Quel Tempio votivo cancellato dalla Memoria

Gli interventi di Damir Stojnić per la riscoperta di aspetti storico-artistici della Fiume che non c’è più

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Quel Tempio votivo cancellato dalla Memoria

Il nome di Damir Stojnić probabilmente sarà noto ai cittadini di Fiume in quanto legato a progetti volti alla riscoperta di aspetti storico-artistici della Fiume che non c’è più. Il suo primo intervento risale al 2018, quando con il colore rosso tracciò il confine che nella prima metà del ‘900 dividevano la Fiume del Ventennio e la Sušak della seconda Jugoslavia. Il secondo intervento Stojnić lo ha realizzato l’anno scorso, tracciando sul marciapiede con il colore fosforescente la pianta della facciata della grande e caratteristica sinagoga, che una volta era sita in Pomerio. Tra l’altro, questo edificio sacro era molto presente nella memoria dei vecchi fiumani. Nel 1944 era stata incendiata dai nazisti. I danni furono ingenti. Tuttavia le mura e la cupola dell’edificio risultavano essere ancora solide, tanto che una possibile ricostruzione del tempio sarebbe stata un’opzione realistica. Ma i partigiani preferirono demolirla. Come riporta Giovanni Kobler nella sua Storia di Fiume, la sinagoga venne finanziata per 2/3 dalla Città di Fiume.
Facciamo notare che i due interventi nello spazio urbano operati da Stojnić, rientrano nei programmi di Fiume CEC 2020 nel segmento “L’era del potere”.

L’interno del Tempio. Foto: Željka Kovačić

L’importanza della memoria storica
Personalmente appoggiamo l’idea di recuperare il ricordo di eventi e luoghi significativi della vecchia Fiume obliati e che oggi non esistono più. La memoria storica contribuisce a costruire l’identità delle persone.
Auspichiamo che la “recherche de la memoire perdue” di Damir Stojan non si esaurisca qui. Magari non avrà avuto notizia – in parte per la giovane età, in parte perché rientra in quella parte di storia cittadina che si preferisce ignorare – ma se Stojnić intende essere coerente con sé stesso e conferire al suo progetto un più ampio respiro, dovrebbe prendere in considerazione ancora un edificio importante che oggi non c’è più. Ci riferiamo all’imponente Tempio Votivo del SS. Redentore in Mlaka, la cui costruzione in pura pietra ebbe inizio nel 1942 con l’obolo di 40.000 cittadini fiumani, per essere infine minato e fatto saltare il 4 novembre del 1949 dalle autorità comuniste. Il motivo ufficiale – falso, ndr – faceva riferimento a un presunto intralcio che il tempio avrebbe costituito per il traffico stradale.
Progetto dell’architetto Virgilio Vallot
Il Tempio della Riconoscenza al SS. Redentore fu progettato dal noto architetto veneziano Virgilio Vallot. Come fa notare il dott. Rodolfo Palluchini, direttore delle Belle Arti a Venezia, “Egli (Vallot) ha conferito un organismo architettonico chiaro, semplice, articolato in una complessione di elementi strutturali che daranno al Tempio un carattere vivo, moderno, senza esagerazioni… ha anche la dignità dell’edificio sacro… Nella sua chiarezza costruttiva risponderà a certe leggi della tradizione italica paleocristiana e romanica. La Chiesa, a tre navate, ha una facciata a porticato, che a sua volta si articola nei porticati minori sporgenti… Il Tempio, caratterizzato per il suo giuoco e movimento di masse, che nei porticati e nelle logge, verrà reso più vibrante dal chiaroscuro…”.
Su tutta l’abside era prevista la rappresentazione in mosaico del Redentore e degli apostoli.
A rigor di logica, anche “la presenza” di tale superbo monumento dovrebbe essere segnata in qualche modo in Mlaka. Anche questa chiesa fa parte della storia di Fiume. Sempre che Stojnić non sia affetto da pregiudizi ideologici e ristrettezze mentali, e decida di ignorare l’architettura e l’arte “politicamente scorrette”.
Quanto più ricca e attraente sarebbe oggi la città di Fiume se gli odi ideologici non avessero distrutto i due citati bellissimi monumenti sacri! È il pensiero che più di una volta ci sorprende e ci fa venire l’amaro in bocca.

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