Salvatores gira a Fiume «Napoli-New York»

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Salvatores gira a Fiume «Napoli-New York»
L’ex albergo Emigranti a Fiume. Foto Helena Labus Bačić

Inizio estate con la troupe del premio Oscar, il regista italiano Gabriele Salvatores, che dopo Trieste sarà a Fiume per le riprese del suo nuovo film “Napoli – New York”. La produzione, intanto, arruola comparse di ambo i sessi, di tutte le età, con fisionomia italiana o comunque tipica di un abitante del Mediterraneo, e in particolare con diverse abilità artigianali (conciatori, calzolai, falegnami, sarti, canestrai, ceramisti e simili). Non devono avere esperienze sul set, ma l’assenza di tatuaggi che siano visibili e colore naturale dei capelli, in altre parole devono rientrare in una tipologia di persone tipica della seconda metà degli anni Quaranta del secolo scorso, ossia il periodo in cui è ambientata la storia. L’appuntamento per il casting è il 7 maggio presso la sala del palazzo Transadria, dalle ore 11 alle 20.
Le riprese della nuova pellicola del regista 72.enne – di cui, recentemente, è uscito nelle sale italiane “Il ritorno di Casanova” (con Toni Servillo, Sara Serraiocco e Fabrizio Bentivoglio), il ventesimo film della sua carriera – partono a fine maggio. Prodotta da Paco Cinematografica, protagonista l’attore Pierfrancesco Favino, sarà ambientata in un dopoguerra devastato dagli orrori del conflitto e si ispira a un soggetto inedito di Federico Fellini, risalente alla metà degli anni ‘40, ripescato nel 2006 dall’archivio di Tullio Pinelli, sceneggiatore, drammaturgo e scrittore che ha lungamente lavorato con il maestro (il testo è poi uscito dieci anni fa con Marsilio, con il titolo “Napoli – New York. Una storia inedita per il cinema”, a cura di Augusto Sainati).

In una Napoli sconvolta dalle bombe e afflitta dalla fame, due “scugnizzi”, Celestina e Carmine, sognano di emigrare in America per sfuggire alla miseria. Infiltrandosi in una nave cargo che attraversa l’oceano, i due riescono ad arrivare a New York, ritrovando nel quartiere di Little Italy, tutta quell’umanità e quel calore perduti in patria. Una volta giunti oltreoceano, nella Grande Mela, i due giovani, diventati adulti, devono fare i conti con la realtà di una New York totalmente fantastica, frutto dell’invenzione felliniana. Sarà proprio in questa città dai contorni così indefiniti che i due protagonisti tenteranno di fare fortuna.
I temi cari al cinema felliniano come l’abbandono del borgo natio, i sogni che si mescolano con la memoria dell’infanzia, sono ben presenti in questo testo, come d’altro canto è presente l’impronta neorealista nel racconto della Napoli dilaniata dai bombardamenti e dalla povertà analoga a quella di “Paisà” di Rossellini che lo stesso Federico Fellini aveva scritto insieme con Sergio Amidei. Quest’anno, d’altronde, ricorrono i sessant’anni di “8½”, i settant’anni di “I Vitelloni”, il mezzo secolo di “Amarcord” e, per finire, i quattro decenni di “E la nave va”, capolavori che hanno reso immortale Fellini.

L’annuncio pubblicato sui social dalla Serena Pro, agenzia per le produzioni e i casting

Salvatores girerà alcune scene nel capoluogo quarnerino e dintorni nei mesi di giugno e luglio. Certo, Fiume non è Napoli e nemmeno New York – anche se qui i grattacieli non mancano, seppure di epoca più recente e non altrettanto imponenti come quelli newyorchesi –, ma ha un passato che rimanda immancabilmente alle partenze e ai nuovi approdi, se pensiamo ad esempio all’esodo massiccio dopo la Seconda guerra mondiale, ma ancor più agli inizi del Novecento, quando il porto di Fiume divenne uno snodo di transito per i migranti del centro Europa, con la compagnia di navigazione Cunard line che teneva la linea diretta con New York. Emblematico, tra l’altro, l’albergo per Emigranti, che accoglieva gente in attesa di salpare dal proprio Paese verso le Americhe in cerca di una vita migliore.

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