni elettorali e degli altri funzionari coinvolti nell’organizzazione del processo elettorale, nel complesso circa 6.000 persone.

Candidati sempre più «maturi»

Dall’analisi delle notifiche di candidatura emerge che l’interesse tra gli appartenenti alle minoranze nazionali per le elezioni del 7 maggio è tutto sommato scarso, in particolare nelle file dei più giovani. Addirittura un quarto dei Consigli e dei Rappresentanti ai quali le minoranze nazionali avrebbero diritto non saranno eletti in quanto non è stata avanzata alcuna candidatura da parte degli aventi diritto. Salta all’occhio, inoltre, che dei circa 5.700 candidati soltanto il 9,5 p.c. ha un età inferiore ai 30 anni. L’età media dei candidati ammonta a 53 anni e sono in prevalenza uomini (il 63 p.c.). L’età media sale a 57,5 anni nel caso si prendano in analisi soltanto i dati relativi ai candidati in corsa per il ruolo di Rappresentante, in media più anziani di un anno rispetto al 2019. La deputata Ermina Lekaj Prljaskaj (eletta al Sabor nella XII circoscrizione in rappresentanza delle minoranze nazionali albanese, bosgnacca, montenegrina, macedone e slovena) ha dichiarato che sono sostanzialmente due le ragioni per via delle quali l’interesse è scarso. In primo luogo il fatto che le proposte dei Consigli e dei Rappresentanti vengono accolte di rado. In seconda istanza l’importo irrisorio dei compensi spettanti ai membri dei Consigli e ai Rappresentanti per il loro lavoro, che in alcune località si aggirano attorno ai ai dieci euro al mese.

Si voterà in 840 seggi

Quest’anno le elezioni minoritarie si svolgeranno in 209 unità di autogoverno: 19 Regioni, nella Città di Zagabria che gode dello status di Contea, in 65 Città è 116 Comuni. Saranno eletti complessivamente 339 Consigli e 106 Rappresentanti (organismi ai quali spetta un ruolo consultivo in seno alle unità di auogoverno). Si tratta di dati in calo rispetto al 2019. La causa della riduzione è dovuta al calo della popolazione e dunque anche del numero degli appartenenti alle minoranze nazionali emerso dal Censimento della popolazione eseguito nel 2021. Le votazioni saranno organizzate in 840 seggi elettorali. Nel caso dei Consigli al voto saranno chiamati gli appartenenti (maggiorenni) a 14 minoranze nazionali (italiana, slovena, albanese, bosgnacca, montenegrina, ceca, ungherese, macedone, tedesca, rom, russina, slovacca, serba e ucraina). Il diritto a eleggere i propri Rappresentanti spetta, invece, agli appartenenti (maggiorenni) a 19 minoranze nazionali (italiana, slovena, albanese, bosgnacca, montenegrina, ceca, ungherese, macedone, tedesca, rom, russina, slovacca, serba, ucraina, bulgara, polacca, russa, turca ed ebrea).
Le prime elezioni minoritarie si svolsero nel 2003. L’affluenza alle urne è sempre stata molto bassa. Quattro anni fa, ad esempio, l’adesione al voto si fermò attorno al 10 p.c. dei circa 250mila aventi diritto.

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